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Il pregiudizio pesa tonnellate

Realizzazione grafica con due grandi testoni, uno dei quali in primo piano, con una porticina aperta sul collo«Non è certo un “libro d’occasione”, scritto sulla scia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, La terza nazione del mondo, di Matteo Schianchi, laureato in storia contemporanea e già ricercatore presso la Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali a Parigi, oltre che componente della Nazionale Italiana di Sport Disabili che ha partecipato agli Europei e ai Mondiali di nuoto. Si tratta invece di una sentita e utile ricognizione sulla disabilità – condizione che l’Autore vive in prima persona – con lo sguardo rivolto sia al passato che al presente».
Avevamo
scritto così, qualche settimana fa, di un libro allora in uscita – La terza nazione del mondo, appunto – che successivamente è stato presentato a Milano, così come succederà a Roma (giovedì 19 febbraio, Libreria Feltrinelli, Via Vittorio Emanuele Orlando, 78/81), alla presenza di Pietro Barbieri, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Ad incontrare Matteo Schianchi per Superando.it è stato il nostro direttore responsabile Franco Bomprezzi. (S.B.)

Giovane ricercatore, nella vita personale anche amputato. Come sei riuscito a mantenerti oggettivo? Quanto invece ti ha aiutato l’esperienza personale nel mettere a fuoco le tematiche e nello scegliere i contenuti del libro?
«Il libro è l’esito di un percorso di diciotto anni vissuti da disabile dopo un incidente in moto, di una formazione in storia, di un confronto con la mia compagna (anche lei storica) su molti temi del libro. Ho cercato di prendere distanza da me stesso per considerare l’handicap in un contesto sociale e culturale più ampio. La mia condizione personale è stata utile a “dar carne” a concetti (come stigma e pregiudizio) comprensibili in tutta la loro portata solo a chi li vive direttamente».

Secondo te il mondo delle persone disabili ha consapevolezza “storica” della propria dimensione esistenziale, dei diritti, dell’evoluzione sociale? Quanto pesa ancora lo stigma?
«L’handicap è spesso vissuto come tragedia singola e individuale, senza passato e senza futuro, non come condizione sociale ed esistenziale più ampia. Del resto mi pare che non ci sia la percezione che la disabilità sia un fenomeno che colpisce la società contemporanea più di quanto si avvenuto in passato.
Lo stigma è il primo e più pesante handicap che porta con sé il disabile. Pesa tonnellate, colpisce il soggetto nella concretezza delle relazioni (sentimentali, di amicizia, del lavoro), nella possibilità di potersi realizzare pienamente, anche con un handicap».

Le cifre, i numeri, così difficili da trovare, e spesso poco attendibili. Perché il mondo della disabilità è ancora trattato in modo così approssimativo?
«Non vedo volontà decise ad affrontare il mondo dell’handicap nelle sue molte sfaccettature. Si fanno interventi limitati, a corto raggio, poco capaci di incidere sull’esistenza dei disabili e di chi gli sta intorno. La mancanza di dati attendibili, di competenze e saperi specifici impedisce, alla base, qualsiasi progetto di lunga veduta».

Quali sono ancora oggi i pregiudizi principali che circondano la disabilità? In che modo la cultura, e un libro, possono contribuire a modificare un quadro che dipingi con un certo pessimismo di fondo?
«La cultura, un libro, possono incidere se mobilitano linguaggi e argomenti capaci di scalfire i tanti pregiudizi che circondano i disabili. Diversamente sono occasioni perse. Hai ragione sul mio pessimismo. Oggi, nei grandi media, si parla di più di disabilità, ma sono spesso chiacchiere, forme di spettacolo attente all’audience, utili a fingere di occuparsene, ma incapaci di farlo adeguatamente. L’ipocrisia ha preso il posto del silenzio».

Il tuo libro sembra preludere a nuovi approfondimenti. A che cosa stai lavorando?
«Vorrei crearmi un solido bagaglio storico-sociale sulla disabilità e per questo sto facendo una ricerca accademica. Mi interessa, in forma più divulgativa, anche il tema dell’identità del soggetto contemporaneo in cui “normali” e disabili sono molto più vicini di quanto si possa immaginare».

Suggeriamo, sempre nel nostro sito, anche la lettura del testo intitolato La terza nazione del mondo, disponibile cliccando qui.

Matteo Schianchi, La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà, Milano, Feltrinelli, 2009 (Serie Bianca), 176 pagine, 14 euro (in libreria dal 15 gennaio 2009).

Indice
Introduzione – 1. Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare – 2. La fatica di essere disabili – 3. Dis-integrati – 4. Tira fuori il mostro che c’è in te – 5. La mostra delle atrocità – 6. Prigionieri della civiltà. Una storia per sommi capi della disabilità – 7. Effetto collaterale e risposte insufficienti – 8. La barriera culturale – 9. Umano, troppo umano – Sitografia – Note.

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