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Si può fare «in-sana-mente» di più

Claudio Bisio al centro di una sequenza del film di Giiulio Manfredonia «Si può fare»Mercoledì 13 maggio a Roma, presso il Nuovo Cinema Aquila (Via l’Aquila, 68, ore 16) – luogo già di per sé significativo, in quanto bene sottratto alla mafia e dato in gestione a una cooperativa sociale – è previsto l’evento denominato Si può fare… In-Sana-Mente di più… A 31 anni dalla Legge Basaglia: Strategie, programmi, interventi per le “istituzioni totali”, le nuove forme di istituzionalizzazione e la cooperazione sociale di inserimento lavorativo, incentrato sulla proiezione del recente film Si può fare. All’incontro saranno presenti lo psichiatra Angelo Righetti e il sindacalista Rodolfo Giorgetti, vale a dire i reali protagonisti della nascita della Cooperativa Noncello di Pordenone alla cui storia il film si ispira. In conclusione seguirà un dibattito cui saranno chiamati a partecipare i rappresentanti della politica e della Pubblica Amministrazione, oltre allo stesso regista del film Giulio Manfredonia, sullo stato delle “istituzioni totali”, delle nuove forme di istituzionalizzazione e della cooperazione sociale a Roma, alla presenza dei soci delle cooperative e degli operatori del settore.
Sull’iniziativa – ad ingresso gratuito – riceviamo e ben volentieri pubblichiamo quanto ci scrive il Consorzio Sociale
CO.IN., che è una delle numerose organizzazioni ad averla realizzata.

«Il 13 maggio ricorre il trentunesimo anno dall’entrata in vigore della Legge 180 (“Legge Basaglia”), grazie alla quale, nel nostro Paese, migliaia di persone hanno avuto la possibilità di essere restituite a un ruolo di piena cittadinanza e di ritrovare dignità e maggiori libertà per la propria esistenza. L’affrancamento dalle catene reali e simboliche dell’ospedale psichiatrico e dal pregiudizio di incurabilità e irrazionalità è potuta avvenire grazie ad un’organizzazione per la salute mentale rispettosa, innanzitutto, della persona umana.
Sempre negli anni Settanta, in particolare nel 1975, vi è stata la riforma dell’ordinamento penitenziario [Legge 254/75, N.d.R.] che ha spostato l’esecuzione penale verso il trattamento rieducativo del condannato, dando finalmente attuazione all’articolo 27 della Costituzione, attraverso l’introduzione delle prime misure alternative alla detenzione, riforma poi ampliata nel 1986 dalla cosiddetta “Legge Gozzini”.
Nel 2005, poi, la Commissione Europea, con il Libro Verde Migliorare la salute mentale della popolazione: verso una strategia sulla salute mentale per l’Unione europea, ha stabilito che la salute mentale costituisce una risorsa per il conseguimento di alcuni obiettivi strategici dell’Unione stessa, quali un maggiore impegno per l’Europa nell’ambito della solidarietà e della giustizia sociale e un miglioramento concreto e tangibile della qualità della vita dei cittadini europei. Ancora, il 20 febbraio 2009, il Parlamento Europeo, in linea con i principi contenuti nella Legge 180, ha approvato la Risoluzione per la salute mentale, sottolineando nel contempo la necessità di un “piano d’azione europeo per la salute mentale e il benessere dei cittadini”.

Franco Basaglia, «padre» della Legge 180/78In netta controtendenza, in questi ultimi tempi, nel nostro Paese si sta assistendo a pericolosi segnali di revisione delle due importanti riforme; infatti, ad oggi, nel Parlamento Italiano risiedono numerose proposte di legge che mirano a modificare profondamente la Legge 180: in particolare sugli aspetti costrittivi e restrittivi dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO), estendendone l’effettuazione alle Comunità, alle strutture di lunga assistenza e ai luoghi di cura privati e non solo all’ospedale civile come avviene adesso. Vi sono, inoltre, proposte di legge che prevedono restrizioni nella concessione delle misure alternative alla detenzione, altre che prevedono più carcere e, non ultime, quelle che riguardano l’ampliamento del tempo di permanenza nei CIE [Centri di Identificazione ed Espulsione, N.d.R.] degli immigrati irregolari.
Molte delle nostre cooperative hanno avuto origine in seguito alle sperimentazioni successive alla Legge Basaglia e alla Legge Gozzini; esperienze spesso di lavoro protetto che, con il tempo, hanno portato alla nascita delle prime “cooperative integrate di inserimento lavorativo”, legittimate giuridicamente nel 1991 con la Legge 381 (Disciplina delle cooperative sociali). Da allora molto cammino è stato fatto, grazie al forte aumento delle cooperative sociali e della loro diversificata tipologia di attività, le quali, iniziando concretamente ad operare nel mercato, partecipando a gare sui pubblici appalti, in netta contrapposizione alla classica logica assistenziale e alle regole manicomiali e carcerarie, hanno permesso un tangibile miglioramento dello stato di salute, occupazione e del reddito dei propri soci lavoratori.
La cooperazione sociale romana e laziale – nel corso di questi anni – ha avuto sempre un confronto dialettico e paritario con l’Amministrazione Pubblica; tale percorso si è concretizzato in atti ufficiali degli Enti Locali – Regione Lazio, Provincia e Comune di Roma – con quest’ultimo che il 23 aprile 1009 ha rafforzato una Memoria di Giunta del 10 ottobre 2007, approvando una Delibera che interviene specificatamente per eliminare il fenomeno delle cooperative spurie, nonché i criteri di assegnazione dei lavori al massimo ribasso, destinando altresì almeno il 5% della fornitura di beni e servizi del Comune e delle aziende da esso controllate alle cooperative sociali di tipo B.

Nei mesi scorsi è uscito nelle sale cinematografiche il film Si può fare di Giulio Manfredonia con Claudio Bisio, ove si racconta la storia della Cooperativa Noncello di Pordenone in modo talmente toccante e commovente (oltre che con lucidità espositiva) che esso ha saputo estrinsecare – anche ai non addetti ai lavori – tutte le problematiche sottese alla nascita e all’affermazione di una cooperativa sociale di inserimento lavorativo. Il film ha avuto un inaspettato successo e in molte città vi sono state proiezioni pubbliche alla presenza degli attori. In questo “circuito” rientra dunque anche l’evento promosso per il 13 maggio al Nuovo Cinema Aquila di Roma».

Per prenotazioni e ulteriori informazioni: tel. 06 5706068, ufficiostampa@coinsociale.it.

L’iniziativa del 13 maggio al Nuovo Cinema Aquila di Roma è stata realizzata e promossa – oltre che dal Consorzio Sociale CO.IN. – da:
Psichiatria Democratica; Legacoop Lazio; Consorzio Sol.Co. Roma; Consorzio Solaris Lazio; Consorzio Eriches 29; Consorzio Formula Ambiente; Cooperativa 29 Giugno; Cooperativa Abecedario; Cooperativa Aelle Il Punto; Cooperativa La Cacciarella; Cooperativa Casa Comune 2000; Cooperativa Dioniso; Cooperativa Esempio; Cooperativa Il Faro; Cooperativa Formula Sociale; Cooperativa Il Gabbiano; Cooperativa Il Grande Carro; Cooperativa Impronta; Cooperativa L’acquedotto; Cooperativa Linea Sociale; Cooperativa Magazzino; Cooperativa Matrioska; Cooperativa Officina della Carta; Cooperativa Pin.Go.; Cooperativa Percorsi Zebrati; Cooperativa Tandem; Associazione Erythros; Associazione Volontari Il Cavallo Bianco.
La giornata si avvale anche del patrocinio delle ASL di Roma Rm-A, Rm-B, Rm-C, Rm-D e Rm-E.

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