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Quando il Servizio Civile difende le fasce più deboli della società

Volontari al lavoro nelle prime giornate dopo il sisma del 6 aprile in Abruzzo«Nei giorni successivi al 6 aprile – racconta Lorenzo Cococcia del Progetto di Servizio Civile Abili Insieme (Comunità XXIV Luglio – Handicappati e non dell’Aquila) – sono stato fra le macerie aiutando fisicamente, per quanto possibile, nelle operazioni di scavo in quelle zone che le televisioni hanno fatto conoscere al mondo. Nei giorni seguenti, dopo aver faticosamente superato l’impatto di chi purtroppo non ce l’aveva fatta, mi sono di nuovo occupato della realtà di cui si occupa il mio progetto di Servizio Civile, quelle nicchie di società che l’emergenza nella sua complessità a volte trascura, come i disabili; è stato difficile persino trovarli, dispersi fra i vari campi. A metà aprile, insieme all’ARCI Servizio Civile dell’Aquila, abbiamo fatto ripartire il progetto, ovviamente ripensato e riadattato ad un contesto diverso, quello della tendopoli. Ma la volontà di ripartire ed esserci è stata forte e, sinceramente, piacevole. In definitiva credo che mai come in questo momento il termine Servizio Civile e il principio di difesa della patria, nel più alto del suo significato, come sancito dalla Costituzione Repubblicana, sia stato chiaro ed esplicito ovvero difendere le fasce più deboli della società».

«Attualmente – è invece la testimonianza di Giovanni Malservigi del Progetto Il valore di un sorriso 3 (Casa di Riposo “P. e G. Orsi Mangelli”, Vecchiazzano – Forlì Cesena) – sto dando il mio contributo come volontario al campo di Pianola [frazione dell’Aquila, N.d.R.], gestito dalla PROCIV-ARCI e sulla base di questa esperienza ho compreso quanto sia importante l’apporto dell’ASC (ARCI Servizio Civile) per l’emergenza del sisma in Abruzzo. La presenza dei volontari in Servizio Civile ha costituito un valore aggiunto e per noi partecipare, seppure per un breve periodo (i turni sono di sette-quindici giorni al massimo) alla vita dei campi di accoglienza può costituire un’occasione importante per riappropriarsi di valori come la solidarietà, troppo spesso dati per scontati e di mettere in pratica ancora una volta il concetto di “difesa della patria”. Si tratta anche di un’esperienza che permette ai volontari di approfondire la formazione negli aspetti relativi alla conoscenza del ruolo della protezione civile e di come opera sul territorio in situazioni di crisi».

«Se nel prossimo mese di ottobre – sottolinea infine Andrea Salomone, responsabile di sede dell’Arci Servizio Civile dell’Aquila – quando partiranno i nuovi progetti, resteranno ancora in vigore i vincoli della Protezione Civile per la presenza nei campi (che prevedono vi si possa entrare solo se si è soci di un’associazione di protezione civile), potrà succedere che il progetto agisca in un campo ove non è presente né PROCIV-ARCI né Legambiente. Come faremo allora a farvi operare i giovani del Servizio Civile Nazionale?».

Ci è sembrato doveroso aprire il nostro resoconto sulla presentazione del Quinto Rapporto ARCI Servizio Civile – avvenuta nei giorni scorsi a Roma – con le due toccanti testimonianze di altrettanti volontari in Servizio Civile Nazionale e con l’importante considerazione di Salomone, giunte tutte direttamente dall’Aquila, in collegamento audio diretto proprio con l’incontro di Roma. «Questo è il Servizio Civile Nazionale che vogliamo – ha commentato a tal proposito Licio Palazzini, presidente di Arci Servizio Civile – riconosciuto dai giovani come valore, come concreta azione di promozione della pace e della solidarietà sociale».

Durante l’incontro di presentazione del Rapporto – cui hanno partecipato tra gli altri Leonzio Borea, direttore dell’Ufficio Nazionale Servizio Civile (UNSC) e Davide Drei, presidente della Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC) – il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ha evidenziato luci e ombre del percorso di riforma della legge sul Servizio Civile Nazionale, ponendo particolare attenzione alla necessità assoluta che esso rimanga “Nazionale”, senza improprie derive federaliste e, soprattutto, nell’accezione originaria di «difesa della patria non armata e non violenta, di cultura della solidarietà e della pace e non come supporto di servizi sociali».
«Leggiamo come importanti – ha sottolineato Palazzini – le parole del sottosegretario Giovanardi; abbiamo dato e daremo tutta la nostra disponibilità, ma ora è tempo che il suo indirizzo venga concretizzato con un documento».

Il Rapporto ARCI Servizio Civile è stato curato dall’IRS di Milano (Istituto di Ricerca Sociale), con i contributi dello staff nazionale dell’ASC, della Cooperativa L’Apis di Roma, dell’ASVI (Associazione di Solidarietà e Volontariato Insieme) e dell’Istituto di Ricerca SWG di Trieste. (Paola Scarsi)

L’ASC (ARCI Servizio Civile) è la più grande associazione di scopo italiana dedicata esclusivamente al Servizio Civile cui aderiscono – relativamente al Servizio Civile stesso – cinque associazioni nazionali (ARCI, ARCIRagazzi, Auser, Legambiente e UISP), oltre a decine di organizzazioni locali.

Per ulteriori informazioni: Paola Scarsi, tel. 347 3802307, paolascarsi@vodafone.it.

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