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Gli effetti sul welfare del decreto anticrisi: più ombre che luci

Particolare della parte inferiore della faccia di un uomo anziano, con espressione di perplessitàLuci e ombre quelle che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e Cittadinanzattiva hanno evidenziato in un documento inviato al Governo e al Parlamento, in merito ad alcune delle misure contenute nel cosiddetto Decreto Legge “anticrisi” [Decreto Legge n. 78 del 1° luglio 2009, Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali, disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Nel testo, infatti, si esprime innanzitutto apprezzamento per l’abrogazione delle disposizioni previste dalla Legge 133/08 che comportavano una decurtazione della retribuzione ai lavoratori del comparto pubblico che fruivano dei permessi e dei congedi per l’assistenza di familiari con handicap grave. Forti invece le critiche, in particolare per due aspetti.

Innanzitutto il taglio di 800 milioni di euro per la spesa farmaceutica territoriale a partire dal 2010, nel quadro di una situazione in cui era già evidente la difficoltà di accesso a farmaci necessari e insostituibili.
«Ci saremmo augurati – si legge nel documento – anziché un taglio ulteriore della spesa farmaceutica, un ri-orientamento delle risorse risparmiate nel 2008 (11,6% di spesa effettiva nel 2008, contro il 14% previsto, per un valore di circa 2 miliardi e 472 milioni di euro), a favore di un innalzamento del tetto di spesa farmaceutica ospedaliera invece già sforato di quasi il doppio (4,2% contro il 2,4% previsto). Chiediamo inoltre all’AIFA [Agenzia Italiana del Farmaco, N.d.R.] di coinvolgere le organizzazioni civiche nella programmazione farmaceutica, vista l’attivazione di specifici tavoli, in cui, ad oggi, sono coinvolte solo organizzazioni mediche».

La seconda critica riguarda poi il comparto relativo all’accertamento dell’invalidità civile. Qui il maggior punto di forza risiede nello spirito dei primi commi, dedicato al tentativo di semplificare la procedura di accertamento delle minorazioni civili, oggi estremamente farraginosa, lunga e costosa, sia per il Cittadino che la per la Pubblica Amministrazione. E tuttavia, se questo è lo spirito condivisibile, il titolo stesso dell’articolo – Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile ne svilisce e ne travisa la portata.
Ad esempio, la cooptazione del medico INPS all’interno delle Commissioni USL è certamente un’operazione apprezzabile se riduce i tempi di emissione dei verbali di invalidità e se azzera tempi e costi delle Commissioni di Verifica INPS chiamate oggi a un controllo formale e sostanziale di ogni singolo verbale. «Questo è il senso che vogliamo leggere nel testo del primo comma», si legge nel documento inviato a Governo e Parlamento. «Il testo, però, non è affatto chiaro e andrebbe precisato con nettezza che l’ingresso del medico INPS nella Commissioni USL comporta il superamento delle Commissioni di Verifica, almeno per il controllo routinario sui verbali di invalidità, handicap e disabilità».

Vi è inoltre un altro aspetto assai rilevante, in termini di costi per il Cittadino e per l’Erario, che emerge dal testo prodotto da FISH e Cittadinanzattiva. Sono pendenti ben 320.000 cause legate all’invalidità civile, «una cifra spaventosa e destinata ad espandersi in seguito al piano straordinario di verifica delle invalidità civili previsto dalla Legge 133/08».
Il nuovo articolo 20 del Decreto Legge 78 è molto preciso rispetto ai ricorsi giurisdizionali, ma non inciderà significativamente sul volume delle cause civili. «Riteniamo dunque sia  giunto il momento di reintrodurre modalità di ricorso amministrativo, istituendo Commissioni Superiori, a livello regionale e integrate con INPS, per il riesame degli eventuali ricorsi».

L’ultima osservazione riguarda l’ultimo comma, il sesto, nel quale si prevede che il Ministero della Salute nomini una Commissione con il compito di «aggiornare le tabelle indicative delle percentuali di invalidità già approvate con Decreto del 5 febbraio 1992».
«L’intento – commentano FISH e Cittadinanzattiva – è quindi quello di rimanere nell’attuale logica valutativa, contestata motivatamente da molti esperti del settore e da molti operatori, che la ritengono ampiamente superata sotto il profilo scientifico e operativo». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa FISH, ufficiostampa@fishonlus.it.
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