I componenti della Commissione Medico-Scientifica della FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) che si occupa di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) hanno comunicato che è stato scoperto un meccanismo, o uno dei meccanismi, che provoca questa malattia.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori italiani guidati da Mario Sabatelli, neurologo e responsabile del Centro SLA del Policlinico Gemelli di Roma, è stato pubblicato sulla rivista medica internazionale Human Molecular Genetics. «Conosciamo questa malattia da 150 anni – ha sottolineato Sabatelli – ma non sappiamo cosa la provochi. Andando a studiare i geni predisponenti, abbiamo individuato il meccanismo o uno dei meccanismi legati alla SLA, ovvero la mutazione genetica del recettore dell’acetilcolina. Resta da individuare quale interazione inneschi il processo degenerativo delle cellule nervose».
«Abbiamo individuato i difetti genetici – ha aggiunto Paolo Zeppilli, coordinatore della Commissione federale – e come agiscono: ora sappiamo dove andare a cercare. Ci sono grandi prospettive, anche se non ci impiegheremo poco tempo». Dietro a questa scoperta c’è il lavoro di 23 persone – in tre anni -, con la spinta decisiva della Commissione federale, istituita solo otto mesi fa, e soprattutto del contributo economico della FIGC con un budget complessivo di 250mila euro. Lo studio ha riguardato 245 pazienti affetti da SLA e sarà ripetuto su animali-cavie per arrivare a una terapia.
«Questa ricerca – ha spiegato ancora Zeppilli – ci ha permesso di trovare un modello reale, fino ad oggi solo teorico, di interazione tra fattori genetici predisponenti e ambiente nella SLA. I recettori neurologici possono essere, infatti, bersaglio di numerose sostanze ambientali, come nicotina, pesticidi e tossine batteriche. Il calcio non fa venire la SLA, serve una forte predisposizione genetica e un’interazione con l’ambiente». Il futuro appare più roseo, dunque. Un punto di partenza importante, con la FIGC intenzionata a continuare nel finanziamento della ricerca, che necessita di ulteriori passi.
«Siamo solo al primo piano – ha concluso Zeppilli -. Abbiamo dimostrato l’interazione tra ambiente e genetica, ora dobbiamo replicare lo studio, creare un modello sperimentale su animali-cavie e infine trovare una terapia farmacologica per rallentare, fermare o addirittura far regredire la malattia. La strada è ancora lunga, ma oggi è una giornata che segna una svolta rilevante».
Lo studio condotto da Sabatelli non è ancora in grado di escludere che l’abuso di farmaci possa interagire sui recettori, così come accade con la nicotina; però un punto è chiaro, come ha ricordato Mario Melazzini, direttore del Day Hospital Oncologico dell’IRCCS Fondazione Maugeri di Pavia e presidente dell’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica): «Non è vero che la percentuale di calciatori colpita da SLA sia la più alta in assoluto, le categorie più toccate dalla malattia sono quelle degli agricoltori e dei meccanici saldatori. Questa scoperta, comunque, può essere una svolta epocale: ora bisogna fare presto, anche se nella ricerca pochi anni equivalgono a giorni. Grazie al calcio e alla FIGC abbiamo raggiunto i primi risultati, ora dobbiamo utilizzare il calcio come volano per stimolare la ricerca». «Abbiamo compiuto un altro passo lungo il cammino che ci porterà alla sconfitta della SLA – ha concluso Melazzini -. Grazie a questa scoperta le speranze si fanno più concrete. Il reale contributo assicurato alla ricerca dalla FIGC, e in particolare dalla Commissione Scientifica coordinata da Paolo Zeppilli, è davvero molto importante». (C.N.)