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Nel 2012 le Paralimpiadi «torneranno a casa»*

Sir Philip Craven, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale«È davvero eccitante pensare che fra tre anni i Giochi Paralimpici “torneranno a casa”, in Gran Bretagna, dove hanno avuto inizio ed esattamente a Stoke Mandeville, vicino Aylesbury, su un piccolo pezzo di terra che ha generato questo grande spirito paralimpico». Lo ha dichiarato il 22 settembre Sir Philip Craven, presidente dell’International Paralympic Committee (IPC), in occasione del ventesimo anniversario di tale organizzazione, fondata appunto il 22 settembre 1989. A Stoke Mandeville, infatti, si tennero il 28 luglio 1948 i primi Giochi per atleti disabili, cui parteciparono sportivi disabili ex membri delle Forze Armate Britanniche.
«Nessuno sapeva allora – ha dichiarato ancora Craven – che sarebbe cresciuto nel tempo quello spirito che ora si appresta a risplendere su Londra, per rinnovarsi ulteriormente. Pensando ad esempio ai Giochi del 2008 a Pechino, non avevamo assolutamente idea del successo che essi avrebbero ottenuto. Ritengo dunque che anche noi dobbiamo seguire quella strada, nei prossimi tre anni, per far sì che i Giochi diventino una grande opportunità, sia per gli atleti che per gli spettatori».

Craven, 59 anni, originario del Lancashire, è un ex giocatore di basket in carrozzina, a suo tempo considerato come uno dei migliori al mondo e ora da otto anni in carica alla Presidenza del Comitato Internazionale Paralimpico. Con fermezza egli sostiene spesso che all’interno della società si è realmente verificato un cambiamento nella percezione degli sport paralimpici e più in generale nei confronti delle persone con disabilità. «In particolare negli ultimi otto anni – secondo Craven – lo sport paralimpico è diventato “qualcosa di speciale” nei cuori e nelle menti degli spettatori e del pubblico televisivo e ora è certamente necessario dare ulteriore forza e visibilità a tutto ciò. Chi dice che “questo non è sport” generalmente non l’ha mai seguìto. Basti pensare a Oscar Pistorius: vederlo gareggiare significa vedere un atleta incredibile. Il pubblico inglese, ad esempio, conosce sì i Giochi Paralimpici, ma c’è bisogno di vederne di più in televisione ed è proprio questo che cercheremo di ottenere negli anni che ci porteranno al 2012. La Cina, infatti, non ha aspettato che arrivasse il momento dei Giochi per incuriosire e cercare di interessare il pubblico».

*Traduzione e adattamento a cura di Giuliano Giovinazzo di un testo pubblicato da «Telegraph.co.uk», a firma di Gareth A. Davies.

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