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Le Paralimpiadi diventeranno davvero universali*

Le Paralimpiadi di Londra, che si svolgeranno dal 29 agosto al 9 settembre 2012, saranno davvero “i Giochi delle persone con disabilità”. Il Comitato Internazionale Paralimpico, infatti, riunito a Kuala Lumpur in Malesia, ha deliberato la riammissione alle competizioni degli atleti con disabilità intellettivo-relazionale, che erano stati esclusi dopo l’edizione di Sydney 2000, in modo tale che ad Atene nel 2004 e a Pechino nel 2008, avevano gareggiato solamente atleti con disabilità fisiche. Le singole discipline nelle quali potranno gareggiare gli atleti nuovamente ammessi saranno decise entro la fine del 2010.

Giovani nuotatori con disabilità intellettivaLe persone con disabilità intellettivo-relazionale avevano fatto il loro debutto paralimpico nell’edizione di Atlanta 1996. Quattro anni dopo, però, a Sydney, l’intraprendenza di un reporter spagnolo aveva causato un vero e proprio scandalo: il cronista, normodotato, si era mimetizzato infatti all’interno della delegazione del proprio Paese, fingendosi disabile e gareggiando regolarmente. Il suo scopo era stato quello di denunciare (e di dimostrare) come i controlli dei medici sulle classificazioni funzionali degli atleti fossero praticamente nulli e che chiunque, quindi, avrebbe potuto fingersi atleta e gareggiare.
Lo scoop, nel piccolo mondo delle Paralimpiadi, fu clamoroso e costò la chiusura dei “cordoni della borsa”. Fu deciso quindi di escludere gli atleti con disabilità intellettivo-relazionale non solo dalle Paralimpiadi, ma anche da tutte le competizioni organizzate dal Comitato Internazionale Paralimpico, in attesa che fossero appurate le responsabilità e riorganizzato l’intero sistema di classificazione. Cosa che ora è avvenuta.

«Una notizia attesa e auspicata – commenta Luca Pancalli, presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico) – e proprio per questo avevamo lavorato. Ora la Paralimpiade diventa davvero universale». «Un grande lavoro – continua Pancalli – è stato fatto dalla Federazione Internazionale sul versante delle classificazioni e delle certificazioni del disagio intellettivo, anche se ci sono e ci saranno sempre conflittualità».
In realtà, più in generale, accorpare più categorie anche fra le disabilità fisiche è stata una scelta determinata da esigenze di immagine e di vendita dei diritti televisivi dei grandi eventi, il che, ammette Pancalli «ha certamente pagato in termini di crescita del movimento». Eppure, aggiunge il presidente del CIP, «non si può tradire la nostra mission, che è quella di dare un’opportunità a tutti, senza esclusioni. Bisogna allora evitare di creare disabilità di serie A e di serie B, una ghettizzazione dentro la ghettizzazione». In tal senso, la riammissione alle Paralimpiadi degli atleti con disabilità relazionali e intellettive è un primo passo in questa direzione.

*Testo pubblicato da «Redattore Sociale», con il titolo di Paralimpiadi, dal 2012 tornano in gara i disabili intellettivi, e qui ripreso, con alcuni adattamenti, per gentile concessione.

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