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I nostri diritti umani vengono violati ogni giorno: è ora di gridarlo forte a tutti!

Il Teatro Valle di Roma gremito in ogni ordine di posti per l'iniziativa di FISH e FAND (foto di Patrizia Dottori)Un Teatro  Valle stipato all’inverosimile ha ospitato a Roma l’iniziativa congiunta promossa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dalla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili), in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.
Una partecipazione di persone con disabilità e di loro familiari provenienti da tutta Italia che è andata davvero ben oltre le aspettative, e non c’è retorica in questa affermazione. Anzi. La grande risposta – ovviamente positiva – è arrivata infatti a creare anche dei problemi dal punto di vista delle misure di sicurezza, messe oggettivamente a dura prova da una così vasta affluenza e ponendo in alcuni momenti degli ostacoli alle stesse persone intenzionate a partecipare all’evento.
Degno riscontro all’inedito colpo d’occhio fornito dai manifesti dell’incontro che hanno tappezzato la città è stato lo scenario offerto dall’interno del Teatro, le cui balconate – oltre che di folla – sono state costantemente gremite di striscioni e bandiere delle tante realtà che animano le due Federazioni promotrici di questa iniziativa.

Nel corso dell’incontro sono state rilanciate e discusse le proposte contenute in un documento programmatico condiviso dalla FISH e dalla FAND (che è possibile consultare in versione integrale cliccando qui). Una piattaforma «importante perché va oltre la richiesta specifica, ma è una proposta di sistema del welfare ed è quindi fondamentale», come l’ha definita Fulvio Santagostini, presidente della LEDHA di Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità). «Il problema – ha aggiunto lo stesso Santagostini – è che dall’altra parte non si trova un interlocutore», alludendo ovviamente ai rappresentanti del Governo.
Molti infatti sono stati i parlamentari che hanno scelto di partecipare a questo incontro, moderato da Carlo Romeo, direttore del Segretariato Sociale della RAI e da Giovanni Anversa, giornalista da sempre attento ai temi del sociale e della disabilità. Ma nonostante i messaggi inviati dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, dal presidente del Senato Renato Schifani e dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, la percezione generale dei partecipanti  è stata quella di una pesante assenza del Governo.
Tanti striscioni da tutta Italia per l'evento di Roma (foto di Patrizia Dottori)L’importanza di questo confronto con le Istituzioni è stato del resto un punto ben evidenziato in apertura del suo intervento dal presidente della FISH Pietro Barbieri, che ha affermato: «Non siamo qui semplicemente a celebrare il 3 dicembre, ma le organizzazioni delle persone con disabilità sono qui insieme perché i problemi delle persone con disabilità e dei loro familiari non possono più attendere e siamo qui, quindi, per chiamare il Governo alle proprie responsabilità».

Barbieri ha poi illustrato i dieci punti del citato documento programmatico, soffermandosi in particolare sull’importanza del sostegno alle famiglie che abbiano al loro interno persone con disabilità gravi. «Chiediamo innanzitutto – ha dichiarato – che ci sia un rafforzamento reale dei servizi sul territorio e che essi vengano finanziati. L’opportunità dev’essere quella di avere una combinazione di interventi, fondati su servizi, interventi economici e sgravi fiscali. Che tutto questo, inoltre, venga riordinato e sostenuto in maniera forte e importante».
«Un altro elemento significativo – ha aggiunto – è che in alcune Regioni in cui sono previsti i cosiddetti “piani di rientro”, si continuano ad operare “tagli orizzontali” sulle persone con disabilità; in Campania e Abruzzo, ad esempio, sono stati posti dei ticket sulla riabilitazione e questo è intollerabile. Un diritto fondamentale come quello alla riabilitazione viene così trasformato in una “tassa in più”, in un momento sociale difficile».

Con particolare incisività Barbieri ha chiesto quindi una vera opportunità di accesso ai mezzi di comunicazione da parte delle persone sorde e non vedenti e che da questo punto di vista vengano date garanzie del miglioramento della quantità e della qualità dei programmi resi accessibili, prima di tutto nel servizio pubblico: «Paghiamo il canone anche noi!», è stata la sua condivisibile conclusione.
Alcuni commenti – al termine degli interventi che hanno animato l’iniziativa di Roma – li abbiamo chiesti questa volta a due illustri esponenti del movimento per i diritti delle persone con disabilità italiano, vale a dire Nunzia Coppedé e Giampiero Griffo, che hanno vissuto questa esperienza da sotto il palco e le cui considerazioni proponiamo all’attenzione dei lettori di Superando.

Nunzia Coppedé, presidente della
FISH Calabria, che impressioni ha riportato al termine di questa iniziativa?
«Ho avuto un’impressione molto positiva di questa giornata, soprattutto per il fatto che si è verificata una grande partecipazione. Ma anche perché è emersa la voglia di far cessare questo periodo di non ascolto e di non attenzione.
Ho valutato inoltre positivamente questo momento di unitarietà, perché in fondo molte delle cose che vogliamo le vogliamo tutti, ed è giusto ritrovarsi insieme per rivendicarle».

Alcune persone con disabilità presenti al Teatro Valle di Roma (foto di Patrizia Dottori)Si può parlare di assenza del Governo a questa Giornata?
«L’assenza del Governo c’è stata indubbiamente. Sono intervenuti comunque molti parlamentari, ma certo la mancanza del Governo è stata pesante. Spero che i rappresentanti dell’Esecutivo vengano a sapere che qui c’è stata una partecipazione significativa, e anche con una grande voglia di reagire e non certo di sottostare a quell’isolamento che ci stanno proponendo ogni giorno, con tutti i tagli che vanno proprio a ricadere sul sociale, rendendo sempre più difficoltosa la vita delle persone».

Effettivamente, riguardo alla partecipazione, il Teatro era al completo.
«Non mi aspettavo tutta questa gente ed è stata una cosa molto bella; devo dire la verità che già alla Conferenza Nazionale di Torino a inizio ottobre si era vista una grossa presenza delle persone con disabilità e dei familiari di persone con disabilità, e più in generale del mondo associativo, che nemmeno allora ci si aspettava».

A cosa crede possa essere dovuto?
«Secondo me la gente comincia ad essere stufa, forse ritorniamo a riprendere un po’ di carica e a reagire, perché c’è stato un periodo in cui sembravamo quasi rassegnati. C’era aria di rassegnazione e ora invece si sta vedendo un certo movimento che è di buon auspicio perché, ripeto, forse la gente comincia a stancarsi e a voler reagire».

Giampiero Griffo è componente del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peopoles’ International).
«Oggi c’è stata effettivamente una grande partecipazione e buone parole d’ordine unitarie, ma secondo me la questione di base è che al livello di scontro attuale credo occorra scendere in piazza, essere più forti nella critica, nell’alzare la voce. Certo, questa non è stata solo una celebrazione, ma bisogna uscire allo scoperto ove il nostro Governo lo teme di più, uscire cioè sui giornali!
Giampiero Griffo è componente del Consiglio Direttivo Mondiale di DPI (Disabled Peoples' International) (foto di Patrizia Dottori)Alla Conferenza Nazionale di Torino mi aveva colpito molto che il Governo avesse scelto di non schierarsi da nessuna parte. Vuol dire dunque che i disabili creano problemi, oppure che le persone con disabilità non esistono proprio! Dal mio punto di vista dobbiamo innalzare il livello, considerando senz’altro come farlo, ma dobbiamo uscire all’esterno».

La situazione che tratteggia è che è stata illustrata anche nel corso degli interventi appare estremamente critica…
«Oggi siamo a un livello in cui si sta arretrando. Diceva Siddharta dei “due passi avanti e uno indietro”, mentre noi rischiamo di fare un passo avanti e dieci indietro! E del resto, se uno ti dà le botte in testa, tu non puoi star lì a fare il gentiluomo. Oggi non è questione di fioretto, è questione di sciabola, e quindi dobbiamo sapere che sì, si è vista una forza unitaria e questa è una grande novità – cioè il fatto di riuscire a mettersi insieme tra le varie Associazioni e Federazioni, anche con tutte le criticità che esistono – e tuttavia è pure vero che dobbiamo uscire all’esterno, costruire un percorso attraverso il quale dare visibilità alle nostre tematiche.
Sono convinto che situazioni come ad esempio quella del Ponte di Calatrava a Venezia, “nato inaccessibile”, così come altre  centinaia di occasioni, debbano diventare simboliche per dire che qui si violano giorno dopo i giorno i nostri diritti umani. E questa è una cosa nuova che non dice nessuno, che i giornali non riportano. Anche noi, del resto, siamo un po’ “timidi” su questo e invece dobbiamo rilanciare, dire che i nostri diritti umani sono violati tutti i giorni e dobbiamo costruire degli eventi significativi in grado di riportare questo messaggio, per far capire come sia cambiato il livello culturale».

Importante quindi, come è emerso per altri versi durante l’incontro, è il ruolo della comunicazione…
«La nostra abilità per coinvolgere gli organi d’informazione dovrà essere quella di costruire degli eventi e nello stesso tempo dare ad essi quella forza evocativa in grado di far cambiare la percezione. Se noi oggi parliamo di diritti umani non siamo più gli “sventurati”, i “malati” o i “poverini”, siamo qualche altra cosa. Nello stesso tempo ci sono molte parole d’ordine che andrebbero usate. La prima è certamente quella di dire: «Ma scusate, se oggi le Nazioni Unite affermano che noi siamo parte della società, perché continuate ad escluderci?».
L’impegno del movimento delle persone con disabilità dovrebbe essere capace di fornire questi slanci, non solo di costruire piattaforme di confronto, ma anche di riuscire a realizzare questa trasformazione culturale dell’immagine che si ha di noi». (Giuliano Giovinazzo)

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