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La disabilità «dimenticata» da quell’Osservatorio sulle Povertà

Ombra nera di profilo di donna in carrozzinaLa Giunta Regionale della Sardegna, con una propria Deliberazione (n. 57/3 del 31 dicembre 2009) basata sulla Legge Finanziaria approvata dal Consiglio, ha definito la costituzione dell’Osservatorio Regionale sulle Povertà, organismo istituito per far fronte alla preoccupante estensione della povertà in Sardegna, con finalità e obiettivi ambiziosi e la volontà di attivare iniziative e progetti destinati a incidere sia sugli aspetti più drammatici dell’indigenza, sia sulle cause che determinano l’insorgenza e l’aggravamento progressivo delle situazioni di povertà.
E tuttavia, come spesso accade, l’afflato unitario che avrebbe dovuto coagulare presenze, proposte, energie e convergenze, ha sùbito lasciato il posto al “pressing” di quanti intravvedono situazioni favorevoli per esercitare primazìe e caratterizzare ideologicamente e culturalmente l’attività di contrasto alla povertà. Insomma, si è ancora una volta in presenza di nobili propositi piegati da intenti di “esercizio egemonico”, con conseguente esclusione di significative organizzazioni sociali, capaci di dare un prezioso contributo alle finalità dell’Osservatorio.
Infatti, a un attento esame della sua composizione, appare evidente la discrezionalità – per altro favorita dal disposto legislativo – sui criteri adottati per la costituzione di un organismo destinato a individuare e a proporre iniziative e provvedimenti volti a contrastare la povertà in Sardegna.

Stupisce, innanzitutto, che – nonostante le ripetute analisi da molte parti avanzate – le associazioni di persone con disabilità (FISH Sardegna – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap e FAND – Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) non siano state coinvolte e tanto meno consultate. Nell’importante organismo, infatti, sono presenti le organizzazioni sindacali, numerose organizzazioni ecclesiali e qualche organizzazione di volontariato e promozione sociale. In particolare, dunque, sono escluse proprio le organizzazioni di promozione sociale e rivendicazione dei diritti per l’inclusione delle persone con disabilità e delle associazioni operanti per le persone colpite da condanne penali e in espiazione esterna.
Con tali decisioni, però, si nega nei fatti quanto affermato da autorevoli studiosi e cioè che molte situazioni di povertà siano determinate dall’emarginazione sociale, accompagnata da carenza di servizi e di opportunità occupazionali. La presenza della FISH Sardegna, poi, avrebbe contribuito con la propria esperienza e con la sua solida rete organizzativa, fornendo proposte specifiche e indicazioni significative che avrebbero potuto assicurare competenza ed esperienza nella programmazione e nella qualificazione dei programmi e dei progetti mirati al contrasto della povertà.

Siamo impegnati – per missione solidale e per motivazioni personali – nella lotta contro le discriminazioni, contro ogni forma di segregazione e di marginalizzazione che generalmente causano povertà. Operiamo per costruire iniziative per l’occupazione, per favorire la creazione di opportunità scolastiche e culturali, per rivendicare misure che agevolino la mobilità e l’accoglienza, per ampliare l’accesso alla comunicazione e all’informazione, per lo sviluppo di relazioni sociali positive. Abbiamo sperimentato negli anni che anche per molte persone con disabilità esistono rischi diffusi di povertà che la condizione di disabilità favorisce e aggrava, contro cui occorre coalizzarsi per costruire le sinergie necessarie.
La partecipazione della FISH Sardegna nel nuovo Osservatorio avrebbe perciò assunto il valore di un richiamo e avrebbe significato un impegno coerente per destinare risorse a progetti mirati e a iniziative in favore di tutte le persone con disabilità. Consideriamo dunque immotivata e inaccettabile l’esclusione della nostra Federazione che ha fornito ripetutamente prova di impegno e di presenza in questo difficile e doloroso campo della povertà e della sofferenza.
Riteniamo anche che la nostra assenza e il nostro mancato coinvolgimento siano il frutto di quella concezione che marginalizza le persone con disabilità, contravvenendo ai princìpi e al dettato della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata dallo Stato Italiano nel 2009 e in contrasto con le strategie europee precisate a Lisbona, che viene sintetizzato nello slogan Nulla su di Noi Senza di Noi.

*Presidente FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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