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La Geografia a scuola: evitiamo un ulteriore impoverimento culturale

Mappamondo centrato su Eurasia e AfricaUn mondo senza più confini: questo immagina il nostro Governo, ma non nell’auspicato senso dell’integrazione o della globalizzazione, bensì, molto più banalmente, un mondo senza confini perché le nuove generazioni non saranno in grado di riconoscerli!
Infatti, con la paventata Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei, in discussione in questi giorni, la Geografia rischia di diventare diventa una vera e propria “Cenerentola delle materie”: di scomparire cioè dagli istituti tecnici e di essere accorpata a Storia nei licei, venendo ovunque sensibilmente ridotta nelle ore d’insegnamento.

Studiare Geografia non vuol dire orientarsi su una cartina alla ricerca dell’itinerario migliore: per fare ciò è probabilmente meglio utilizzare il GPS. E tuttavia nessun sistema satellitare fa conoscere i popoli o capire le motivazioni culturali, sociali, politiche o geofisiche che portano alle migrazioni, agli scontri tra etnie, alle guerre. Un esempio per tutti: come comprendere le conseguenze del crollo del Muro senza saper collocare geograficamente Berlino?
Confini e nazioni sono in costante mutazione: la Geografia è dunque una materia viva, cui il nuovo ordinamento scolastico dovrebbe dedicare più ore anziché tagliarle.

«Auspichiamo da parte del Governo e del ministro dell’Istruzione Gelmini un ripensamento in tal senso in fase di discussione definitiva – ha dichiarato Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – affinché si eviti un ulteriore impoverimento della formazione culturale delle nuove generazioni». (Paola Scarsi)

Ufficio Stampa e Comunicazione del Forum del Terzo Settore, tel. 06 68892460, stampa@forumterzosettore.it.
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