Un Paese capovolto è un Paese che ha smarrito le priorità. Un Paese capovolto è un Paese che non è in grado di assicurare assistenza e cure a chi ha bisogno, ma assicura assegni di invalidità ad invalidi che non sono tali, ciò che il frutto di reati penali collettivi che coinvolgono a vario livello medici, funzionari e politici.
Sconcerta e indigna, infatti, apprendere dalle colonne di “Repubblica” che ogni anno il nostro sistema previdenziale destina ai falsi invalidi oltre 1 miliardo di euro. La ghigliottina esposta pochi giorni fa a Piazza Montecitorio per i genitori di un figlio disabile è contemporaneamente una sensazione e una tentazione: la sensazione di abbandono e di solitudine di chi vive la disabilità e la tentazione di farla finita che convivono drammaticamente.
La riuscita manifestazione dinanzi al Parlamento promossa dalle associazioni Tutti a Scuola e Disabilandia, con l’adesione di molte altre associazioni nazionali e la vasta eco sugli organi di comunicazione [il riferimento è alla manifestazione per l’inclusione scolastica del 24 febbraio a Roma, di cui il nostro sito ha riferito con il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.], aveva come obiettivo principale quello di esprimere un dolore enorme. L’iniziativa rappresentava un pretesto per raccontare a chi ci ascoltava che la disabilità è una condizione estremamente seria che richiede una consapevolezza e un’attenzione da parte della classe politica che sembra non esistere.
La ghigliottina raccontava di una politica che condanna i disabili e le loro famiglie, ciò che succede tutte le volte che quest’ultima evita di combattere la corruzione, con un costo stimato dalla Corte dei Conti nel 2009 pari a 60 miliardi di euro o di contrastare l’evasione fiscale con un’evasione record nell’ultimo anno calcolata in oltre 600 miliardi di euro.
Intorno alla disabilità sembra esserci una desolante indifferenza che l’ipocrita solidarietà di questo Governo delega progressivamente alla filantropia e al cinque per mille. In questo Paese capovolto si può affermare senza tema di smentite che la scuola non riduce gli insegnanti di sostegno, quando si sa benissimo che gli stessi sono ridotti a monte da una Legge Finanziaria folle che aveva regolamentato il numero degli insegnanti indipendentemente dagli alunni disabili.
Nessuna meraviglia, dunque, se il ministro Gelmini può emanare ad inizio d’anno una Circolare in cui rassicura che la presenza degli alunni con disabilità non supererà in ogni classe le due unità e poi – quando da tutta Italia le si fa notare che questo non è vero, perché gli alunni sono almeno tre o quattro – fa spallucce e riferisce che ormai l’anno scolastico è già cominciato… [su questo suggeriamo anche la lettura, nel nostro sito, del recente testo di Salvatore Nocera, disponibile cliccando qui, N.d.R.]. Peccato che dal prossimo anno gli alunni disabili – come sempre – cresceranno di circa 4.000 unità e gli insegnanti saranno sempre di meno!
Dovrebbe far riflettere chi legge che è stato lo stesso Ministro a eliminare con una norma che contravviene alla Legge Quadro 104/92 il tetto massimo di alunni disabili per classe e ancora sapere che negli ultimi cinque anni i Tribunali Amministrativi (TAR) di tutte le Regioni italiane suppliscono con ordinanze ripetute alle ore di sostegno specializzato che le famiglie richiedono.
Quanto lo abbiano compreso i numerosi parlamentari di maggioranza e opposizione intervenuti l’altro giorno ai piedi della ghigliottina allestita a Piazza Montecitorio a noi non è dato saperlo. Oggi per un disabile e la sua famiglia quello che ricorda più da vicino la propria condizione è proprio la presenza inquietante di quella ghigliottina.
*Associazione Tutti a Scuola.