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Noi, «bocciati» dal TAR della Basilicata

Due bimbe a scuolaAnche la nostra vicenda, vissuta in Basilicata, ci sembra dimostri come sia divenuta particolarmente spinosa, in questi ultimi mesi, la questione del sostegno scolastico e del suo drastico taglio.

Siamo i genitori di una bambina con disabilità che frequenta la seconda elementare. Con l’inizio dell’anno scolastico in corso, è cominciata la solita via crucis fatta di riunioni alle quali sono invitate a partecipare tutte le figure preposte al monitoraggio e alla certificazione dello stato di handicap della bambina. Come per l’anno scolastico precedente, anche questa volta la Commissione dell’ASL locale – formata da un neuropsichiatria infantile, da uno psicologo e da un assistente sociale – visto il quadro clinico, ha ritenuto di dover richiedere all’Amministrazione Scolastica un insegnante di sostegno “in deroga” per ventidue ore settimanali. Di questo la scuola non ne ha tenuto conto, assegnando tredici ore settimanali.
Il problema nasce da una cattiva interpretazione della Legge 244/07 (Finanziaria per il 2008), nella quale si ritiene opportuno il raggiungimento “tendenziale”, a livello nazionale, del rapporto di un insegnante ogni due bambini, ferma restando l’analisi attenta delle «effettive esigenze rilevate». Ciò non è stato tuttavia preso in considerazione nel caso in questione, dal momento che l’unico e solo scopo dell’Amministrazione Scolastica Regionale e Locale è stato quello del contenimento della spesa e del raggiungimento del budget prefissato.

Dopo avere quindi analizzato decine di scritti e di sentenze dei vari Tribunali Amministrativi Regionali – i quali, per la quasi totalità, hanno accolto favorevolmente le richieste dei genitori, riconoscendo loro la necessità di un ripristino della situazione precedente al taglio delle ore di sostegno – abbiamo deciso che per tutelare i diritti di nostra figlia la strada migliore fosse appunto quella di un ricorso al TAR della Basilicata. Questo ci è costato un notevole dispendio di energia e di denaro, ma come spesso accade, tutto ciò passa in secondo piano di fronte alla possibilità del riconoscimento di un sacrosanto diritto: quello all’integrazione e all’istruzione.
Nel mese di gennaio scorso, però, il TAR della Basilicata si è pronunciato sul nostro ricorso, rigettando la richiesta di ripristino delle ore perse. Le nostre motivazioni sono state liquidate con poche righe nelle quali – con assoluta sufficienza – si specifica che le attuali ore di sostegno garantiscono l’assistenza di un insegnante alla bambina.
Il 1° febbraio successivo, poi, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello di una famiglia lucana su un ricorso simile al nostro che il TAR della Basilicata aveva rigettato. Inoltre, la Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 80, depositata il 26 febbraio scorso [se ne legga ampiamente nel nostro sito cliccando qui e qui, N.d.R.], ha dichiarato illegittimi i commi 413 e 414 dell’articolo 2 della citata Legge 244/07, ripristinando di fatto lo stato precedente alla Finanziaria per il 2008.

A questo punto si fa fatica a capire perché nella nostra Regione i ricorsi proposti al TAR sulle ore di sostegno scolastico vengano liquidati con sentenze che sembrano frutto di un “copia e incolla”. Ed è anche doveroso sottolineare che nostra figlia – per la patologia di cui è portatrice – è una bambina vivace e vogliosa di apprendimento, che se stimolata e seguita nella giusta maniera, potrà un giorno leggere e scrivere. Tutto ciò, quest’anno, è stato in parte invalidato dal drastico taglio delle ore di sostegno scolastico, che garantiscono la “copertura” per due ore al giorno. Per le restanti sei ore, la maestra curricolare è costretta a fare letteralmente i salti mortali per gestire la classe composta da sedici alunni. Ovvio quindi che in questo scenario nostra figlia stia accumulando un ulteriore ritardo di apprendimento.
La formazione e la crescita di questi bambini, specialmente nella scuola dell’obbligo, dev’essere finalizzata all’integrazione e all’apprendimento e non a una mera forma di “intrattenimento” di qualche ora… La nostra Costituzione, agli articoli 34 e 38, garantisce il diritto all’educazione e allo studio a tutti i cittadini, anche se in gravi situazioni di handicap, ma questo dalla scuola e soprattutto dal TAR della Basilicata, sembra proprio essere stato dimenticato!
Tutti i genitori hanno doveri e responsabilità verso i propri figli; noi, come genitori di bambini “indifesi”, ne abbiamo ancora di più. Il nostro obiettivo dev’essere quello di salvaguardare i loro diritti, perché non vengano compatiti e messi ai margini della società, ma aiutati – anche con il giusto sostegno – a superare le loro difficoltà e a convivere con esse. Il raggiungimento di tale scopo dev’essere condiviso da tutti, genitori, formatori, politici e magistrati, che siano essi lucani, lombardi o di qualsiasi altra Regione Italiana, affinché realmente, la “Legge sia uguale per tutti”.

*Genitori di una bimba con disabilità.

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