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L’inclusione scolastica in primo piano anche alle elezioni inglesi

Come già accaduto nel 2007 in Francia, con il duello tra Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal, durante un acceso confronto televisivo a pochi giorni dal ballottaggio per le elezioni presidenziali del 2007, il tema dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità torna in primo piano durante la campagna elettorale di uno dei più importanti Paesi europei. I cittadini della Gran Bretagna, infatti, si preparano a scegliere il 6 maggio quello che sarà il prossimo inquilino del numero 10 di Downing Street, tra i candidati Gordon Brown (laburisti) – attuale premier – David Cameron (conservatori) e Nick Clegg (liberal-democratici).

Cameron, che nel febbraio del 2009 ha perso il figlio Ivan, con una paralisi cerebrale associata ad epilessia, è stato “affrontato” proprio sul tema dell’inclusione scolastica – all’uscita da un discorso elettorale sulle misure per la riduzione del crimine – da Jonathan Bartley, genitore di un ragazzo con spina bifida, che ha accusato i conservatori di non rappresentare correttamente i bisogni degli alunni con disabilità nelle scuole “di tutti” (mainstream schools).
David Cameron discute con Jonathan Bartley (foto: Oli Scarff/Getty Images, per gentile concessione)È successo esattamente il 27 aprile, quando Bartley, in compagnia del figlio Samuel, di sette anni, ha redarguito il leader conservatore, sostenendo come il suo partito «stia pianificando la segregazione dei ragazzi con disabilità che affrontano discriminazioni nelle scuole “di tutti”». Sembra infatti che nel loro pRogramma i Tories [conservatori inglesi, N.d.R.] si siano impegnati a mettere fine a un pregiudizio nel sistema educativo che incoraggerebbe le iscrizioni dei ragazzi con disabilità all’interno delle scuole “di tutti”, rispetto alle scuole speciali. Il partito ha sostenuto comunque che i genitori saranno liberi di scegliere quale tipo di scuola sia la migliore per i propri figli.
Proprio Cameron si è curato di scrivere personalmente questa parte del manifesto dei Conservatori, in cui si legge come «i bambini più vulnerabili meritino la più alta qualità di presa in carico» e proprio per questo il partito chiama a una «moratoria» contro quella che viene definita «la chiusura su base ideologica delle scuole speciali».

Bartley – scrittore, oratore, e condirettore del think tank* religioso «Ekklesia» – si è dunque confrontato con Cameron – a fianco del figlio Samuel, in carrozzina – mentre il leader dei Tories lasciava il Centro Oasis di Kennington, nella zona Sud di Londra, dove aveva tenuto un discorso sulla Società spaccata. E proprio a quel titolo Bartley ha fatto riferimento, affermando che «questo è un modo sbagliato di procedere. Non state rappresentando le necessità dei ragazzi con bisogni speciale nel sistema di istruzione “di tutti”. Voi volete segregare i bambini con disabilità. Lei parla di “società spaccata”, ma è stato inserire nostro figlio a scuola che ha quasi spaccato la nostra famiglia».
Cameron ha risposto sostenendo come – da padre egli stesso di un bambino con disabilità – sia particolarmente “appassionato” nell’assicurare che i ragazzi ricevano la migliore educazione che è giusta per loro. «Assolutamente le prometto – ha dichiarato – che non farò mai nulla per rendere più difficile l’inserimento di un ragazzo in una scuola “di tutti”», proprio mentre ricordava  la battaglia da lui condotta per evitare la chiusura della scuola speciale del figlio Ivan, la Jack Tizard.
«Al momento – ha continuato il candidato conservatore inglese – le persone non ottengono quello che vogliono. Lei non ha ottenuto quello che voleva, io non ho ottenuto quello che volevo. Ambedue dobbiamo lottare. Non potrei essere più appassionato riguardo a questa tematica. Ho condotto una vera e propria “battaglia del diavolo” per mio figlio».

Poche ore dopo lo “scontro”, Cameron ha per altro ammesso di aver fallito nel persuadere Bartley, che nel 1995 era stato membro del team per la campagna elettorale del conservatore John Major contro John Redwood. «Questo tema – ha sottolineato Cameron – suscita passioni reali. C’è stato un tempo in cui i ragazzi venivano spinti nelle scuole speciali quando sarebbero potuti andare in una scuola “di tutti”. Oggi il pendolo ha oscillato troppo in favore di quest’ultima e ritengo che i genitori non siano sufficientemente informati rispetto alle scuole speciali».

Testo elaborato utilizzando come fonte un articolo della testata «Guardian», disponibile cliccando qui.

*Un think tank (letteralmente “serbatoio di pensiero”) è un organismo, un istituto, una società o un gruppo, tendenzialmente indipendente dalle forze politiche (anche se non mancano think tank governativi), che si occupa di analisi delle politiche pubbliche e quindi nei settori che vanno dalla politica sociale alla strategia politica, dall’economia alla scienza e la tecnologia, dalle politiche industriali o commerciali alle consulenze militari.

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