Si definiscono “Gruppo Mamme H“, in una nota aperta da un vero e proprio “messaggio gridato”, ovvero «Noi non ci stiamo più!».
Sono dodici mamme in rappresentanza di tante altre che hanno un figlio con varia disabilità e che a firma di Marina Cometto e Gabriella La Rovere, scrivono tra l’altro: «L’attuale manovra economica prevista dal Governo non fa altro che penalizzare questa fascia di popolazione», ma «parlare di spesa improduttiva riferendosi allo Stato Sociale non è accettabile, soprattutto quando l’Italia ha sottoscritto la Convenzione ONU del 2006 che sancisce i diritti dei disabili in quanto persone. Non si può parlare di improduttività quando la disabilità dà lavoro a tanti operatori sanitari, insegnanti, educatori, per non parlare di tutte le aziende produttrici di ausili, nonché le stesse case farmaceutiche».
«Queste mamme – continua la nota – non ci stanno più a continuare a sacrificarsi per rendere la vita del proprio figlio il più dignitosa possibile e per salvaguardare il bene psicologico e affettivo della famiglia». In tal senso è stata scritta una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, «quale rappresentante di tutti i cittadini italiani e quindi anche del loro figlio».
«La speranza – si conclude – è quella di avere un segnale, a dimostrazione che non tutta la politica è sorda alle esigenze dei più fragili, proiettata solo sulla redditività standard dei normodotati e non sullo sviluppo e sulla promozione di tutte le risorse disponibili presenti nella comunità».
Giovedì 3 giugno, quindi, sulla scia dei festeggiamenti per il 64° compleanno della Repubblica Italiana e della democrazia, questo gruppo di “Mamme H” sarà a Roma, fuori dal Quirinale, per poter parlare con il presidente Napolitano. Perché, affermano, «la persona con disabilità non è solamente qualcuno al quale si dà, ma dev’essere aiutato a divenire colui che dà, nella misura delle sue possibilità».