Hanno mantenuto la promessa, le “Mamme H” e – come avevamo annunciato anche dalle pagine del nostro sito (se ne legga cliccando qui) – il 3 giugno scorso erano a Roma, fuori del Quirinale, provenienti dal Piemonte, dall’Umbria, dalla Lombardia e dal Lazio, insieme a due redattrici del portale Disabili.com. Intendevano affermare che «la persona con disabilità non è solamente qualcuno al quale si dà, ma dev’essere aiutato a divenire colui che dà, nella misura delle sue possibilità». Per questo si erano fatte precedere da una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (che in calce riprendiamo integralmente) e due di loro, Gabriella La Rovere e Marina Cometto, sono state ricevute dal consigliere di Stato Alberto Ruffo. Proprio a Marina Cometto – una delle principali protagoniste di questa iniziativa – cediamo la parola, per raccontare quella giornata.
Il 3 giugno, dunque, siamo giunte al Quirinale, spiegando che avevamo scritto una lettera raccomandata, con la richiesta di un incontro con il presidente Napolitano e abbiamo chiesto almeno di poter parlare con qualcuno della Segreteria del Presidente.
Dopo qualche resistenza da parte degli addetti ai controlli, una volta spiegato e dimostrato che non eravamo “pericolose”, siamo state accolte dal consigliere di Stato Alberto Ruffo, che ci ha ascoltate, ricordandoci che il Presidente non ha potere legislativo (ma questo lo sapevamo benissimo) e che pur essendo sensibile e avendo più volte sollecitato il Parlamento a tenere conto dei cittadini che vivono maggiormente in difficoltà, non ha altro potere per esserci di concreto aiuto e ci ha consigliato di fare pressione sulle forze politiche parlamentari, per eventuali modifiche della Manovra Finanziaria di questi giorni.
Da parte nostra abbiamo ribadito il desiderio di poter avviare una collaborazione ufficiale per “fare cultura della disabilità” nei confronti delle forze politiche, visto che chi ha stilato la Manovra ha dimostrato di non conoscere affatto l’argomento. Questo però non ha riscosso l’attenzione desiderata.
Ho quindi consegnato al dottor Ruffo copia del video che avevo pubblicato e diffuso in rete [il video racconta la situazione di Marina Cometto e della figlia Claudia. Lo si raggiunge in Youtube cliccando qui, N.d.R.], chiedendo cortesemente che spendesse sei minuti del suo tempo – tanto dura più o meno il video – per vederlo, per capire di cosa stavamo parlando. Ci è stato assicurato che lo avrebbe fatto… Dopo una ventina di minuti siamo state congedate.
Probabilmente abbiamo creato una qualche preoccupazione, con la nostra presenza e la nostra richiesta forse inusuale; certamente abbiamo stupito dicendo che non avevamo nulla di particolare da rivendicare, se non il fatto che siamo stanche di non avere pari opportunità come famiglie disabili.
Non possiamo dire di essere state totalmente soddisfatte dell’incontro perché avremmo sperato in un po’ più di considerazione, magari in una stretta di mano del Presidente. Ma va bene comunque; l’importante è avere fatto il primo passo per iniziare un percorso lungo, impegnativo e irto di ostacoli, che però vogliamo certamente tentare di fare.
La cultura della disabilità inizia da qui e saranno le “Mamme H” a portarla avanti, fino a quando i nostri figli saranno veramente considerati “cittadini senza etichette”, fino a quando tutti i cittadini avranno riconosciuti gli stessi diritti e le stesse opportunità, con modi e scopi differenti a seconda delle necessità, ma comunque cittadini a pieno titolo, tutti uguali e tutti diversi.
Solo allora cancelleremo quell'”H” e potremo diventare semplicemente mamme come tutte le altre.
La lettera inviata dal “Gruppo Mamme H” al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Siamo e ci sentiamo famiglie penalizzate, nonostante le molte leggi eccellenti che sono state emanate negli anni passati, ma nelle legislature successive sempre meno finanziate e, in molti casi, modificate a totale scapito dei nostri figli e di noi famiglie.
L’attuale Manovra Economica, prevista dal Governo, ci penalizza ulteriormente a tutti i livelli: sanitario, scolastico e assistenziale. Le Regioni e i Comuni saranno obbligati a limitare i servizi e noi famiglie, già tanto tartassate, saremo costrette a subire un’ulteriore emarginazione.
Noi non ci stiamo più
Abbiamo in tutti questi anni sopportato e subìto gravi e incredibili (da chi non vive questa realtà o la conosce poco) discriminazioni e ricatti morali di varia entità. Abbiamo pagato in salute fisica e psicologica, nonché con enormi stangate economiche, ausili, cure mediche, rapporti con gli Enti Pubblici.
Adesso sentire che i nostri figli sono considerati «spesa improduttiva» e che su di essi si fanno ricadere le mancanze e le incompetenze di anni di amministrazione indifferente in cui la nostra realtà di vita è stata totalmente ignorata, ci pone nella condizione di non poter più continuare a sopportare tacendo. Ed eccoci pronte a scendere in campo per far sentire la nostra voce.
Noi, “Mamme H”
convinte che Lei rappresenti il Presidente di tutti i cittadini italiani e quindi anche dei nostri figli, chiediamo di essere ricevute personalmente, onde dare un segnale civile e politico che tenga conto anche dei diritti dei nostri figli.