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Non solo quei dati sono sbagliati, ma c’è di più…

Ombra sfuocata di persona in carrozzinaA proposito dei numeri strombazzati in queste settimane dal ministro dell’Economia Tremonti circa  «2,7 milioni di invalidi» presenti nel nostro Paese, tema più volte discusso sulle pagine di Superando [se ne legga ad esempio cliccando qui e qui, N.d.R.], innanzitutto non posso che confermare la falsità di un dato che in realtà rappresenta il numero delle prestazioni erogate dall’INPS a vario titolo alle persone con disabilità nel 2009, molto spesso più di una a favore del medesimo soggetto (pensione più indennità, ad esempio). È plausibile dunque pensare che il numero reale si aggiri intorno ai 2 milioni di persone.

Ma c’è un altro punto altrettanto importante, che si dovrebbe strombazzare in misura quanto meno pari a quella con cui il ministro Tremonti e gli stessi organi d’informazione diffondono dati fuorvianti. Andrebbe cioè chiarito che 2 milioni sono i percettori di prestazioni INPS e non il dato assoluto delle persone con disabilità in Italia, che invece – come si può evincere dall’interessante rapporto diffuso il 13 maggio scorso dall’Istat (La disabilità in Italia. Il quadro della statistica ufficiale, pagina 15, disponibile cliccando qui), ammontavano già nel periodo preso in esame (gli anni 2004-2005) a 2,6 milioni, il 4,8% della popolazione italiana. Il che vuol dire semplicemente che una cospicua parte delle persone con disabilità nel nostro Paese è priva di welfare.

Da ultimo vorrei anche annotare il mio apprezzamento per la “fierezza” della “proposta dignitosa” lanciata da Franco Bomprezzi [l’articolo cui si fa riferimento è intitolato Questa è una proposta dignitosa ed è disponibile cliccando qui, N.d.R.], anche perché lascia trasparire la sperequata dualità del welfare relativo alle persone con disabilità, tra prestazioni previdenziali a favore di chi lavora o ha lavorato, il cui livello economico, tutto sommato, è adeguato e prestazioni meramente assistenziali a favore degli inoccupati e degli inabili al lavoro, il cui livello economico, viceversa, è scandaloso. Solo tenendo bene a mente questa disparità di welfare, infatti, si potrà controbattere seriamente a tanti, troppi “autorevoli ciarlatani”.

*Consigliere dell’Associazione Luca Coscioni.

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