Con la doverosa volontà di partecipare – anche formalmente – al dibattito sulla Manovra Finanziaria Correttiva, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva ufficialmente richiesto un’audizione alla Commissione Bilancio del Senato che sta svolgendo la prima analisi del relativo Decreto Legge n. 78, approvato il 31 maggio scorso dal dal Consiglio dei Ministri.
In particolare la Federazione intendeva sottoporre alla Commissione ulteriori elementi di valutazione rispetto all’articolo 10, quello che prevede l’innalzamento della percentuale di invalidità (dal 74 a 85%), ai fini della concessione dell’assegno mensile agli invalidi civili parziali (256,67 euro). Si sarebbero in tal modo evidenziati i dati reali di “risparmio” a fronte di una misura iniqua, penalizzante e discriminatoria, che nulla a che vedere né con il contrasto all’enfatizzato fenomeno dei cosiddetti “falsi invalidi”, né con un significativo contenimento della spesa.
Infatti, all’interno di una Manovra da 24 miliardi di euro, questo “taglio” dovrebbe produrre un risparmio – ridicolo per l’erario, ma drammatico per gli interessati – di circa 10 milioni di euro nel 2011 e di 30 milioni nell’anno successivo. Sono dati, questi, che la FISH aveva già previsto (se ne legga ad esempio nel nostro sito cliccando qui) e che ora emergono, nero su bianco, nella stessa Relazione Tecnica alla Manovra.
Ebbene, la Commissione Bilancio del Senato, senza produrre alcuna motivazione, ha rifiutato l’audizione. «Delle due l’una – è il commento di Pietro Barbieri, presidente della FISH – o le persone con disabilità e i loro familiari non hanno dignità di “parte sociale”, oppure la Commissione temeva che si dovesse mettere a verbale l’evidenza di un paradosso che ha rappresentato il tormentone mediatico delle ultime settimane. In ogni caso la FISH, audizione o no, prosegue con le sue azioni di mobilitazione». (G.G.)