«Oggi in Commissione Finanze – informa in una nota la senatrice Emanuela Baio – il Governo ha ammesso di avere sbagliato. Finalmente! Il sottosegretario Alberto Giorgetti ha infatti dichiarato che serve modificare questo articolo».
Il riferimento è naturalmente all’articolo 10 della Manovra Finanziaria Correttiva (Decreto Legge n. 78), quello che tanto ha fatto discutere in queste settimane e che è stato tra l’altro uno dei motivi principali della mobilitazione unitaria di protesta lanciata dalle Federazioni FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), con la manifestazione nazionale di Roma preannunciata per il 1° luglio prossimo (se ne legga cliccando qui).
Si tratta – vale la pena ricordarlo ancora una volta – di quel provvedimento che innalza la percentuale di invalidità dal 74 all’85% ai fini della concessione dell’assegno mensile agli invalidi civili parziali (256,67 euro mensili), misura del tutto ininfluente per il contenimento della spesa pubblica e che anziché colpire i cosiddetti “falsi invalidi”, provoca in realtà gravi conseguenze per quelli veri. Temi, questi ultimi, ripetuti più volte da queste pagine e che ora la stessa senatrice Baio riprende nella sua nota.
«Si tratta – dichiara infatti quest’ultima – di un’incivile norma manifesto, perché di fatto non consente di raccogliere ingenti risorse. Si parla di 10 milioni nel 2011, 30 milioni nel 2012 e 40 milioni nel 2013. Sarebbe sufficiente individuare e scoprire il 2% dei falsi invalidi per far recuperare allo Stato gli stessi soldi che il Governo vuole tagliare ai veri invalidi. Non sono questi dati a bloccare la competitività e neppure a impoverire il bilancio dello Stato. Obiettivo di civiltà è rintracciare i falsi invalidi e i falsi attestatori». A parlare di «competitività bloccata» – anche qui vale la pena ricordarlo – era stato più volte il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che sin dalla presentazione della Manovra, aveva dichiarato: «Questo è un Paese che ha 2 milioni e 7 di invalidi e 2.7 milioni di invalidi pone la questione se un Paese così può essere ancora competitivo». Una cifra, tra l’altro, frutto di un calcolo oggettivamente non corretto, perché comprendente il numero delle prestazioni erogate dall’INPS a vario titolo alle persone con disabilità nel 2009, molto spesso più di una a favore del medesimo soggetto (pensione più indennità, ad esempio).
«Esistono proposte concrete – aggiunge poi Emanuela Baio – che possono far bene alle casse dello Stato e anche ai disabili, quali ad esempio ridurre il numero delle Commissioni Attestatrici e dei medici presenti nelle stesse, così da ottenere un doppio risparmio, i costi diretti per i gettoni di presenza, ma anche quelli indiretti per pagare i sostituti dei medici presenti in Commissione. Ma non solo. Le associazioni dei veri invalidi hanno ricordato che c’è una norma che farebbe contenere molto i costi, reintrodurre cioè il ricorso amministrativo da presentare direttamente all’INPS. Oggi ci sono 350.000 cause sull’invalidità civile con un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro. È così che lo Stato soccombe perdendo soldi e il bandolo della matassa».
«Speriamo – conclude la senatrice – che il ministro Tremonti corregga realmente l’articolo 10, non dimenticando la massima del padre dell’economia moderna Adam Smith: “La società non può sussistere tra coloro che sono sempre pronti a danneggiarsi e a farsi torto l’un l’altro”». Una speranza che naturalmente facciamo nostra, pur restando sempre viva la preoccupazione per molte altre questioni legate alla Manovra Finanziaria Correttiva, tra le quali il taglio consistente agli Enti Locali – che rischia di portare a gravi conseguenze principalmente per le “fasce deboli” della popolazione – o per quello stigma, denunciato nei giorni scorsi da FISH e FAND, «che una campagna mediatica quasi senza precedenti ha subdolamente diffuso nel Paese, equiparando brutalmente i “falsi invalidi” alle persone con reali e drammatici problemi di disabilità». (Stefano Borgato)