Abbiamo accolto con grande interesse e coinvolgimento la presa di posizione che le Regioni e gli Enti Locali hanno assunto, con decisione, nei confronti del Governo, in merito alla manovra di riduzione di spese per quasi 25 miliardi di euro in due anni, che si vorrebbe scaricare – per oltre il 50% – sulle spalle delle Autonomie Locali.
Abbiamo anche pubblicamente dichiarato la nostra presenza simbolica in piazza davanti al Palazzo del Governo, in occasione della manifestazione promossa dall’ANCI [Associazione Nazionale Comuni Italiani, N.d.R.] il 23 giugno scorso [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], per dare forza all’azione dimostrativa di molti sindaci delle nostre città, seriamente preoccupati per l’impatto che la manovra determinerà sull’assetto dei servizi ai cittadini, soprattutto di quelli rivolti alle persone più fragili e alle famiglie che già si trovano al di sotto o al limite della soglia di povertà.
La Campagna “I diritti alzano la voce” – a cui aderiscono venticinque organizzazioni del volontariato e del terzo settore italiani – è nata, infatti, per promuovere una riforma del welfare che valorizzi al massimo i livelli locali, per costituire insieme, sui diversi territori, sistemi capaci di rispondere realmente ai bisogni dei cittadini e della collettività.
Vorremmo, per questo, sollecitare sia i Presidenti delle Regioni sia i Presidenti delle Province e i Sindaci a prestare una grande attenzione a un rischio altrettanto grave, qualora ci si limitasse solo a chiedere una diversa distribuzione dei cosiddetti “sacrifici”. Tutti stanno, infatti, evidenziando il carattere esclusivamente deflattivo della manovra, il cui esito sarà certo un’ulteriore riduzione del potere d’acquisto dei cittadini e un altrettanto certo e ulteriore aumento della disoccupazione, calcolato in circa 250.000 nuovi disoccupati.
Ancora una volta, dunque, pagheranno i più fragili, quelli che possono contare solo su contratti precari, i già impoveriti, coloro che stanno scivolando inesorabilmente nella povertà, che ha già raggiunto livelli intollerabili per un Paese civile come dovrebbe essere il nostro.
Inoltre, le condizioni in cui si trovano a operare i servizi sociali e socio-sanitari – sia pubblici, sia del privato sociale – sono già oggi assai critiche. Nel caso dei servizi pubblici, è nota la grave carenza di cui soffrono gli organici, deficit che – specie al Sud – compromette in partenza il raggiungimento delle finalità istituzionali.
Per quanto riguarda invece le difficoltà dei servizi del privato sociale, negli ultimi anni i problemi economici e finanziari delle Regioni e degli Enti Locali hanno portato, in tante parti del Paese, a ritardare sempre più i pagamenti dovuti, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza delle organizzazioni di terzo settore. È chiaro, quindi, che il giro di vite deciso dal Governo rischia di dare il colpo di grazia a un mondo già assai prostrato.
È per questo che vorremmo sollecitarvi ad arricchire e completare le vostre rivendicazioni sacrosante, legittime e doverose, con alcune richieste che permetterebbero di affrontare in modo incisivo la vera questione sociale del nostro Paese: la lotta alla povertà e la riforma del welfare.
La Campagna “I diritti alzano la voce” ritiene che sia prioritario:
– esigere dal Governo la determinazione dei cosiddetti “costi standard” dei servizi sociali e il loro finanziamento certo attraverso la determinazione di una quota capitaria in capo a ogni cittadina e cittadino del Paese, così come, da anni, è previsto per il comparto sanitario;
– rivendicare la definizione (finalmente) dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Già Vasco Errani, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, si è pubblicamente espresso in favore della loro adozione;
– rivendicare l’esclusione dei settori dell’economia sociale pubblica dal blocco dei rinnovi contrattuali e delle integrazioni/assunzioni del personale sulla base delle piante organiche già determinate e approvate;
– definire insieme – Istituzioni e terzo settore – dove i tagli vadano fatti. È evidente a tutti, infatti, il rischio che, nell’ansia di risparmiare, si finisca per colpire diritti irrinunciabili e situazioni realmente gravi che, invece, non dovrebbero essere penalizzati (vedi le misure sull’invalidità [ora rientrate, N.d.R.]).
Sarebbe importante che tali priorità fossero assunte anche dalle Regioni e dagli Enti Locali, per dare al Paese un segnale di grande attenzione ai diritti di cittadinanza, per i quali le nostre organizzazioni intendono continuare a lottare.
Noi siamo e saremo al vostro fianco in questa importante battaglia di civiltà. In autunno terremo un importante convegno sulla riforma del welfare e il rapporto tra pubblico e privato. Ad esso intendiamo invitare la Conferenza delle Regioni, l’UPI [Unione Province Italiane, N.d.R.] e l’ANCI.
Chiediamo, perciò, a questi tre organismi di rappresentanza un incontro per poter presentare loro gli obiettivi e le azioni future della campagna e condividere analisi e proposte, anche in vista di possibili alleanze per riformare il welfare in direzione della riduzione delle disuguaglianze e della povertà e per la definizione di serie politiche di inclusione e promozione di benessere sociale.
*Campagna lanciata nel febbraio di quest’anno, con l’adesione di venticinque organizzazioni del volontariato e del Terzo Settore italiani, tra cui quella della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Le organizzazioni aderenti sono esattamente: Antigone – Arci – Arciragazzi – Associazione Città Visibile – Associazione Familiari Alzheimer Pordenone ONLUS – Associazione Welcome – Auser – Centro Iniziative e Ricerche Euromediterraneo (CIREM), Napoli – Comitato Diritti Civili delle Prostitute – Comunità Saman – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) – Emmaus Italia – ERIT Italia – Eurocare Italia – Federazione Internazionale “Città sociale”, Campania – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) – Federazione Italiana Organismi per le Persone senza Dimora (FIO.PSD) – Federazione SCS/CNOS-Salesiani per il Sociale – Forum Droghe – Ires Campania – Jesuit Social Network (JSN) Italia – Lunaria – Movimento per il Volontariato Italiano (MOVI) – Movimento Rinnovamento Democratico – Solidarietà e Cooperazione-CIPSI.