«Per mesi avrebbe maltrattato, in classe, un bambino autistico di 8 anni, usandogli violenze psicologiche e fisiche. Dopo la denuncia dei genitori, un fascicolo per “maltrattamenti” è stato aperto dalla Procura nei confronti di una maestra di una scuola elementare di Spinaceto, alla periferia di Roma». Questa la triste notizia di cronaca che anche il nostro sito aveva raccolto nel giugno scorso [se ne legga cliccando qui, N.d.R.], inquadrandola nel contesto già ben noto di difficoltà oggettive incontrate dai bambini autistici e dalle loro famiglie nel percorso scolastico.
Oggi – sempre rispetto a quel fatto – registriamo la posizione della Consulta delle Persone con Disabilità del Municipio Roma 12 – cui quella scuola appartiene – espressa tramite una lettera inviata appunto alla Dirigente del 143° Circolo Didattico Spinaceto, da Luciana Gennari, presidente della Consulta stessa.
«La Consulta – vi scrive Gennari – non può esimersi dall’esprimere la massima solidarietà alla famiglia dell’allievo disabile, condannando qualsiasi atto violento nei riguardi delle persone più fragili e auspicando che le autorità giudiziarie facciano al più presto e con severità il loro percorso nei confronti dell’insegnante che si è resa colpevole di un comportamento aggressivo verso una persona con grave disabilità».
Quanto accaduto – aggiunge la presidente della Consulta – rischia tra l’altro di cancellare i numerosi, proficui momenti lavorativi «concernenti proprio l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità», ad esempio «attraverso l’Accordo di Programma siglato tra il Municipio 12, l’ASL RMC e la Rete Interscolastica “ScuoleInsieme”, concretizzatosi in GLH d’Istituto [Gruppi di Lavoro handicap, N.d.R.], GLH Operativi, Assemblee Plenarie e Gruppi di Lavoro nell’ambito del GLH Distrettuale». Preziosi passaggi di collaborazione, questi, nell’ambito dei quali Gennari riconosce alla Dirigente Scolastica destinataria della lettera, «un’indubbia competenza professionale, unita a una non comune capacità umana nelle relazioni interpersonali».
«Chi sbaglia, dunque, è giusto che paghi», conclude la lettera e la stessa Consulta sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile nei confronti dell’insegnante coinvolta. E questo appare tanto più necessario, proprio per far sì che «in alcun modo si creino difficoltà a una collaborazione che deve continuare ad essere proficua per le sorti del territorio coinvolto». (S.B.)