Sarà una manifestazione promossa anche per presentare ulteriori discipline dedicate alle persone con lesione al midollo spinale e più in generale per sottolineare gli effetti benèfici dell’attività sportiva sulla qualità della vita delle persone – sia normodotate che con disabilità – la Festa dello Sport organizzata presso la propria sede (Unità Spinale dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, ore 10), per sabato 11 settembre a Milano, da AUS Niguarda ONLUS (Associazione Unità Spinale Niguarda).
«Si tratterà anche – spiegano i promotori dell’iniziativa – di un interessante momento di formazione, grazie alla partecipazione di Moreno Martinelli, docente di Teoria e Didattica delle Attività Motorie adattate al Disabile, presso l’Università del Sacro Cuore di Milano, che interverrà sul tema Salute e prevenzione: obiettivo movimento».
La Festa dello Sport è inserita all’interno della programmazione delle Piazze della Salute, campagna indetta dall’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, allo scopo di sensibilizzare la popolazione in merito alle problematiche relative ai grandi temi della salute, della prevenzione e dell’adozione di corretti stili di vita.
Come accennato, dunque, accanto alle attività sportive già inserite nel progetto di avviamento allo sport delle persone con disabilità, attivato presso l’Unità Spinale del Niguarda, ne verrano proposte di nuove, quali l’handbike, il tchoukball [sport con la palla di crescente diffusione, che si gioca in palestra o anche in spiaggia. Se ne legga cliccando qui, N.d.R.], il tennis in carrozzina e il paravolley.
Nel corso della giornata sono previste inoltre dimostrazioni pratiche e la proiezione su un megaschermo di filmati relativi agli sport più svariati. Saranno presenti infine diverse aziende con stand informativi sui vari ausili per le persone con disabilità e verrà allestito un buffet.
«Attraverso questa iniziativa – aggiungono gli organizzatori – si intende in sostanza fare sperimentare alle persone con lesione midollare una o più attività sportive, considerandole come ipotesi di strumento terapeutico, grazie al quale raggiungere autonomia e indipendenza nella vita quotidiana, nonché avere l’opportunità di coltivare nuovi rapporti interpersonali». (S.B.)