- Superando.it - https://www.superando.it -

Caro Assessore, non bastava scusarsi?

Ragazzo in carrozzina da solo in classe, con un'insegnante di sostegno“Raffreddati un po’ gli animi”, dopo il vero e proprio “putiferio mediatico” scatenatosi a fine settembre, vogliamo qui tornare a parlare – ci auguriamo per l’ultima volta – dell’assessore alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Chieri (Torino), Giuseppe Pellegrino, e delle valutazioni da lui espresse sull’integrazione scolastica delle persone con disabilità.
I Lettori più attenti ricorderanno bene che il quotidiano «La Stampa» del 24 settembre scorso (disponibile cliccando qui) aveva riportato come pronunciate da quell’Assessore, in Consiglio Comunale, affermazioni secondo cui «i genitori [degli studenti con disabilità] devono rendersi conto che sono tempi duri per tutti» ed «è nostro compito convincerli» che «lasciarli in classe con gli altri compagni [gli alunni con disabilità] è inutile». Infine che «oggi ci sono comunità specializzate».
Subito dopo, di fronte alle innumerevoli reazioni, nel corso di una conferenza stampa Pellegrino aveva affermato che le sue parole erano state travisate dal giornale e aveva quindi voluto precisare il suo pensiero con alcune dichiarazioni riportate anche dal mensile «CHierioggi», in un articolo intitolato Dico sì, assolutamente sì, ai disabili a scuola (disponibile cliccando qui), a firma di Valerio Vigliaturo: «Ebbene, se per talune di queste tipologie, per fortuna la quasi totalità, risulta assolutamente necessario ed opportuno, nell’interesse primario del minore e della sua famiglia, provvedere alla sua integrazione nell’ambiente scolastico con tutti gli ausili ed i sostegni previsti dalla legge, ed anche con quelli non previsti ove possibile, per tal altre tipologie, eccezionali ma a quanto pare in aumento, costituite da gravi, gravissime disabilità psichiche, magari contraddistinte da più o meno saltuari episodi di violenza, il sostegno che può essere fornito a scuola, sostegno che a questo punto per lo più si esaurisce in una mera custodia protettiva, non mi pare la soluzione idonea per realizzare, per quanto possibile, un recupero del ragazzo alla vita sociale. E ricordo che, proprio per non essere frainteso, ho riportato un caso a titolo di esempio: quello di un ragazzo, affetto da grave disabilità psichica, non fisica, abbandonato a passare le sue giornate a scuola a camminare avanti ed indietro nel corridoio, prendendo a calci i muri». «Ritengo invece, ribadisco nell’interesse primario del minore – concludeva l’Assessore – che vadano individuate, e ove non esistenti realizzate, altre localizzazioni più efficacemente strutturate, con risorse umane e materiali all’uopo predisposte, più funzionalmente idonee a rispondere alla domanda di aiuto. Questo il mio pensiero ed il senso delle mie parole così come più o meno le ho pronunciate in quella serata, nulla che possa assimilarsi  al “fuori i disabili dalle classi” messemi in bocca dall’articolista de “La Stampa”».

Tutto chiarito, dunque? Crediamo proprio di no, a giudicare innanzitutto da quanto scrive per noi Giorgio Genta della Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi), ovvero colui che aveva commentato per primo, nel nostro sito, le parole dell’assessore Pellegrino (se ne legga cliccando qui).
Secondo Genta, infatti, «al di la delle parole accuratamente ricercate per limitare lo spiacevolissimo episodio ad un singolo caso e alle minacce di querela nei confronti del giornalista de “La Stampa” per aver travisato gravemente il suo pensiero, il senso del discorso non cambia molto, perché si nega nei fatti la possibilità di integrazione “nella scuola di tutti” delle disabilità più gravi, specialmente di quelle intellettive, ovvero quelle che potenzialmente possono trarre il maggior beneficio dall’inserimento (certo con gli opportuni supporti) in un ambiente sociale “normale” e non in una struttura coercitiva. E inoltre perché la divisione tra  disabilità “integrabile o meno” nell’ambiente scolastico per fortuna non compete all’assessore Pellegrino e ai dirigenti scolastici da lui evocati e per due buoni motivi: perché è espressamente previsto dalla legge che la gravità non possa mai essere invocata come esclusione dalla fruizione di un diritto e soprattutto perché tale divisione non esiste».
Aula scolastica vuota«Non sarebbe più giusto – conclude Genta – chiedere che i fondi necessari alla realizzazione dei ventilati corsi di “addestramento guerriero” [con riferimento alla alla proposta dei ministri della Difesa e dell’Istruzione di un corso di tipo “militare” nelle scuole superiori, N.d.R.] venissero dirottati verso un miglioramento e un potenziamento del sostegno nella scuola di tutti?».

Su toni praticamente analoghi si esprime il Gruppo Mamme H – comitato nazionale di madri di bambini e ragazzi disabili gravi – per il quale Daniela Guccini, Luciana Gennari, Daniela Mignogna, Marina Cometto, Gabriella La Rovere, Orietta Mariotti, Sonia Pisani e Rossella Baroni, rivolgendosi all’assessore del Comune piemontese, scrivono tra l’altro: «Vorremmo spiegarle che la diversità è un valore fondamentale per una società che include, ma a volte, come in questo caso, la diversità è stata descritta come un maleficio, che danneggia chiunque ne sia a contatto. Ciò che manca alla gente è la formazione, la conoscenza, la cultura della diversità, specialmente nelle Istituzioni che lei rappresenta. La scuola raffigura la via di partenza per imparare a vivere in un contesto diversificato, ad accettare e rispettare le regole, le opinioni altrui, e ancor più importante a considerare il colore diverso della pelle, religione e stato fisico e mentale, come un’opportunità di crescita. Il suo incarico istituzionale avrebbe dovuto permettere tutto questo, anziché creare imbarazzo alla Giunta a cui appartiene, e sdegno nei confronti di persone che hanno sempre creduto nell’uguaglianza e nel rispetto della vita!».
«Lei è stato indicato per tutelare i diritti delle persone “tutte” – concludono le Mamme H – ed è inaccettabile che debba occupare un Assessorato così considerevole, dopo avere espresso giudizi di estrema intolleranza e settarismo, che neppure la sua smentita durante la conferenza stampa del 25 settembre ha cancellato, dando segno di incompetenza e inadeguatezza a ricoprire il suo ruolo. Non conosce la Legge 104/92, la Legge 67/06, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità?».

Infine, il Gruppo Genitori Tosti – composto anch’esso da genitori di persone con disabilità – per tramite della portavoce nazionale Alessandra Corradi (rappresentante per il Veneto) e dei rappresentanti per il Trentino Alto Adige, la Sardegna e la Sicilia, Daniela Cordara, Marisa Melis e Francesco Reitano, fa riferimento proprio alle parole di smentita, pronunciate dall’assessore Pellegrino durante la sua conferenza stampa («Ritengo […] che vadano individuate, e ove non esistenti realizzate, altre localizzazioni più efficacemente strutturate, con risorse umane e materiali all’uopo predisposte, più funzionalmente idonee a rispondere alla domanda di aiuto»), per dichiare che «se da una parte noi, genitori di figli con disabilità, continuiamo con insistenza a richiedere e promuovere una scuola accogliente e inclusiva, dall’altra parte ci aspettiamo che chi rappresenta la Pubblica Istruzione onori quanto sopra riportato, portando avanti un’attenzione maggiore nei confronti degli alunni con bisogni educativi speciali; ci aspettiamo funzionari che sappiano mostrare nelle varie occasioni una sensibilità e soprattutto una conoscenza delle leggi sulla disabilità in materia di inclusione scolastica più approfondita e ci aspettiamo che chi, come un assessore comunale alla Pubblica Istruzione, non possiede tali doti e competenze, abbia almeno la correttezza di lasciare il campo o più esplicitamente l’Assessorato».
E concludono rivendicando come la scuola debba essere «luogo e patrimonio di tutti», ricordando, «nel caso qualcuno non lo sapesse o se ne fosse dimenticato, che, per legge, le scuole speciali sono state abolite nel nostro Paese a partire dal 1977» e che le persone con disabilità «sono appunto persone, non una specie a parte da separare dal resto dell’umanità. Quindi sì alla scuola di qualità per tutti, il che vuol dire docenti di sostegno preparati e formati costantemente, in primis, trattati alla pari dei colleghi curricolari e non come “badanti del soggetto disturbatore” né tanto meno spediti nello “stanzino H” in fondo al corridoio».

Insomma, Gentile Assessore Pellegrino, non sarebbe stato molto più semplice scusarsi, magari dopo essersi anche documentato un po’ meglio sulla materia e sulle leggi che se ne occupano? (S.B.)

Della vicenda che ha coinvolto l’assessore comunale di Chieri (Torino) Giuseppe Pellegrino, si sono occupati, nel nostro sito, i testi intitolati: Fuori i disabili dalle classi? No, fuori quell’assessore da Giunta e Consiglio! (di Giorgio Genta) (cliccare qui); Siamo seriamente preoccupati per questi continui attacchi ai diritti! (di Roberto Speziale) (cliccare qui); È ora di far suonare un campanello d’allarme (di Franco Bomprezzi) (cliccare qui); Se le associazioni e l’opinione pubblica vigilano sull’informazione (di Giorgio Genta) (cliccare qui); Il pregiudizio, i tagli alla scuola e l’insegnamento di Socrate (di Salvatore Nocera) (cliccare qui).
Please follow and like us:
Pin Share