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E l’autunno è appena incominciato…

Persona caduta dalla carrozzina caduta in prossimità di un cancelloLeggo e inorridisco. Carlo Giacobini, responsabile del Servizio HandyLex.org e direttore editoriale di Superando.it, come sempre si documenta più di ogni altro prima di scrivere in quale modo l’INPS stia letteralmente “reinventando le regole” per l’assegnazione dell’indennità di accompagnamento agli invalidi civili, dopo avere già cambiato le procedure per le visite di controllo, puntando di fatto a raddoppiare le visite, prima all’ASL e poi all’INPS [di entrambe le questioni qui sollevate il nostro sito ha dato notizia nei giorni scorsi, rimandando tra l’altro agli approfondimenti proposti da HandyLex.org. Se ne può leggere cliccando rispettivamente qui e qui, N.d.R.].
La mobilitazione di Roma del 7 luglio scorso, il ritiro degli emendamenti governativi, la soddisfazione generale per avere sventato una manovra cervellotica e punitiva nei confronti degli invalidi “veri” – senza per questo intaccare i cosiddetti “falsi invalidi” – sono ormai retorica del passato?

Il mondo delle persone con disabilità, dunque, deve tornare subito a combattere una battaglia durissima prima che le conseguenze delle direttive dell’INPS alle proprie sedi diventino talmente cogenti da fare danni.
Io non credo che l’INPS possa muoversi in modo così spudoratamente grave, senza l’avallo forte del ministro dell’Economia Tremonti, che notoriamente ha avviato la campagna contro i falsi invalidi, la quale in verità serviva a giustificare un taglio drastico alla spesa attuale per pensioni di invalidità, assegni e indennità di accompagnamento.
Non ho neppure più voglia di ripetere tutto ciò che ho scritto nei mesi scorsi su tali questioni. Chi ha tempo potrà scoprire come molte delle cose che stanno accadendo adesso fossero già ampiamente previste. Sono scoraggiato da un lato, arrabbiato dall’altro.

Provo comunque a spiegare in sintesi giornalistica ciò che Giacobini, in HandyLex.org, argomenta in termini tecnici.
Prima questione: l’INPS, non contenta del ruolo assunto nel controllo delle certificazioni di invalidità, suggerisce e propone, nei casi controversi, di avere l’ultima parola. Cito Carlo Giacobini: «…saranno molti i Cittadini che verranno, d’ora in poi, sottoposti ad una doppia visita: prima all’ASL e poi all’INPS. I disagi e i ritardi aumenteranno parecchio. Considerando il clima politico-culturale attuale e l’evoluzione delle disposizioni in materia, appare poco convincente la motivazione di INPS che tali procedure siano rivolte ad un minor disagio per il Cittadino. Sorge poi un dubbio circa il significato del permanere dei Medici INPS in seno alle Commissioni ASL. Se il loro coinvolgimento era motivato dall’opportunità di accelerare e ottimizzare i procedimenti, dopo le nuove indicazioni, questa presenza appare solo come un costo per INPS e non come un vantaggio per il sistema. Ma forse è proprio questo il problema. Ultima notazione, riguarda la “rilettura” presente nelle “Linee Guida” [sono le “Linee Guida operative in invalidità civile”, inviate dal Direttore Generale dell’INPS ai Direttori Regionali dell’Istituto, N.d.R.] rispetto ai criteri medico-legali di accertamento delle minorazioni civili. In più passaggi, vi sono affermazioni ed interpretazioni che non trovano fondamento nella normativa vigente e che sono comunque discutibili anche sotto il profilo della letteratura scientifica in materia».

Preso atto che nel frattempo – per dichiarazione del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Sacconi – sono meno di 9.000 le pensioni di invalidità revocate nei primi mesi del 2010 dall’INPS, si capisce bene che cosa stia accadendo: è evidente, infatti, che la spesa per indennità di accompagnamento, pensioni di invalidità e benefìci vari nei confronti degli invalidi civili viene ritenuta dal Governo incompatibile con lo stato del bilancio pubblico. Occorre dunque tagliare, ridurre, inserire clausole di controllo severe e apparentemente inattaccabili.
Si gioca a questo punto sulle parole, sul concetto di autonomia, di capacità di svolgere gli atti quotidiani della vita. Dietro ogni aggettivo aggiunto o tolto, dietro ogni frase che definisce i requisiti, ci sono le persone, a migliaia, che vedono messa in discussione non la propria onestà – che è evidente – ma quel minimo di serenità che è legato a uno status di cittadinanza.
Tornano in discussione, con le nuove Linee Guida dell’INPS, ad esempio le persone con sindrome di Down, ma non solo. Anche i paratetraplegici che hanno raggiunto, faticosamente, un minimo livello di autonomia, cominciano di nuovo a temere controlli, visite, revisioni al ribasso.

La cosa più grave è che questa situazione riguarda, di volta in volta, singole persone, chiamate a una a una dall’INPS a visita di controllo.
Difficile, se non impossibile, avere un quadro esatto della situazione e delle disparità di trattamento da Nord a Sud. Senza contare il giudizio diffuso in base al quale al Sud, di sicuro, le pensioni di invalidità e le indennità di accompagnamento sono troppe e sono state assegnate per motivi come minimo clientelari.
Nessuno si preoccupa, ora, di verificare che cosa succede nel concreto alle persone disabili vere e alle loro famiglie.

Stiamo vivendo tempi cupi. E i giornali non aiutano. Facile costruire titoli a effetto sulle farneticazioni attorno alla Rupe Tarpea. Più difficile e impegnativo lavorare e scavare negli interstizi della burocrazia del welfare, che oggi detiene le leve del potere nei confronti del cittadini. La vergogna continua. E l’autunno è appena iniziato.

*Testo apparso anche in «FrancaMente», il blog senza barriere di Vita.blog, con il titolo Inps, ci risiamo e qui ripreso con una serie di adattamenti.

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