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Case di riposo «lager»: una realtà diffusa, ma sommersa

Mentre tutta l’Italia è presa dal caso dell’omicidio di Avetrana, in Sicilia veniva scoperta dai NAS l’ennesima casa di riposo “lager” [la Casa di Cura Villa Royal di Marsala, N.d.R.]. Le poche immagini passate in televisione ci raccontano di sporcizia, degrado, squallore indicibile. Immagini che prendono lo stomaco e che dovrebbero indignare l’intero Paese. Sullo sfondo anziani soli, non autosufficienti e indifesi, costretti a subire maltrattamenti e umiliazioni di ogni sorta.Uomo con le mani sul volto, in espressione di disperazione

Il quadro che emerge nel nostro Paese è poco edificante: sono tantissime le case riposo – al Nord come al Sud – aperte senza autorizzazioni, con deficit assistenziali e quant’altro. Una realtà orribile che certo non fa onore a un Paese civile, ma che purtroppo non riesce a dare seguito alla reazione indignata delle istituzioni e della politica. Una realtà diffusa, ma sommersa. Gli anziani ospiti nelle case di riposo non sono cittadini di serie B e hanno il diritto ad essere tutelati e curati al meglio. La mancanza di un’adeguata assistenza igienico-sanitaria può infatti portarli verso una lenta e inesorabile vita vegetativa. Nei casi peggiori alla morte.
Per questo l’Auser [la principale organizzazione nazionale impegnata sul fronte della terza età, N.d.R.] vuole richiamare l’attenzione sulla necessità che controlli e verifiche sistematici e continuativi nel tempo e sull’intero territorio vengano effettuati nelle case di riposo private e anche nelle RSA [Residenze Sanitarie Anziani, N.d.R.]. Questo perché gli anziani – soprattutto i non autosufficienti e gli anziani soli – abbiano garanzia di cura e assistenza adeguata e professionale. Perché anche la loro dignità venga rispettata sempre. Perché la “malasanità” non si sommi alla “malassistenza”.

Richiamiamo  dunque le autorità e le istituzioni a vigilare sempre affinché le norme e le leggi che regolano l’apertura e la  gestione delle RSA e delle  case di riposo siano applicate e rispettate con estremo rigore. Esistono precise norme di accreditamento che fissano in modo preciso requisiti, standard di sicurezza, rapporto fra anziani ricoverati e operatori. Queste regole devono essere rispettate.
E anche il volontariato può fare molto, essere un occhio attento e vigile all’interno delle strutture in cui opera. Il problema è che in molte strutture private ci è negato l’accesso.

*Presidente nazionale dell’Auser.

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