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Ma non si dovrebbe favorire la permanenza del disabile in famiglia?

Fotografate di schiena tre persone con disabilitàContinua in Sardegna la battaglia delle associazioni di persone con disabilità, dopo che una Deliberazione della Giunta Regionale ha stabilito il taglio di 25 milioni di euro (su un budget di 116), rispetto ai fondi destinati ai progetti personalizzati, in base alla Legge 162/98.
Della questione Superando  si è già ampiamente occupato nei giorni scorsi (l’ultimo nostro contributo è disponbile cliccando
qui) e ora, in vista della manifestazione di protesta promossa per giovedì 4 novembre (ore 10) dalla FISH Sardegna (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), in Via Roma a Cagliari, presso il Consiglio Regionale, diamo spazio qui di seguito al documento diffuso per l’occasione dalla stessa Federazione.
Da segnalare infine anche l’iniziativa del Comitato dei Familiari per la 162 che insieme alla Consulta delle Persone con Disabilità della Provincia di Cagliari, oltre ad aderire alla manifestazione della FISH Sardegna, si riunirà in assemblea venerdì 5 novembre (Hotel Mediterraneo a Cagliari, ore 16), per discutere appunto sui Piani Personalizzati e sulle modifiche introdotte dalla Deliberazione di Giunta. Come annunciano i promotori, a tale appuntamento – su cui si legga cliccando qui una sintesi del documento prodotto – «sono invitati tutti gli interessati, persone con disabilità e loro famiglie e organizzazioni, i rappresentanti istituzionali, del volontariato e del terzo settore, imprese sociali e operatori, operatori dei servizi sociali e della sanità e loro organizzazioni e i sindacati».

La Giunta Regionale della Sardegna, nella seduta del 18 ottobre scorso, ha approvato la Deliberazione n. 34/30, che modifica i criteri di attribuzione del finanziamento per le persone con disabilità grave, previsti dalla Legge 162/98.
Secondo questo provvedimento, i Piani Personalizzati di sostegno in favore delle persone con grave disabilità devono essere predisposti attraverso la compilazione di apposite schede, di cui una a cura del medico di famiglia e una dell’assistente sociale.
In primo luogo appare come un adempimento alquanto superfluo l’affidamento al medico di Medicina Generale della compilazione della “Scheda Salute”, in quanto determinate patologie richiedono una valutazione specialistica. Inoltre, la compilazione della scheda non rientra tra le prestazioni gratuite dovute dal medico di famiglia che potrebbe dunque richiedere un compenso.

Precisiamo: chi ha diritto per legge a presentare domanda per fruire dei fondi della 162 sono i disabili gravi – come prevede la Legge 104/92 – che tali sono stati riconosciuti da apposite Commissioni Mediche. E allora che senso ha compilare ulteriori schede sanitarie e attribuire punteggi diversificati a persone il cui stato di disabilità grave è già stato riconosciuto? E ancora, che senso ha dividere per fasce di età i disabili? Tutte le persone con disabilità abbisognano di assistenza adeguata per condurre una vita dignitosa. Allora perchè chi ha superato i 65 anni dovrebbe avere meno problemi e meno diritti di una persona di età inferiore? Devono forse gli ultrasessantacinquenni rivolgersi a strutture extrafamiliari? Ma non si dovrebbe favorire la permanenza del disabile in famiglia?
La Giunta Regionale, dunque, dopo avere fortemente ridimensionato il Fondo per la Non Autosufficienza, introduce lo strumento delle graduatorie regionali per arginare il crescente e incontrollato numero delle richieste di contributo. In questo modo, esauriti i fondi previsti, si metterebbero “in competizione” i disabili per la suddivisione delle risorse residue e/o usufruire di “servizi alternativi”. Quali siano però questi servizi risulta davvero difficile da capire, data la loro inesistenza e la cronica carenza di finanziamenti ai Comuni per la loro attivazione.

L’altra decisione inaccettabile introdotta da questo provvedimento è che i disabili richiedenti dovranno autocertificare eventuali indennità di accompagnamento, assegni di invalidità ecc. che, per legge non costituiscono reddito e pertanto non sono sottoposti al regime fiscale.
Tale adempimento risulta ingiustificato, considerato che il reddito utile alla graduatoria è quello derivante dalla certificazione ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.].

Risullta quindi quanto mai necessario contrastare queste scelte che penalizzano i più deboli e con la nostra mobilitazione – che culminerà con la protesta del 4 novembre davanti alla sede del Consiglio Regionale – intendiamo chiedere alla Giunta Regionale di riconsiderare la Delibera e di concordare criteri coerenti ed efficaci con le Associazioni rappresentative delle persone con disabilità.

*Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap Sardegna.

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