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Quel bimbo deceduto: una considerazione e alcune domande

Parte inferiore della faccia di un uomo anziano, con le mani sul viso e un'espressione pensierosaUn altro caso drammatico si è verificato nel tormentato panorama dei reparti neonatali: Torino, Ospedale Regina Margherita, muore improvvisamente un bimbo di pochi mesi, per cause ancora non ben chiare. A quanto riferiscono i giornali (si veda ad esempio «La Stampa» del 19 novembre, in cronaca di Torino, cliccando qui), il neonato, affetto da una patologia neurologica che ne impediva l’alimentazione per bocca, veniva nutrito tramite un sondino nasogastrico. Le sue condizioni pare fossero sensibilmente migliorate e fosse imminente la dimissione e il rientro in famiglia. Invece, subito dopo il pasto del mattino, l’infermiera nota che il bambino ha espulso il sondino e piange. Il sondino viene riposizionato. Dopo circa un ora suona l’allarme nel monitor e in breve la situazione precipita.
Tale ricostruzione non è ancora certa nei particolari e andrà confermata o modificata.

A questo punto si presentano necessariamente una considerazione e alcune domande.
La considerazione – che ha una validità assoluta – riguarda la condivisione e il rispetto del dolore dei genitori (questo spetta a tutti noi) e il loro diritto a conoscere l’esatto svolgimento dei fatti (questo spetta agli inquirenti).
Le domande, che nascono dall’esperienza di alimentazione enterale acquisita delle nostre famiglie, sono:
1) qual è stata la velocità di somministrazione dell’alimento nell’ultimo pasto?
2) Il sondino fuoriuscito è stato riposizionato correttamente? Come è stata verificata la posizione del sondino stesso nello stomaco?
3) Nel riposizionamento del sondino non è stato rilevato alcun problema?
4) L’allarme del monitor cosa riguardava? La pompa di alimentazione o il complesso dei parametri vitali? In altre parole, un’ostruzione nel dispositivo di alimentazione oppure la saturazione di O2 [ossigeno] nel sangue?
5) Nel ventilare il bimbo – presumiamo con un ambu [ci si riferisce al “pallone ambu per ventilazione ospedaliera”, N.d.R.] – è fuoriuscita alimentazione e/o vomito dai polmoni?

Confidando sia possibile dare risposte certe a queste domande e a quelle della famiglia, speriamo almeno che l’eterno pendolo tra gli errori in ambiente ospedaliero – che se accertati dovrebbero essere riconosciuti ed evitati in futuro – e la cosiddetta “medicina difensiva” – il ricorrere cioè a infiniti e inutili esami strumentali, per scrollarsi di dosso ogni responsabilità decisionale – possa finalmente trovare una posizione di equilibrio.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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