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Fino a quando il TAR potrà assicurare l’integrazione?

Ragazzo in carrozzina nel cortile di un istituto scolasticoLa recente notizia diffusa dagli organi di stampa, in base alla quale il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia ha imposto all’Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo e agli Enti Locali di fornire tutte le ore di sostegno preventivate e indispensabili agli alunni con disabilità – oltre all’assistenza specialistica per l’autonomia e la comunicazione – impone alcune riflessioni [la notizia si può leggere ad esempio in «OrizzonteScuola.it, cliccando qui].
Questi provvedimenti assunti dal TAR – in seguito ai numerosi ricorsi presentati dai familiari degli alunni con disabilità – costituiscono infatti un esempio di giurisprudenza che si ricollega con innegabile consequenzialità alla Sentenza  80/10 della Corte Costituzionale la quale sostanzialmente mette in secondo piano le difficoltà conclamate – e a volte strumentali – nel reperire risorse economiche, affermando invece, prioritariamente, che dev’essere tutelato e rispettato il diritto allo studio, all’istruzione e all’integrazione, con l’indispensabile sostegno agli alunni con disabilità.
E del resto, nonostante gli sforzi dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia e di quelli Provinciali, i tagli agli organici – in particolar modo dei docenti specializzati – si sono fatti sentire in modo grave e inconcepibile. Infatti, alcuni alunni con disabilità, in evidente situazione di gravità, si sono visti ridurre le ore di sostegno di quasi la metà, rispetto all’anno scolastico precedente, suscitando disagi, preoccupazioni e proteste, soprattutto da parte dei familiari e anche dei vari istituti scolastici che senza il previsto sostegno – effettivamente o talora anche strumentalmente – incontrano difficoltà nel consentire la frequenza giornaliera e per tutte le ore scolastiche previste per lo stesso alunno con disabilità. Le Ordinanze del TAR, quindi, tentano di porre un argine a questa situazione precaria.
Le stesse, inoltre, condannano l’Amministrazione Scolastica a pagare le spese processuali e a prevedere un risarcimento nel caso in cui l’Amministrazione stessa non si omologasse alle decisioni del Tribunale Amministrativo Regionale.
Diventa inevitabile, a questo punto, la riflessione che l’esborso dello Stato e dell’Amministrazione è pari, o superiore, rispetto alle ore di sostegno dovute che, in condizioni normali, dovrebbero essere erogate attraverso il congruo impiego di docenti specializzati.

Complessivamente bisogna anche dire che i tagli agli organici, con la conseguente riduzione delle ore di sostegno, costituiscono una palese violazione delle leggi esistenti in ambito di scuola e disabilità, da imputare soprattutto allo Stato e al Governo Nazionale, che sembrano non tenere conto che l’istituzione scolastica è un pilastro fondamentale della nostra società, un modello positivo almeno finora – che molti altri Paesi d’Europa e del mondo ci invidiano, proprio per come sono accolte e/o considerate la diversità e la disabilità attraverso un processo di integrazione in tutte le strutture “normali” della scuola.
Bimbo alla lavagna con aria corrucciataSoprattutto, però, si deve tener conto che nel processo di integrazione è coinvolta la persona ed è quindi inconcepibile che – per ragioni meramente economiche o politiche – siano condannati ulteriormente a forme di possibili emarginazioni gli alunni che fino a questo momento hanno intrapreso processi e percorsi dai quali si intravede una sicura integrazione con lo sviluppo della propria personalità e che mette alla prova anche le potenzialità di ciascuno, pur nella disabilità lieve, media o grave.

In Sicilia
questa situazione pesa ancora di più, nel momento in cui le istituzioni scolastiche non forniscono le prestazioni di sostegno cui ci hanno abituati, per il fatto che i servizi del territorio scarseggiano o, addirittura, non esistono. E questo avviene perché non vengono rispettate né la legislazione esistente né gli indirizzi e la programmazione che pure l’Amministrazione della Regione Siciliana e dei suoi Enti Locali si sono dati.
In tal senso la mancanza di una reale e concreta programmazione provoca effettivamente dei disagi negli apparati scolastici che dovrebbero disporre di servizi di supporto da parte degli Enti Locali. Il caso eclatante dell’assistenza di base igienico-personale nelle scuole è emblematico. Infatti ,questo servizio è in parte fortemente carente ad esempio a Palermo, dove viene svolto con personale proprio, per altro non adeguatamente specializzato. E tuttavia quest’anno esso si è rivelato insufficiente in altri Comuni della Provincia, come a Villabate, dove – a causa della mancata approvazione nei tempi dovuti del Bilancio di Previsione – non è stato possibile convenzionarsi con le cooperative che forniscono il servizio tramite personale specializzato.
Il risultato di questa mancata programmazione, elaborazione e approvazione degli atti dovuti è che l’alunno con disabilità è costretto a non frequentare la scuola o ad iniziare a frequentarla con mesi di ritardo, sommando disagi e difficoltà per l’inserimento normale. Senza dimenticare, naturalmente, nemmeno i negativi risvolti occupazionali.

Un altro capitolo riguarda poi l’assistenza specialistica per l’autonomia e per la comunicazione che in Sicilia non viene quasi mai erogata, sia per un ritardo culturale, sia per la scarsa consapevolezza che tali figure potrebbero davvero diventare l’anello di collegamento, finora mancante, tra i docenti curricolari, quelli specializzati, l’assistente di base, l’intera classe e anche l’Istituto scolastico nel suo complesso, “mediando” le difficoltà proprie dell’alunno con disabilità e collocando le necessità di apprendimento e di sviluppo delle sue capacità e potenzialità, in un coinvolgimento corale e organico del tessuto scolastico e sociale di appartenenza.
In questo senso, i recenti provvedimenti del TAR riportano alla ribalta il problema e stigmatizzano l’incapacità degli Enti Locali (in questo caso il Comune di Palermo) di assumere i provvedimenti necessari per dare alla scuola – ma soprattutto all’alunno con disabilità – sicurezza e identità per apprendere e integrarsi.
Sono problemi complessi e trasversali, quelli dell’area scolastica e della disabilità, e si possono risolvere solo con l’impegno di tutte le Istituzioni competenti sul territorio, attraverso un coinvolgimento globale e un lavoro organico di rete, in grado di mettere da parte gli stereotipi, per raggiungere i risultati voluti dalle normative. Anche lo Stato, però, deve dare in tal senso un grosso aiuto, riconoscendo ulteriormente alla scuola il ruolo che finora ha coperto – e lo ha fatto con estrema dignità – di formazione delle nuove generazioni e, soprattutto, di contenitore in grado di recepire tutte le istanze della società, dei familiari e degli alunni, anche attraverso la capacità di accogliere nel proprio seno diversità e disabilità, per un processo forte di integrazione a tutti i livelli.

In conclusione, per superare questo momento di crisi e di gravi ritardi delle Amministrazioni Pubbliche che le varie sentenze dei Tribunali Civili e Amministrativi non mancano mai di stigmatizzare – provocando però solamente “interventi-tampone” – occorrerebbe per lo meno, in prospettiva, che le Amministrazioni Statali, Regionali, Provinciali, Comunali mettessero in campo tutte le loro capacità in termini di idee, esperienza, progettazione, risorse umane ed economiche, per consentire all’Istituzione Scolastica di continuare – con gli indispensabili organi e con i necessari servizi di supporto – quel processo di integrazione tanto utile e fondamentale per gli alunni con disabilità.

*Responsabile del Coordinamento H per i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana ONLUS.

Le Ordinanze del TAR della Sicilia citate nel presente testo sono pubblicamente consultabili nel portale dello stesso TAR, cliccando qui.
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