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Com’è cambiato il welfare lombardo negli ultimi dieci anni

Copertina del libro «Come cambia il welfare lombardo» di Cristiano GoriNel dicembre scorso, il convegno di Milano denominato Quale Welfare nella Lombardia di domani? Valutare l’esperienza per disegnare il futuro è stato centrato su una doppia presentazione. Da una parte quella del volume Come cambia il welfare lombardo. Una valutazione delle politiche regionali di Cristiano Gori (Rimini, Maggioli, 2010), dall’altra quella del sito LombardiaSociale.it, frutto di un progetto che si pone come strumento di lavoro per il futuro per chi è impegnato nei servizi sociali, sociosanitari e socioeducativi in Lombardia e che ha in programma di inserire al proprio interno un’agenda di appuntamenti sul welfare lombardo, per dare attenzione alle esperienze sul territorio.

«Come cambia il welfare lombardo – spiega lo stesso autore Cristiano Gori, docente di Politica Sociale all’Università Cattolica di Milano, consulente scientifico dell’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) e visiting senior fellow presso la London School of Economics di Londra – è una pubblicazione rivolta a utenti, familiari e operatori del settore, con molti dati e interviste, che mostrano in maniera concreta i risultati e le criticità delle politiche del welfare della Regione Lombardia negli ultimi dieci anni».
L’ultimo decennio, infatti, ha visto il welfare lombardo mutare profondamente. L’Amministrazione Regionale ha introdotto numerose novità, tese a costruire un peculiare modello da proporre a tutto il Paese. I cambiamenti sono stati avviati all’inizio del decennio e tradotti in pratica attraverso due legislature regionali (2000-2005 e 2005-2010). Ora è tempo di chiedersi quali risultati abbiano effettivamente prodotto.
Il libro di Gori propone una valutazione dell’esperienza lombarda basata sui dati, che parte dall’ultima legislatura e si estende all’esame del complessivo decennio. Vi si ricostruisce come sono mutati i servizi socio-sanitari, sociali e socio-educativi della Regione, in seguito alle novità introdotte dalla Giunta, e vi si discutono le conseguenze che queste hanno prodotto.
Prosegue così il percorso iniziato dall’Autore con l’analisi compiuta alla conclusione della precedente legislatura regionale (Politiche sociali di centro-destra. La riforma del welfare lombardo, Roma, Carocci, 2005).

Per quanto poi riguarda il Progetto Lombardia Sociale, esso è stato realizzato dall’IRS e promosso da Gruppo Segesta, CISL, ACLI Lombardia, CGIL e Fondazione Cariplo.
Il gruppo di lavoro che se ne occuperà è composto da Laura Abet, avvocato del Servizio Legale della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità); Katja Avanzini, sociologa e direttore del Consorzio Casalasco Servizi Sociali; Renzo Bagarolo, medico, specialista in Igiene e Medicina Preventiva e direttore sanitario del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano; Roberta Bonini, sociologa; Diletta Cicoletti, ricercatrice e consulente nell’Area Politiche Sociali dell’IRS; Ugo De Ambrogio, vicepresidente dello stesso IRS, nel quale ricopre la carica di direttore dell’Area Progettazione e Valutazione dei Servizi Sociali; Carla Dessi e Valentina Ghetti, ricercatrici sempre dell’IRS; Fabrizio Giunco, coordinatore dei Servizi Sanitari della Residenza San Pietro di Monza; Gianbattista Guerrini, geriatra e direttore della Fondazione Brescia Solidale; Rosaria Marotta; Giovanni Merlo, educatore professionale e direttore della LEDHA; Daniela Mesini, economista; Laura Pelliccia, impiegata presso l’ASL Milano 2; Emanuele Ranci Ortigosa, direttore scientifico dell’IRS; Rosemarie Tidoli, assistente sociale; Riccardo Sartori, grafico editoriale. (LEDHA)

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