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Quel che vorrebbe (e che non vorrebbe) il popolo della disabilità

Particolare di occhio di uomo, con espressione molto accigliataLa società moderna è sempre più egoista, complessa e articolata, a iniziare dal decadimento dei partiti, dal crollo dei valori sociali e familiari, dalla crescente disoccupazione e povertà di intere famiglie. Che dire poi di un sistema come quello promosso dal nostro Ministero delle Finanze, che ogni giorno, illudendo le famiglie, introita ingenti risorse dai vari giochi, con jackpot di centinaia di milioni di euro e la sola certezza che alla fine a fare cassa è sempre lo Stato?
Insomma, in un’Europa piena di egoismi e con il potere economico nelle mani di poche famiglie, anche in Italia si alimentano differenze tra Nord, Centro e Sud. Molti però dimenticano che l’Italia è sempre e comunque il “Sud dell’Europa” e i leader politici nazionali fingono di non sapere come stiano realmente le cose nel lavoro, nelle aziende, nel sociale e nelle famiglie, nonostante i mille sacrifici economici e i crescenti tagli sociali perpetrati sui bilanci delle famiglie, con promesse elettorali quasi mai onorate.

Spesso si finge anche di non accorgersi che alle elezioni nazionali diminuisce costantemente il numero dei votanti, ma nessuno “osa” avere il coraggio, ad esempio, di iniziare ad eliminare le Province, le Circoscrizioni (senza soldi e senza potere reale), di ridurre del 40-50% il numero dei parlamentari e dei senatori, di dimezzare (Conferenza Stato-Regioni) i consiglieri regionali e comunali, Assessorati inclusi.
Sarebbero tutti segnali importanti che potrebbero ridare “credibilità” al mondo della politica e soprattutto alle famiglie italiane, che di anno in anno si impoveriscono sempre di più, spesso solo per pagare le tasse e riuscire ad arrivare alla fine del mese.
E ancora, che dire dei grandi sprechi della TV pubblica, quella RAI che ci obbliga per legge a pagare il canone e che ogni anno regala contratti milionari a tecnici esterni all’Azienda e a personaggi televisivi diventati famosi grazie al mondo della politica, oltre che alle quotidiane o settimanali apparizioni? Tanti personaggi i quali – di destra o di sinistra che siano – nella stragrande maggioranza dei casi devono appunto ringraziare l’immagine fissata sullo schermo e la conseguente ovvia professionalità raggiunta in diversi decenni di ben retribuito lavoro televisivo.
Tutti personaggi che di certo non hanno i problemi economici e sociali di un disoccupato, un cassaintegrato o un operaio della FIAT e che eppure non perdono occasioni per apparire come “tuttologi” e moralizzatori del bene e degli interessi pubblici.

Come commentare, in tal senso, il recente testo di Angelo Lino Del Favero, presidente nazionale di Federsanità ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), pubblicato dalla newsletter della sua organizzazione, con il titolo Pensare oggi per domani? Lo riprendiamo integralmente qui di seguito (lo si può leggere nel sito di Federsanità ANCI, cliccando qui):
«Sempre più spesso, negli incontri pubblici a cui sono chiamato, mi sento rivolgere domande sul futuro del nostro sistema di welfare e, in particolare, sulla sua sostenibilità economica.
Credo che tutti, dai dirigenti del Ssn ai singoli cittadini, siano consapevoli delle molte criticità che pesano sul modello che fino ad oggi è stato costruito, a cominciare dalla pressione esercitata dalla crisi economica degli ultimi anni e dalla contemporanea crescente domanda di assistenza da parte degli anziani, fortunatamente sempre più numerosi in ragione dell’aumento progressivo della speranza di vita media. Proprio per questo occorre ripensare complessivamente il modello di assistenza che il nostro servizio sanitario deve garantire.
Faccio qui un solo esempio, in tema di non autosufficienza. Occorre necessariamente rivedere l’attuale regime di concessione delle indennità di accompagnamento, sia per introdurre una maggiore capacità selettiva di coloro che ne devono realmente usufruire, sia pensando ad una riduzione progressiva dei trasferimenti economici per favorire invece un modello che garantisca l’erogazione di servizi. I risultati già ottenuti con il potenziamento dei controlli sulle pensioni di invalidità mostrano come su questi terreni ci siano margini di “inappropriatezza”, quando non di vera e propria illegalità.
Allo stesso tempo, però, si deve potenziare il secondo pilastro della sanità, quello dei fondi integrativi, stimolando e incentivando la loro attivazione da parte della maggioranza delle persone. È proprio questo secondo pilastro che, in prospettiva, potrà più estesamente garantire risposte nell’area della non autosufficienza. Insomma, occorre pensare oggi per costruire il domani. E questo vale per tutti, governanti e cittadini».

Ebbene, vorrei rispondere al dottor Del Favero, facendogli rilevare che il vero problema degli italiani non sono i “falsi invalidi”, ma i Veri Invalidi che oggi vengono maltrattati e spesso trattati come “falsi”.
Oramai siamo giunti al capolinea e qualcuno deve pur dire come stanno realmente le cose e soprattutto che il nostro problema non è solo il “bunga bunga”. Per risparmiare seriamente, infatti, dovremmo eliminare le Province e le Circoscrizioni – che a nulla servono – riformare e rendere più agile il Parlamento, ridurre anche il numero dei consiglieri regionali e comunali, evitando poi le croniche storielle dei “gettoni di presenza a mezzanotte = due gettoni”!
Altro che “bunga bunga”, questo vorrebbe il popolo della disabilità, da questo o da un altro Governo!

*Presidente della FINCO (Federazione Italiana Incontinenti) e presidente dell’AISTOM (Associazione Italiana Stomizzati) Puglia.

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