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Se «sparare sulla Croce Rossa» diventa uno sport ufficiale

Il soiciologo Luca Ricolfi. La sua analisi riguardante l'azione dell'INPS viene ritenuta quanto meno discutibile da Antonio BondavalliHo letto con attenzione e “raccapriccio” lo scritto “populista e molto poco professionale” di Luca Ricolfi [sociologo, N.d.R.], pubblicato il 17 febbraio da «La Stampa», con il titolo di Ai falsi invalidi dieci miliardi l’anno. Ai controlli il 30% delle indennità sono risultate irregolari [lo si legga cliccando qui, N.d.R.].
Se è vero com’è vero che in molte parti d’Italia si è in parte abusato della concessione di provvidenze economiche in merito all’invalidità civile (in nome, molto spesso di una sorta di “pax sociale”), è altresì vero che – a parte questo – nell’articolo sopra menzionato null’altro traspare. Ma quello di “sparare sulla Croce Rossa”, in Italia, ormai è diventato sport ufficiale: l’importante è fare notizia!

Non emerge, ad esempio, che per avere diritto alla pensione di invalidità, alla persona in oggetto dev’essere riconosciuta un’invalidità superiore al 75%.
Non emerge che dai controlli effettuati molte persone si sono viste ridotta la percentuale dell’invalidità anche di un solo punto percentuale (ricordo che con il 74% non si ha diritto ad alcun assegno) e quindi diventano a tutti gli effetti parte integrante di quel famoso 30%.
Non emerge che, a spregio di leggi nazionali (vedi la Legge 80/06), molte persone sono state chiamate a visita anche se, da disposizioni di legge, questo si prefigura come un abuso.
Non emerge che, ad esempio, mentre il Messaggio dell’INPS n. 31125 del 9 dicembre 2010 recita che «con riferimento alle Linee guida operative predisposte dal Coordinamento Generale Medico Legale in materia di invalidità civile, si precisa che, nei confronti dei soggetti affetti da sindrome di Down, interessati da accertamenti sanitari per invalidità civile, deve essere riconosciuto il diritto all’indennità di accompagnamento e deve essere applicato, ove possibile, il DM 2 agosto 2007, sia in fase di verifica ordinaria, sia in fase di verifica sulla permanenza dei requisiti sanitari. In tali contingenze, anche su base meramente documentale, gli interessati devono essere esclusi da qualsiasi visita di controllo sulla permanenza dello stato invalidante, in conformità alla voce n. 9 dell’allegato al Decreto ministeriale citato», in realtà molte sono le persone affette da sindrome di Down cui è stata tolta l’accompagnatoria.
Non emerge che la pensione di invalidità è legata al reddito e – sempre l’INPS per l’anno 2011 – ha previsto che il tetto per l’erogazione sia di 4.470,70 euro, per un’erogazione mensile di 260,27 euro, ovvero circa 8 euro al giorno!
Ma soprattutto non emerge
, laddove effettivamente vengono riscontrati degli illeciti, che la colpa è sì sicuramente di chi si è spacciato per invalido, ma anche e soprattutto di coloro i quali, medici delle USL e dell’INPS, a suo tempo lo avevano visitato! Ma di questi nessuno ne parla…

Molto altro sarebbe da aggiungere, ma questo afferirebbe alla sfera del privato, della sofferenza, della solitudine, dell’emarginazione, della mancanza di supporto e dei continui tagli a un Servizio Sanitario Nazionale sempre più in mano ai privati…

*Responsabile del Centro InfoHandicap del Friuli Venezia Giulia (info@infohandicap.org).

Sulle questioni affrontate nel presente testo, suggeriamo anche la lettura -sempre nel nostro sito – di: I ritardi dell’INPS e la pazienza sempre più scarsa dei Cittadini (di Carlo Giacobini, cliccare qui), Un’interrogazione della FISH per fare chiarezza sui ritardi dell’INPS (cliccare qui), Invalidità civile: dura denuncia dei medici dell’INPS (cliccare qui), Quei medici dell’INPS e l’Italia dei veri «responsabili» (di Franco Bomprezzi, cliccare qui), Le omissioni dell’INPS e lo sfacelo degli accertamenti (cliccare qui) e E sono ancora i medici dell’INPS a smentire il loro stesso Istituto! (cliccare qui).
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