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Quando la discriminazione viene combattuta in classe

Bimba con sindrome di Down a scuolaI giornali di oggi riportano una notizia che suscita nell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) sentimenti fortemente contraddittori. La notizia è quella proveniente da una scuola media di Catanzaro all’interno della quale la Dirigente Scolastica avrebbe – secondo quanto riportato dalla stampa – negato ad un alunno con sindrome di Down la partecipazione a gite scolastiche e uscite didattiche, invitando i compagni e i docenti a nascondere allo stesso le date delle uscite in programmazione e adducendo quale motivazione «la scarsa capacità dell’alunno ad apprendere a causa della sua infermità». Invito, questo, che sarebbe stato immediatamente declinato dagli stessi compagni, i quali avrebbero dichiarato di preferire rinunciare tutti alle gite piuttosto che veder discriminato il loro compagno.

La notizia, come detto, suscita in noi sentimenti contrastanti perché da un lato siamo frustrati ed estremamente contrariati, nonché drammaticamente preoccupati, dal fatto che in assoluto contrasto a quanto ormai universalmente sancito e ribadito a livello nazionale e internazionale e quindi nella più evidente illegalità, esista ancora chi continua a violare i più fondamentali diritti delle persone con disabilità e paradossalmente spesso chi si rende protagonista di tali violazioni è tra coloro i quali invece dovrebbero farsene garanti per primi.
D’altro canto questa notizia ci lancia un messaggio di civiltà e speranza per l’iniziativa di contrasto che, forse per la prima volta, proviene da una società e una comunità che possiamo, in questo caso, davvero definire “civile”. I compagni di scuola del ragazzo con disabilità hanno mostrato, oltre che sensibilità e attenzione, alto senso civico e responsabilità. Crediamo, pur non conoscendo nello specifico i fatti, che si possano definire, nonostante la tenera età, dei veri e propri “cittadini modello” e dei piccoli “difensori dei diritti umani”. Ciò significa che forse la cultura della disabilità basata sui diritti umani sta penetrando nelle nostre comunità, magari saltando qualche generazione.

Non vogliamo qui annoverare tutti i dettami normativi e culturali che sanciscono il diritto degli alunni con disabilità alla partecipazione attiva e piena, in condizioni di eguaglianza con gli altri, a tutte le attività scolastiche (di cui gite scolastiche, viaggi di istruzione e momenti ludico-culturali e sportivi rappresentano componenti essenziali e fondamentali), né tanto meno soffermarci oltre a ricordare che nel nostro Paese per fortuna esiste una specifica legge (la 67/06) che tutela le persone con disabilità dalla discriminazione in tutti gli ambiti della vita, ma ci preme soprattutto manifestare tutta la nostra solidarietà e vicinanza all’alunno con disabilità e alla sua famiglia, nonché ai compagni di scuola e insieme a loro a tutte le altre persone e famiglie che si trovano in situazioni simili.
Per questo l’ANFFAS desidera rinnovare e ricordare il proprio impegno di tutela dei diritti umani e civili delle persone con disabilità (in particolare intellettiva e/o relazionale) e dei loro genitori e familiari, rendendosi disponibile a ricevere segnalazioni e a supportare, anche nelle sedi giudiziarie, iniziative di contrasto ad analoghe situazioni in tutto il territorio nazionale.

*Presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).

                                                                                  Roberto Speziale

                                                                       Presidente Nazionale Anffas Onlus

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