- Superando.it - https://www.superando.it -

I ciechi vogliono vedere la TV

La TV digitale rischia di restare un'utopia - almeno in riferimento alle opzioni più interessanti - per le persone non vedenti nel nostro PaeseLa televisione è un fenomeno culturale e sociale dal quale oggigiorno non si può prescindere, sotto pena di restare isolati e di perdere contatto con la realtà che ci circonda. Ciò è ancora più vero per coloro che – come i non vedenti – hanno difficoltà a seguire gli altri mezzi di informazione, come la stampa, ad eccezione di quei ciechi che hanno imparato a utilizzare il computer e che possono quindi accedere a internet e ai giornali fruibili per il suo tramite. È quindi normale e comprensibile che i non vedenti cerchino di seguire i programmi televisivi, sia informativi che di intrattenimento, ma che lo possano fare in autonomia soltanto per quelli che hanno un contenuto prevalentemente verbale o quando siano accompagnati da audiocommenti loro dedicati.

In Italia il primo audiocommento a un film è stato realizzato nel 1987 dall’ADV (Associazione Disabili Visivi). In quello stesso anno, sempre l’ADV presentò alla RAI un progetto per l’applicazione dei commenti ai programmi televisivi, ma la proposta non venne presa in considerazione per diverso tempo. Soltanto dopo la diffusione nel 1991 – durante il programma RAI Uno Mattina di uno spezzone del famoso film di Fellini Le notti di Cabiria, con un commento realizzato dall’ADV, si comprese la fattibilità e l’importanza della cosa e dopo qualche tempo si ebbero i primi audiocommenti in TV, limitatamente a un numero minimo di programmi.
Ora, a distanza di vent’anni da quell’evento, questi ausili così necessari sono ancora scandalosamente pochi, ma il peggio è che essi rischiano di diminuire ulteriormente a causa degli attuali tagli delle spese statali.
Recentemente, poi, si è verificata, per i non vedenti, un’altra situazione negativa in questo settore. Infatti, è abbastanza frequente il caso che le innovazioni tecnologiche, invece di favorire tutti, vengano a creare nuove barriere all’accessibilità proprio per chi ha già grosse difficoltà da superare: e così, l’avvento della TV digitale ha reso per le persone non vedenti molto difficoltosa, o addirittura impossibile, riguardo alle sue più interessanti opzioni, la fruizione del nuovo sistema, in quanto le industrie non hanno tenuto in alcuna considerazione le loro esigenze.
Eppure, in sede di progettazione, non sarebbe stato né difficile né costoso implementare nel sistema una sintesi vocale che leggesse, a chi non vede, i menu che si avvicendano sullo schermo. Ed è da sottolineare che l’accessibilità delle persone con disabilità all’informazione e alla comunicazione è garantita dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [“Preambolo”, punto (v) e articoli 2, 4, 9 e 21, N.d.R.], ratificata nel 2009 anche dall’Italia con la Legge 18/09.

Dobbiamo dire che la RAI ha dimostrato una certa disponibilità quanto meno ad approfondire la problematica connessa alla fruizione del mezzo televisivo da parte dei non vedenti, istituendo un Tavolo Tecnico cui partecipano esperti in rappresentanza delle due Federazioni di Associazioni del settore della disabilità, vale a dire la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità).
Il responsabile del Segretariato Sociale RAI Carlo RomeoCertamente, i tavoli di confronto fra enti e aziende pubbliche e l’associazionismo – sia quello dei consumatori e utenti, sia quello delle persone con disabilità – sono un metodo utile per evidenziare le criticità di alcuni servizi pubblici e suggerire le soluzioni che siano ritenute funzionali alla loro migliore fruizione. Il guaio è che non sempre queste indicazioni vengono poi seguite.
In ogni caso, il problema dell’accessibilità dei non vedenti alla TV digitale, già risolto in Gran Bretagna, è stato preso in considerazione dal Tavolo Tecnico sin dallo  scorso anno e sono stati interessati alla sua soluzione i rappresentanti delle industrie del settore.

Lo scorso  21 febbraio, dunque, si è avuta a Roma, presso la sede del Segretariato Sociale RAI, un’altra riunione del Tavolo per discutere insieme ai rappresentanti della RAI e del Ministero il nuovo Contratto di Servizio 2010-2012 dell’azienda e alcune iniziative promosse da Televideo RAI che potrebbero essere prossime alla partenza. Non era però presente alcun rappresentante del Ministero delle Comunicazioni – non esistendo al momento una nomina ufficiale – e quindi una stessa persona, Enzo Cucco, ha rappresentato ad interim sia la RAI che il Ministero.
Purtroppo, come Cucco ha spiegato, la riunione è stata convocata non appena i giornali hanno diffuso la notizia dell’avvenuta approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione RAI del Contratto di Servizio, anche se a questa non è seguita la firma da parte del Ministero. Non si è ritenuto opportuno, quindi, disdire la riunione, ma ovviamente l’argomento principale all’ordine del giorno non poteva essere affrontato nei particolari, non esistendo un documento ufficiale.

Come è comprensibile, non sono mancate lamentele e disappunto da parte delle organizzazioni presenti al tavolo, che hanno tutte comunque rilevato una serie di punti critici nella bozza di Contratto diffusa dai giornali, che presentava alcune inaccettabili carenze.
Ida Collu, presidente dell’ENS (Ente Nazionale Sordi) e Antonio Cotura, presidente della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), in rappresentanza rispettivamente di FAND e FISH, hanno lamentato anche la scarsa qualità dei sottotitoli e hanno stigmatizzato la pratica degli appalti sottocosto proposti dalla RAI, che  vanno ad incidere pesantemente sulla qualità stessa del servizio.
Nel suo intervento, il coordinatore del Segretariato Sociale RAI, Carlo Romeo, ha sottolineato la sua preoccupazione per la riduzione di un terzo del budget riservato agli audiocommenti e ai sottotitoli. Dal canto suo, Stefania Leone, in rappresentanza dell’ADV e della FISH, ha sottolineato in primo luogo la gravità del ritardo della firma del Contratto e – dopo aver fatto presente quanto queste inerzie politiche impattino sulle aspettative delle persone con disabilità – ha proposto al rappresentante del palinsesto RAI di contattare società che abbiano già preparato film audiocommentati e sottotitolati di ottima qualità, ad esempio nell’ambito del Progetto Cinema Senza Barriere, già avviato da alcuni anni [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]. Questi programmi, infatti, potrebbero essere diffusi dalla RAI senza necessità di lavoro aggiuntivo e con tempi certi. La RAI, che non era a conoscenza di questa iniziativa, si è dimostrata grata per l’informazione e si è impegnata a prenderla in seria considerazione.
Una nota positiva  si è avuta poi con la proposta del vicedirettore di Televideo RAI, Giuseppe Sangiovanni, per un’iniziativa che vorrebbe coinvolgere le redazioni stampa delle nostre Associazioni, al fine di offrire, a livello di pagine regionali, le notizie più interessanti sulle iniziative riguardanti le persone con disabilità.
A tal fine verranno coinvolte la FISH e le altre redazioni stampa, per curare i canali regionali, in collaborazione con la redazione di Televideo. Fortunatamente per questa attività Televideo non ha bisogno di aspettare la firma del Contratto di Servizio!

In conclusione, riteniamo comunque molto importante che le Associazioni e le Federazioni insistano nel far sentire ben forte la propria voce nei rapporti con il Ministero e con l’Azienda, al fine di far accogliere le loro giuste istanze e tutelare quindi i diritti dei cittadini con disabilità nei confronti del servizio pubblico.

*Presidente Nazionale dell’ADV (Associazione Disabili Visivi).

Please follow and like us:
Pin Share