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Ma come si può continuare a tagliare nel settore sanitario e in quello sociale?

Testa di persona calva con le mani sul volto in espressione di disperazioneGentilissimo assessore alla Programmazione Sanitaria della Regione Veneto Luca Coletto, sono rimasto senza parole dopo avere letto sul quotidiano «Il Gazzettino» l’articolo intitolato Mestre. Tagli alla sanità, gli infermieri: «Manca tutto, perfino aghi e guanti» [l’articolo integrale è disponibile cliccando qui, N.d.R.].
Mi chiedo, da cittadino, se sia corretto impostare una politica nazionale e regionale sui tagli, in modo che questi ultimi vadano a pesare sullo stato di salute di chi già soffre. Infatti, se gli infermieri non hanno nemmeno il materiale sanitario per svolgere il lavoro in modo adeguato, quali servizi potranno garantire ai Cittadini?

Mi rendo perfettamente conto che la crisi economica non è ancora terminata, ma credo che i nostri “dipendenti” (= politici e amministratori) debbano fare delle scelte che non vadano a colpire il settore sanitario e sociale, non crede?
Personalmente ritengo che la scelta di tagliare nella sanità si possa fare solo se si considera il paziente un peso economico per il Paese, una spesa superflua da ridurre.

Credo perciò che sia arrivato il momento di cambiare rotta e di investire anche sul sociale e sul settore sanitario. Se il Governo applica la politica dei tagli, anche le singole Regioni dovranno seguirlo, ma ribadisco che questi tagli non devono colpire le fasce “più deboli”.
Non solo, le Regioni dovrebbero fare pressioni verso i Ministeri competenti e far sentire la propria voce, senza tagliare i servizi essenziali.

*Blogger (www.lucafaccio.it).

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