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Sono dati che fanno riflettere, quelli sulla povertà a Roma e nel Lazio

Giovane uomo a capo chino, seduto su una scalinataIl 4% della popolazione di Roma – oltre 100.000 persone su 2 milioni e 700.000 abitanti – vive sotto la soglia di povertà. In base a stime recenti, poi, ci sono nella Capitale circa 6.000 persone senza fissa dimora, delle quali 2.300 si ritrovano ogni notte a dormire in strada o in rifugi di fortuna.
Sono questi due dei dati più significativi contenuti nel Primo Rapporto sulla Povertà a Roma e nel Lazio, presentato in questi giorni dalla Comunità di Sant’Egidio, documento secondo il quale nel Lazio la percentuale di popolazione che dichiara di non fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni è del 6,6%. E ancora, a Roma un adulto tra i 18 e i 59 anni che vive da solo è considerato povero se la sua spesa è inferiore o pari a 734 euro mensili. Nel caso infine di una persona fra i 60 e i 74 anni, la soglia scende a 709 euro e a 675 euro per un ultrasettantacinquenne.
Notevole inoltre il numero di sfratti registrato nella Capitale: nel 2010, infatti, una famiglia su 191 ha subito tale provvedimento, per lo più per morosità nel pagamento degli affitti, che nell’ultimo decennio sono aumentati del 160%.
«La politica – ha dichiarato il portavoce della Comunità di Sant’Egidio Mario Marazziti – deve smettere di cercare consenso, o incoraggiando o non contrastando le paure, perché così i poveri vengono avvertiti come un pericolo per il nostro benessere».

Su tali problemi va segnalato anche l’imminente protocollo d’intesa che verrà siglato tra la Comunità di Sant’Egidio e la Regione Lazio per la costituzione di un Osservatorio Sperimentale Regionale per lo studio e lo sviluppo di politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.
Tale accordo riconosce che la Comunità di Sant’Egidio ha condotto «importanti sperimentazioni e acquisito conoscenze di dimostrata validità ed efficacia nelle aree del disagio e dell’esclusione sociale, con particolare riguardo a persone anziane, persone senza dimora, cittadini Rom e Sinti, persone con disabilità, cittadini stranieri, popolazioni dei Paesi in via di sviluppo colpite da grandi calamità e pandemie, acquisendo in tali ambiti una grande esperienza a livello regionale, nazionale e internazionale, anche attraverso l’attivazione di importanti azioni finalizzate al contrasto alla povertà, coniugate con l’individuazione di nuovi modelli di intervento». (Associazione Amici di Flavio Cocanari

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