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Trattati tutti «come sordi»?

La protesta di Marco Gobbi, durante la Tribuna dei Referendum di Raidue del 27 maggio«Dovrei parlarvi a favore o contro questo referendum, ma non posso farlo. Non posso perché sono un Cittadino sordo e la RAI, che è un servizio pubblico, ma anche le altre televisioni nazionali, mi impediscono di conoscere le diverse posizioni»: ha esordito così Marco Gobbi – utilizzando la Lingua dei Segni – durante lo spazio concessogli dai Radicali Italiani nella Tribuna dei Referendum del 27 maggio scorso su Raidue (ore 17.15) e ha aggiunto: «Queste tribune politiche, i messaggi autogestiti non sono infatti sottotitolati, né in diretta né in differita. Basterebbe sottotitolare i video con le registrazioni di queste tribune e poi metterli su internet».

Gobbi ha precisato poi di non voler parlare solo per i diritti delle persone sorde, ma per quelli di tutti i Cittadini, rispetto ai prossimi referendum del 12 e 13 giugno, due dei quali sull’acqua pubblica, gli altri sul nucleare e sul legittimo impedimento: «Se le Istituzioni non si preoccupano di me – ha dichiarato infatti -, del fatto che io possa conoscere per poi votare, allora perché dovrebbero farlo per voi? Anche voi, che non siete sordi, in realtà non potete conoscere. Ad esempio sui referendum: le tribune politiche sono iniziate con molto ritardo e trasmesse in orari di basso ascolto. Il 94% degli italiani voterà o non voterà senza sapere nulla, senza avere ascoltato un dibattito». «Allora – ha concluso mostrando un cartello con la scritta Io sordo, voi sordi alla democrazia, alla legalità, ai referendum – siete sicuri che non trattano anche voi come “sordi”?”. Questa è una questione di democrazia e di legalità». (S.B.)

Ringraziamo per la segnalazione Alessia Turchi dell’Associazione Luca Coscioni. Il testo integrale dell’intervento di Marco Gobbi durante la Tribuna Referendaria di Raidue del 27 maggio è disponibile cliccando qui.
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