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Tende a peggiorare la condizione dell’infanzia nel nostro Paese

Bimba con la mano sulla bocca (foto di Paolo Poce)Approvazione della Legge di istituzione del Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, presentata a fine 2008; più risorse dedicate a bambini e adolescenti, diminuite in modo sensibile nella Finanziaria 2011 e nel Fondo Nazionale per le Politiche Sociali; maggiore protezione e tutela per minori particolarmente vulnerabili, come quelli in povertà (1 milione e 756mila), i minori migranti (almeno 4.400 quelli non accompagnati presenti in Italia) e i giovani fuori dal circuito lavorativo e formativo (circa 2 milioni e 100mila): in occasione dei vent’anni dalla ratifica da parte dell’Italia [Legge 176/91 del 27 maggio 1991, N.d.R.] della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC Convention on the Rights of the Child), il Gruppo CRC** – network di 89 organizzazioni e associazioni del Terzo Settore, coordinato da Save the Children Italia – indica la road map per la tutela dell’infanzia nel nostro Paese, segnalando i provvedimenti e le misure più urgenti da prendere.

Nel 2009 il Gruppo CRC aveva pubblicato il Secondo Rapporto Supplementare a quello governativo [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], formulando ben 155 Raccomandazioni rivolte alle Istituzioni italiane che si occupano di infanzia e di adolescenza. E tuttavia, a distanza di due anni, va rilevato come manchino ancora all’appello alcune fondamentali misure di attuazione della Convenzione e come parte delle Raccomandazioni fatte siano rimaste lettera morta.
D’altro canto anche recenti analisi e rilevazioni ufficiali sul nostro Paese (in particolare il Rapporto Annuale 2010 dell’Istat) evidenziano alcuni trend negativi che riguardano sia la condizione dei bambini e degli adolescenti – più a rischio di povertà – sia delle donne e delle madri, che hanno sempre più difficoltà a trovare lavoro o a conservarlo, dopo avere avuto uno o più figli.
Ciò impone uno sforzo e un impegno straordinari per invertire queste preoccupanti tendenze. La CRC è uno strumento dotato di forza obbligatoria che se ratificato crea l’obbligo in capo agli Stati di uniformarsi alle disposizioni in essa contenute. L’Italia ha quindi il dovere e l’obbligo di attuare ciò che la Convezione ha sancito, garantendo che tutti i bambini, le bambine e gli adolescenti in Italia siano titolari degli stessi diritti.

Risorse in calo
La Legge di Stabilità del 2011 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), approvata il 7 dicembre 2010 (Legge 220/10), ha diminuito i fondi della Legge 285/97 (Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza) e gli stessi fondi sono stati poi diminuiti, nel marzo di quest’anno, di un altro 10%.
Questi tagli hanno riguardato anche la quota del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (già penalizzato per i tagli alla finanza regionale del 2010), diminuito di ulteriori 55 milioni di euro, subendo quindi una decurtazione del 47% rispetto a quanto erogato nel 2010.
Bimba con disabilitàA undici anni, poi, dall’entrata in vigore della cosiddetta “Riforma dell’Assistenza”, la Legge 328/00, non sono stati ancora individuati i Livelli Essenziali delle Prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (LIVEAS). Va ricordato del resto che con la modifica del Titolo V della Costituzione – e in particolare con la nuova formulazione dell’articolo 117, comma m – quest’ultima prevede come competenza esclusiva dello Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che «devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», i cosiddetti LEP. E ad oggi nemmeno i LEP – che di fatto vanno a sostituire i LIVEAS della Legge 328/00 – sono stati definiti.
Appare quindi cruciale stabilire questi livelli essenziali delle prestazioni che sono lo strumento cardine per garantire l’accesso a diritti fondamentali quali la salute, l’assistenza e la protezione a tutti i bambini e gli adolescenti presenti in Italia.

Si attende ancora il Garante
Il 22 marzo 2011 è stato trasmesso al Senato, per l’approvazione finale, il Disegno di Legge per l’Istituzione del Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza (S 2631). L’auspicio è che si arrivi finalmente all’approvazione della Legge, cosicché anche l’Italia, in linea con le Raccomandazioni del Comitato ONU per l’Infanzia e l’Adolescenza, si doti di una figura cruciale per la salvaguardia dei diritti dell’infanzia.
Il Garante dovrà avere indipendenza gerarchico-funzionale, risorse economiche e umane, dovrà essere una persona altamente specializzata e competente e dovrà operare in coordinamento con i Garanti Regionali.

Approvato il Piano Nazionale Infanzia, ma non ci sono fondi
Dopo sei anni di vacatio, è stato approvato un nuovo Piano Nazionale Infanzia (PNI), ma è molto importante che vengano destinati dei fondi ad hoc per attuarne le prescrizioni. Al momento, infatti, tali risorse non ci sono e ciò è motivo di preoccupazione perché in mancanza di finanziamenti sarà difficile garantirne la piena messa in opera.

Povertà minorile in crescita, soprattutto al Sud
In Italia 1 milione e 756mila minori vivono in condizioni di povertà relativa (Istat, La povertà in Italia nel 2009, testo disponibile cliccando qui), pari al 17% dei minori residenti e al 22,5% del totale dei poveri. Si tratta, nel 70% dei casi, di figli che vivono con i genitori e almeno un fratello (o che ne ha almeno due); il 12,6% vive in una famiglia senza occupati e il 65% in una famiglia con un solo occupato.
La povertà minorile continua ad essere concentrata nel Sud, dove interessa il 30% delle famiglie, mentre nel Nord Italia riguarda meno di 1 famiglia su 10.

L’Italia supera la media europea per i tassi di dispersione scolastica
I tassi di abbandono degli studi post-obbligo e la mancata acquisizione di un titolo di studio secondario hanno interessato nel 2010 quasi il 20% dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni, a fronte di una media europea più bassa (il 15%).
Sono coloro che hanno conseguito al massimo la licenza media, che non frequentano alcun tipo di attività formativa e che, stando all’Agenda di Lisbona – il programma di riforme economiche approvato a Lisbona nel 2000 dai Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea – sarebbero dovuti essere nel 2010 al massimo il 10% sul totale della popolazione giovanile.
Si registra anche un aumento del fenomeno dei cosiddetti Neet (Neither in employment nor in any education nor training), ovvero dei giovani fra i 15 e i 29 anni né occupati, né iscritti a un corso regolare di studi. Nel 2010, secondo l’Istat, in Italia circa 2 milioni di giovani si sono trovati in questa condizione, il 21% della popolazione in età; di questi, poi, più della metà ha meno di 25 anni.

Ancora alto il rischio di discriminazione per i minori stranieri
Due bimbi che giocanoSono 932.000 i minori stranieri residenti in Italia (Fonte Istat al 1° gennaio 2010), pari all’8% della popolazione minorile italiana. Sono invece almeno 4.438 i minori stranieri non accompagnati presenti sul suolo italiano, un dato sicuramente per difetto che non considera ad esempio i richiedenti asilo.
E sono circa 1.300 i minori – per la gran parte non accompagnati – approdati in Sicilia (comprese le isole di Lampedusa, Linosa e Pianosa) dal gennaio al maggio di quest’anno, a seguito della crisi che ha investito il Nordafrica.
Rispetto a questo vasto gruppo di minori, la Legge 94/09, più nota come “Legge sulla Sicurezza”, si sta rivelando un ostacolo per il percorso d’integrazione di tanti minori aventi genitori irregolari e per i minori stranieri non accompagnati. Infatti, l’introduzione del reato d’ingresso e soggiorno illegale e dei vincoli stringenti per il riconoscimento del permesso di soggiorno al compimento della maggiore età, mettono a rischio il diritto alla salute e all’unità familiare dei minori con genitori irregolari e i percorsi di integrazione dei minori stranieri non accompagnati.
Per quanto riguarda poi i minori giunti negli ultimi mesi a Lampedusa e in Sicilia, prevalentemente dal Nordafrica, la loro accoglienza e protezione ha visto momenti critici, dovuti alla mancanza – almeno in una prima fase – di un’area loro dedicata all’interno del Centro di Soccorso e pronta accoglienza di Lampedusa, oltreché alla lentezza dei trasferimenti nelle comunità per minori sulla terraferma e ad un prolungato periodo in cui non sono state effettuate identificazioni dei minori.
Infine, fra i minori stranieri o di origine straniera particolarmente vulnerabili, ci sono anche migliaia di minori rom che fra il 2010 e 2011 hanno conosciuto un periodo di grave difficoltà, a causa di sgomberi realizzati senza predisporre misure alternative di accoglienza.

*Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Le Schede di Aggiornamento a I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. 2° Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia, sono disponibili cliccando qui.
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Save the Children Italia, tel. 06 48070023, press@savethechildren.it.

**I diritti dei bambini e il Gruppo di Lavoro CRC
La Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990. L’Italia l’ha ratificata il 27 maggio 1991 con la Legge 176/91. Ad oggi essa è stata ratificata da 192 nazioni, cioè praticamente da tutti Paesi, tranne che dagli Stati Uniti e dalla Somalia, ed è lo strumento internazionale più ratificato al mondo.
Per verificare che i princìpi sanciti dall’importante documento siano effettivamente rispettati, le Nazioni Unite chiedono ad ogni Stato di redigere e presentare ogni cinque anni un rapporto. Inoltre, per dare voce anche al punto di vista della società civile, le Organizzazioni Non Governative e del Terzo Settore hanno la possibilità di elaborarne uno supplementare.
Per questa ragione nel 2000 è nato in Italia il Gruppo di Lavoro per la CRC che l’anno successivo ha redatto un rapporto sulla condizione dell’infanzia in Italia supplementare a quello che il Governo Italiano aveva precedentemente presentato alle Nazioni Unite.
In seguito il Gruppo di Lavoro ha deciso di proseguire nella sua opera di monitoraggio, redigendo annualmente un rapporto di aggiornamento che verifica lo stato di applicazione della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese.
Anche nel maggio del 2008 il Gruppo di Lavoro ha predisposto un rapporto supplementare – pubblicato alla fine del 2009 – a quello che il Governo Italiano è tenuto a presentare al Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (disponibile cliccando qui).
Sono oggi ben 89 le associazioni e organizzazioni non profit a far parte del Gruppo di Lavoro per la CRC e che hanno sottoscritto il Rapporto del 2008. A coordinarle è Save the Children Italia e tra esse vi sono anche il CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e l’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
Il Gruppo di Lavoro per la CRC dispone oggi anche di uno specifico sito internet, che è www.gruppocrc.net.

Il testo integrale del Secondo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite, intitolato I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia è disponibile cliccando qui.

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