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Un «patto tra gentiluomini» per far sopravvivere le case famiglia di Roma

Uomo in carrozzina in una struttura tipo casa famiglia, con due operatoriUn “patto tra gentiluomini”, un impegno ad aumentare le rette fino alla cifra necessaria alla sopravvivenza di tutte le case famiglia di Roma, con uno stanziamento aggiuntivo di 4 milioni di euro per il 2011 e di 3 milioni per gli anni successivi.
A sollecitarlo sono l’Associazione Casa al PluraleConfcooperative Lazio, Legacoopsociali Lazio e AGCI Lazio (Associazione Generale Coopeerative Italiane), in una lettera recapitata a tutti i consiglieri del Comune di Roma, in vista della prossima approvazione del Bilancio Municipale.

Dopo la recente consegna in Campidoglio di una guida con l’analisi di quanto costa, concretamente, la vita in casa famiglia [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], le associazioni che riuniscono le strutture ove viene data ospitalità a centinaia di disabili e persone che vivono in estrema difficoltà, continuano dunque a far sentire la loro voce e a cercare il dialogo con chi dovrà decidere la sopravvivenza delle cinquantaquattro case famiglia della Capitale.
«Ben consci della situazione finanziaria del nostro Comune, le chiediamo un impegno – scrivono nella lettera Luigi Vittorio Berliri (Casa al Plurale), Ciro De Geronimo (Confcooperative Lazio), Pino Bongiorno (Legacoopsociali Lazio) ed Eugenio De Crescenzo (AGCI Lazio) -, per dare un indirizzo politico e concreto, stanziando i fondi necessari per un più corretto finanziamento delle strutture che ne consenta la sopravvivenza. Secondo i conti che emergono da un analitico studio da noi effettuato, sono necessari 13 milioni di euro aggiuntivi».

La lettera – che contiene una proposta di mozione da depositare, discutere e votare sul finanziamento delle residenze per persone adulte con disabilità – si conclude con un appello e una riflessione sulle reali priorità che la città di Roma è chiamata ad affrontare: «Riteniamo che non possano non esserci settori di intervento certamente importanti, ma meno prioritari delle case per delle persone disabili che non hanno davvero più nessuno su cui poter contare. Sarebbe un bel segnale per tutti, in questo momento, poter dire a queste persone e alla città: “Potete ancora contare sulla politica!”. Noi contiamo su di voi».

Da ricordare che il Comune di Roma, per le cinquantaquattro case famiglia esistenti, spende circa 13 milioni di euro all’anno e che le rette erogate per gli ospiti di tali strutture sono ferme al marzo del 2007 e sono meno della metà di quello che servirebbe.

*Ufficio Stampa Associazione Casa al Plurale.

Il testo integrale della lettera e della mozione cui si fa riferimento è disponibile cliccando qui. Sulla questione delle case famiglia di Roma, segnaliamo – sempre nel nostro sito – anche l’articolo intitolato Case famiglia di Roma: i conti non tornano (cliccare qui).
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Casa al Plurale, tel. 06 37351082, info@casaalplurale.org.
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