L’11 giugno scorso, durante la propria Assemblea Ordinaria, DPI Italia (Disabled Peoples’ International) ha eletto il suo nuovo presidente – Vincenza Ferrarese, presidente anche della FISH Basilicata (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), succeduta ad Emilia Napolitano – e i componenti della Segreteria Operativa, che oltre alla citata Napolitano, sono Raffaele Ciccio, Silvia Cutrera e Pasquale Ezio Loiacono.
Nata formalmente il 16 ottobre 1994, DPI Italia è la sezione italiana di DPI, organizzazione mondiale che tenne nel 1981 la sua prima Assemblea Mondiale a Singapore e che oggi è presente in ben 142 Paesi, riconosciuta dalle principali agenzie e istituzioni internazionali ed europee. Del suo Esecutivo Mondiale fa parte, da alcuni anni, Giampiero Griffo.
Per quanto riguarda DPI Italia, quest’ultima è una ONLUS di promozione sociale cui aderiscono organizzazioni senza fini di lucro, legalmente costituite e a carattere nazionale, regionale o locale, insieme a comitati territoriali e a singoli soci sostenitori, sempre persone con disabilità e loro familiari che si riconoscono nei princìpi e negli scopi dell’associazione, garantendo nei loro organismi la maggioranza assoluta di persone con disabilità, di familiari di persone non ancora maggiorenni o che non possano rappresentarsi da sole.
In linea con quanto previsto nel suo Statuto – conforme al mandato di DPI – la sezione italiana dell’organizzazione lavora per la promozione e la tutela dei diritti umani e civili, per la piena partecipazione, la non discriminazione, l’inclusione e le pari opportunità delle persone con disabilità e delle loro famiglie. In sostanza, si tratta di un movimento di natura sociale e culturale che basa la sua filosofia e le sue azioni fondamentalmente sul protagonismo diretto delle persone con disabilità, ritenute come gli unici “veri esperti” dei problemi e delle difficoltà che, giorno per giorno, possono ostacolarne o facilitarne il percorso di vita. Per questo riuslta estremamente importante che essi diventino parte attiva dei processi e dei contesti in cui, di volta in volta, scelgono di mettere in atto le proprie esperienze formative, lavorative, culturali, di partecipazione e di relazione con gli altri.
Da sempre – ma ancor più nei tempi attuali, dopo l’avvento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – il lavoro di DPI Italia ha alla base il pensiero ispiratore dei diritti umani, secondo il quale ogni donna e ogni uomo, bambino o bambina, hanno una serie di diritti fondamentali che tutti i Governi e l’ordine internazionale devono tutelare, con le strategie a loro disposizione, perché solo in tal modo è possibile la realizzazione del benessere, della felicità e della miglior qualità della vita per tutti, a prescindere dalle diversità e dalle caratteristiche di ogni singola persona.
«Coerenti con i princìpi ispiratori delle nostra associazione – spiega la neopresidente di DPI Italia Vincenza Ferrarese – in questi anni abbiamo attivato, anche attraverso progetti europei, partnership transnazionali e abbiamo lavorato sulla promozione dell’empowerment delle persone [“accrescimento dell’autoconsapevolezza”, N.d.R.], tramite il sistema del Peer Counseling [“consulenza alla pari”, N.d.R.] e la formazione di peer counselor. Tra i progetti specifici, nell’ambito del programma europeo Daphne 2000-2003, Measures to combat violence against children young people and women [“Misure per combattere la violenza nei confronti dei ragazzi, dei giovani e delle donne”, N.d.R.], abbiamo approfondito la problematica della multipla discriminazione che le donne con disabilità subiscono, a partire dal doppio svantaggio dell’essere persone con disabilità e donne, discriminazioni cui se ne possono aggiungere anche altre (orientamento sessuale, razza, colore della pelle ecc.). Sempre rispetto alle donne con disabilità, abbiamo inoltre partecipato a iniziative e organizzato attività per promuoverne la tutela e il protagonismo. E ancora, abbiamo approfondito i temi della bioetica e della vita autonoma e indipendente, lavorato su questioni concernenti la cooperazione internazionale e lo sviluppo delle società mancanti delle risorse essenziali per garantire servizi e la vita stessa alle persone con disabilità».
«Oggi – conclude Ferrarese – insieme al lavoro su tutti quei temi che rivestono importanza strategica per l’affermazione dei diritti di tutte le persone con disabilità, abbiamo bisogno di affermare con forza i princìpi della Convenzione ONU, promuovendo in tutte le sedi opportune il protagonismo e la partecipazione dei soggetti interessati. La crisi mondiale, infatti, ma soprattutto i tagli indiscriminati alle politiche sociali da parte del nostro Governo nazionale e l’attacco sconsiderato di una certa stampa, che mira a stigmatizzare negativamente le persone con disabilità con appellativi come “falsi invalidi”, “scrocconi” e altro ancora, ci obbligano a mettere in campo nuove strategie di rafforzamento e di empowerment, per fronteggiare l’emergenza che già qui e ora mette a rischio la vita delle persone che necessitano di supporti intensivi e se non adeguatamente sostenute rischiano il confinamento o ri-confinamento negli istituti, perdendo dignità, storia, libertà, autonomia, autodeterminazione e indipendenza. Tutti temi molto caldi, dunque, dai quali dipende la vita stessa delle persone con disabilità». (S.B.)