Ministro Calderoli, ho letto nei giorni scorsi le sue affermazioni circa le pensioni di reversibilità e le indennità di accompagnamento e le sue parole – oltre a indignarmi profondamente come Cittadina italiana, mi inducono a pensare che la politica odierna sia composta da persone che non conoscono la realtà del nostro Paese. Non è sufficiente, infatti, essere Ministro di questa povera Repubblica per poter parlare e decidere della vita di tante persone, a tutto c’è un limite e ora è stato oltrepassato ampiamente.
Lei – secondo quanto scritto dagli organi d’informazione in questi giorni – avrebbe detto che «bisogna intervenire sulle pensioni e indennità riconosciute a chi non ha mai lavorato e versato contributi», come dire che bisogna tagliare e individuare i possibili risparmi su reversibilità, indennità d’accompagnamento e pensioni d’inabilità.
Le faccio notare – e se fosse un Ministro della Repubblica che avesse a cuore il benessere dei Cittadini non ce ne sarebbe bisogno – che vi sono situazioni limite, che sono tante e che non possono essere ignorate, come quella che viviamo noi come “famiglia disabile”.
Ho una figlia di 38 anni, affetta da una malattia rara, la sindrome di Rett. Lei è medico, forse ne ha sentito parlare, è una patologia rara e devastante. Mia figlia non svolge alcun movimento volontario, dev’essere, lavata, cambiata, imboccata, controllata 24 ore al dì. Sorride, questo sì, e i suoi occhi lasciano trasparire la sua serenità, così come si adombrano quando sta male. Questa è la comunicazione tra di noi.
Non ho ripreso a lavorare per poterla accudire dignitosamente e amorevolmente e se è arrivata a 38 anni è stato proprio perché ho anteposto il suo benessere e la sua vita a qualsiasi altra cosa, lavoro compreso. Ho anche versato cinque anni di contributi che, se pur pochi, sono entrati a far parte della forza economica dell’INPS, ma a me non daranno alcun beneficio. Ero consapevole che avrei perso il diritto alla mia pensione personale, ma sapere che avrei avuto la possibilità della pensione di reversibilità, in caso di sopravvivenza a mio marito, mi ha aiutata ad optare per la scelta più ovvia per una madre: ho scelto mia figlia, la sua salute, il suo benessere.
Ora volete togliere questo possibile beneficio, non solo a me, ma anche a mia figlia, perché se lei sopravviverà a suo padre – così va l’ordine della vita – in base alle norme vigenti ne avrà diritto. Di che cosa vivrà se ridimensionerete gli importi? Della carità della gente? Costruirete una cittadella ai limiti dei centri abitati, li ghettizzerete in un solo luogo dove non daranno fastidio e non costeranno nulla? Tanti piccoli lazzaretti urbani, proprio un bel passo avanti nella storia, proprio da andarne fieri…
Mia figlia è una di quelle «persone che non hanno mai lavorato», perché la sua patologia non lo consente, quindi non ha versato contributi e percepisce l’indennità di accompagnamento e la pensione, doveroso riconoscimento di uno Stato civile (articolo 38 della Costituzione Italiana [«Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale», N.d.R.]), verso chi non è in grado a provvedere economicamente al proprio sostentamento e non certo per volontà propria.
Volete per questo penalizzarla e penalizzarci come famiglia più di quanto già non facciate quotidianamente?
Settant’anni anni fa, in un certo momento storico, venne messa in atto la più grande tragedia umana conosciuta e le prime ad essere soppresse furono proprio le persone con disabilità. Ora non le eliminate nelle camere a gas, ma predisponete una “lenta agonia”, che porterà tragicamente alla fame tante famiglie e tante persone.
Non si può fare cassa sulle persone più fragili e poi impegnare denaro pubblico in Istituzioni inutili e costose, in stipendi vergognosi dei Parlamentari, in Ministeri di cui non si capisce l’utilità. A questo proposito, quanto costa il suo Ministero della Semplificazione Normativa? Di quale utilità è stato finora per il benessere comune? Qual è il suo scopo? E lei, ministro Calderoli, perché deve prendere la pensione dopo soli cinque anni di legislatura? Diritti acquisiti o privilegi ingiusti?
L’Italia è il mio Paese e sono orgogliosa di essere italiana, ma mi vergogno per la classe politica attuale, per le ingiustizie che riesce a creare, per le ormai chiare intenzioni di distruggere lo Stato Sociale. Ma non lo permetteremo!
*Presidente Associazione “Claudia Bottigelli” per la Difesa dei Diritti Umani e l’Aiuto alle Famiglie con Figli Disabili Gravissimi (Torino).