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Negare l’assistenza all’autonomia è discriminazione

Ragazzo alla lavagna con aria corrucciataQualche settimana fa avevamo parlato di «battaglia vinta» per quelle tre famiglie di Nuoro che nel luglio scorso avevano denunciato come fosse stata negata l’iscrizione ai loro figli con disabilità, in una scuola superiore della città sarda (se ne legga cliccando qui e qui). E in effetti quella specifica battaglia – legata sostanzialmente alla presenza dell’insegnante di sostegno – era stata vinta, ma subito dopo – come sin troppo spesso accade per le famiglie di alunni con disabilità nel nostro Paese – un’altra se n’è aperta, quella per l’assistente all’autonomia, come avevamo pure preannunciato.
Ben lungi però dall’arrendersi, quelle stesse famiglie hanno di nuovo preso carta e penna, rivolgendosi alle principali Istituzioni della Regione Sardegna, della Provincia e del Comune di Nuoro, oltreché agli organi di stampa, dichiarando che «in mancanza di risposte celeri e soddisfacenti, metteranno in atto tutte le forme di protesta in grado di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, della stampa regionale e nazionale, per tutelare il diritto allo studio e all’integrazione, anche facendo ricorso alle vie legali». Questi sono i passi principali della loro lettera, inviata nei giorni scorsi. (S.B.)

Siamo i genitori di alcuni ragazzi e ragazze disabili che a breve inizieranno a frequentare la Scuola di Istruzione Secondaria nella città di Nuoro.
Abbiamo appreso con viva preoccupazione – da un articolo apparso di recente sulla stampa locale – che i fondi a disposizione dell’Amministrazione Provinciale di Nuoro non sarebbero sufficienti a garantire la copertura delle ore per la figura dell’assistente all’autonomia, a causa dell’incremento del numero degli alunni disabili, nel nuovo anno scolastico.
La figura dell’assistente all’autonomia è assolutamente indispensabile affinché i nostri figli possano frequentare le lezioni  proficuamente e in condizioni di sicurezza personale; è la figura che fa da tramite tra loro e la classe, favorendo la socializzazione e la partecipazione dei nostri ragazzi alle attività scolastiche.
Considerato che – a seguito dei tagli economici sempre più consistenti e penalizzanti delle ore previste per il sostegno – si prevedono solo 9 ore settimanali a fronte di 36 ore di lezione, appare evidente che  la riduzione delle ore anche dell’assistenza all’autonomia comporterebbe di fatto l’assoluta impossibilità di permettere ai nostri ragazzi di frequentare per l’intero orario scolastico.
Questo fatto si configura come una gravissima e incostituzionale forma di discriminazione assolutamente indegna di un Paese civile.
Chiediamo che i nostri figli siano messi in condizione di frequentare la scuola per l’intero orario scolastico, esattamente come avviene per i loro compagni.
Riteniamo che i tagli agli “sprechi” non debbano e non possano, nella maniera più assoluta, colpire le fasce più deboli della popolazione.
Nessun genitore ha piacere di essere costretto a ricorrere all’insegnante di sostegno e all’assistente perché il proprio figlio possa frequentare la scuola; anzi, ciascuno di noi ne farebbe molto volentieri a meno, se potesse. Ma questi ragazzi – oltre che nostri figli – sono Cittadini di questa Repubblica e come tali titolari di diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e tutelati da leggi specifiche che intendiamo far rispettare.
Ad esempio la Legge 67/06 che testualmente recita: «Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga. […] Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone».
È dunque nostro preciso dovere di genitori dare voce ai nostri figli che non hanno voce e tutelare anche legalmente chi non è in grado di farlo personalmente.
Chiediamo pertanto con forza alla Regione Autonoma della Sardegna di mettere a disposizione dell’Amministrazione Provinciale di Nuoro, e attraverso di essa alle Scuole che ne faranno richiesta, i fondi necessari a garantire la frequenza dei ragazzi per l’intero anno e per l’intero orario scolastico.
In mancanza di risposte celeri e soddisfacenti, metteremo in atto tutte le forme di protesta in grado di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, della stampa regionale e nazionale, per tutelare il diritto allo studio e all’integrazione, anche facendo ricorso alle vie legali.

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