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Francesca continua a viaggiare

Una partita di basket dei Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, svoltisi qualche mese fa ad AteneLa vita recente di Francesca è decisamente avventurosa. Nel senso migliore del termine. Nel senso “esplorativo” del termine. E non perché le capitino delle situazioni particolari, ma piuttosto perché le situazioni particolari lei se le va a cercare. Le cerca con impegno e determinazione.
Francesca è una giovane ragazza con sindrome di Down che vive nella Comunità Alloggio “G. Boriolo” Villa Luisa, coordinata da Clara Colli a Besana Brianza (Monza e Brianza). Proprio insieme a quest’ultima l’anno scorso Francesca era stata a Bruxelles. Aveva preso l’aereo e partecipato a degli incontri comunitari, incontrato persone straniere e stretto nuove amicizie. In quell’occasione Superando aveva raccontato ai lettori la sua intraprendenza e lo aveva fatto tramite un’intervista (cliccare qui). A Bruxelles Francesca ci era andata perché aveva espresso questo desiderio alle persone che si prendono cura di lei. Aveva sentito parlare di questo posto e ne era rimasta affascinata. Aveva deciso che le sarebbe piaciuto vederlo con i propri occhi.
Questa volta, invece, l’impegno Francesca lo ha messo nella pratica di uno sport, negli allenamenti. Francesca gioca a basket. Da due anni fa parte della polisportiva locale. Si allena regolarmente e lo fa nel modo che è proprio del suo carattere: con impegno e determinazione. Due qualità che le stanno portando buoni frutti quanto a piacevoli avventure. Durante una delle partite, infatti, Francesca è stata notata da alcuni esperti che l’hanno convocata prima per le competizioni nazionali e infine per partecipare agli ultimi Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics ad Atene. Esatto. Francesca è andata in Grecia. Per un periodo piuttosto lungo, quasi tre settimane. Questa volta senza Clara Colli o altri rappresentanti della Comunità in cui vive. È stata seguita dagli assistenti che si occupano di lei dal punto di vista personale ed educativo, ma anche da quello della sua preparazione atletica. Il viaggio ha comportato una prima tappa a Corfù e poi il trasferimento ad Atene, dove si sono svolti i giochi. Il tutto tra la metà di giugno e l’inizio di luglio di quest’anno (dei Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, conclusisi ad Atene il 4 luglio, si legga nel nostro sito cliccando qui).

Clara Colli ci ha raccontato di averla vista molto contenta al suo ritorno: «Le persone che l’hanno seguita hanno un’ottima organizzazione e tutto ha funzionato bene. Inoltre la possibilità di conoscere tante persone da diverse parti del mondo è un’opportunità senz’altro eccitante».
La squadra italiana di basket femminile si è classificata terza. «Direi però che il risultato alla fine non c’entra niente. Per Francesca, intendo» commenta la Colli. «Essere stata ad Atene, aver preso l’aereo, avere incontrato tante persone nuove, anche il fatto stesso di essersi rapportata con operatori diversi dai soliti: sono tutte cose per lei più importanti della competizione in sé».

Un'altra immagine di giocoFrancesca non è di molte parole, sceglie solo quelle che veramente vuole usare per esprimere il concetto che le interessa. L’abbiamo intervistata perché volevamo sentire direttamente da lei che tipo di avventura ha vissuto questa volta. «È bello viaggiare» esordisce.
I Giochi di Atene come sono andati?
«Sono andate bene. Abbiamo vinto la medaglia di bronzo».

Hai giocato bene la tua parte? Qual è il tuo ruolo?
«Sì ho giocato. Sono in difesa, sempre in difesa».

Ti diverti a giocare a basket?
«Sì, ogni lunedì ho l’allenamento».

Cosa fate?
«Facciamo prima l’allenamento e poi giochiamo un po’. Ma in Grecia invece era diverso».

Perché dici che era diverso? In cosa?
«C’erano tante altre squadre. C’erano anche gli stranieri. Noi, per esempio, abbiamo battuto Francia e Olanda».

Cosa ti è piaciuto in particolare delle tre settimane in Grecia?
«Le persone. C’erano tante persone nuove. Stavo con i volontari, gli allenatori dell’Italia e i miei compagni di squadra. Di solito nella vita normale non sto con loro».

Con gli stranieri hai mai parlato? Conosci qualche lingua?
«Per parlare con gli stranieri la Erika mi suggeriva cosa dire. Lei è l’allenatrice. Sa l’inglese perché ha vissuto un po’ in America».

C’è qualche persona con cui hai legato di più?
«Erano tutti simpatici. Più di tutti lo era però Alessandro, un bambino di tre anni la cui mamma organizza gli Special Olympics. Stava sempre con me».

Un'azione di squadra sotto il canestroQualche altro amico?
«La Chiara. Lei è una della mia squadra per le Olimpiadi, ma di solito gioca in un’altra squadra e non abita vicino a dove vivo io. Ogni tanto però ci sentiamo al telefono. Chiacchieriamo».

Della Grecia cos’hai visto?
«La città e anche il museo. A me piacciono le cose antiche, ne vado matta. E per le strade e alle rovine c’era un sacco di gente. Italiani, stranieri, tutti».

Sei contenta dell’esperienza che hai fatto?
«Sì, era la prima volta che stavo via da casa per così tanto tempo. Ho anche provato delle cose che non avevo mai provato, come lo yogurt alla mattina. Certo, mi mancavano i miei amici, però adesso mi mancano gli amici che ho conosciuto lì. Ma tanto non è mica finita».

Ah no?
«A ottobre dobbiamo andare da Giorgio Napolitano a Roma a farci ricevere».

È un appuntamento a cui tieni?
«Certo. Sono contenta perché il Presidente non l’ho ancora mai visto!».

Rimaniamo dunque in contatto con Francesca perché ci faremo certamente raccontare anche questa nuova esperienza che la aspetta: il viaggio a Roma e l’incontro con il Presidente della Repubblica.

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