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Questa riforma dell’assistenza è una nuova condanna per i disabili

Persona in carrozzina che «vola» a testa in giù«Dopo l’approvazione della Manovra Finanziaria, il Governo si appresta ad assestare un ulteriore pesante colpo alle persone con disabilità e alle loro famiglie»: così Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), dichiara in merito alla Legge Delega per la riforma fiscale e assistenziale in questi giorni in discussione alla Camera [Disegno di Legge Camera n. 4566, N.d.R.].
Prosegue Speziale: «Così come predisposta, la riforma sull’assistenza non è volta a migliorare i servizi, ma ha come unico obiettivo raggiungere quanto indicato dalle recenti Manovre Finanziarie, ossia un taglio complessivo di 40 miliardi di euro, causando gravi conseguenze per il sistema di welfare statale e regionale e quindi, ovviamente, anche sulla vita delle persone e delle famiglie con disabilità. C’è il concreto rischio, infatti, che per arrivare a questa cifra saranno tagliate, in maniera netta, tra le altre cose, pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e pensioni di reversibilità: tutti sostegni di cui oggi usufruiscono le persone con disabilità e che, contrariamente a quanti molti pensano, sono un diritto legittimo e non una concessione».

«Questa situazione – continua il presidente dell’ANFFAS – sommata all’azzeramento del Fondo per la Non Autosufficienza e alla netta riduzione di quello per le Politiche Sociali, nonché ai tagli alla spesa di Comuni e Regioni (che incidono inevitabilmente sui servizi alle persone con disabilità), rappresenta un danno enorme che non può lasciare indifferenti. Considerate dunque le molteplici iniziative sulla questione che non hanno avuto risposta, l’ANFFAS, anche nell’ambito dello stato di mobilitazione [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), cui la nostra Associazione aderisce, considera chiuso ogni tipo di interlocuzione con il Governo e si appresta a muoversi in una direzione diversa».
«La nostra intenzione – conclude Speziale – è infatti quella di aprire un nuovo dialogo con la politica e per questo motivo chiediamo già da ora un confronto diretto con i segretari di tutti i partiti politici, invitando a un preciso impegno a tutela delle persone con disabilità e delle loro famiglie anche tramite la condivisione di una piattaforma sul tema, da inserire il più presto possibile nell’agenda politica, per costruire così un dialogo super partes e arrivare a una soluzione che eviti di calpestare ancora una volta i nostri diritti».

Da segnalare infine che l’ANFFAS si appresta anche a rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica, portando alla sua attenzione tutte le difficoltà e le durissime prospettive di vita che pendono sulla testa di migliaia di persone con disabilità, Cittadini già ora penalizzati e che rischiano di esserlo ancora di più in un futuro non troppo lontano.
L’Associazione prosegue dunque nella sua mobilitazione e non intende fermarsi fino a quando non si avrà garanzia della tutela e del rispetto dei diritti umani e civili delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari. (Roberta Speziale)

Per ulteriori informazioni: Area Comunicazione e Politiche Sociali dell’ANFFAS, tel. 06 3212391 (interno 15), comunicazione@anffas.net.
Sui temi di cui si parla nel presente testo, suggeriamo anche la lettura – sempre nel nostro sito – di: Fermiamoli con una firma! (cliccare qui); Stop al massacro delle persone con disabilità! (cliccare qui); La solitudine dei numeri ultimi (di Franco Bomprezzi, cliccare qui); L’alternativa del diavolo (parte seconda) (di Giorgio Genta e Dario Petri, cliccare qui); L’autunno caldo delle persone con disabilità (cliccare qui); Se non lo Stato, chi? (di Giorgio Genta, cliccare qui); La FISH formalizza lo stato di mobilitazione (cliccare qui); Si dovrà ricorrere alla Magistratura? (di Vincenzo Gallo, cliccare qui); Quel che resterà dell’assistenza (di Giorgio Genta, cliccare qui).
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