Si è chiuso il 2 ottobre a Napoli, con un dibattito che ha visto insieme Fondazioni Bancarie, la Fondazione con il Sud e il Terzo Settore, la tre giorni dedicata al progetto di Formazione dei Quadri del Terzo Settore Meridionale (FQTS) [se ne legga la presentazione nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.]. Al centro dell’incontro conclusivo, il tema della cura dei beni comuni e della cittadinanza attiva, a partire dal Mezzogiorno.
In un contesto di forte crisi – dove il tradizionale modello di welfare sta subendo una drammatica riduzione delle risorse economiche e la cui natura diventa sempre più emergenziale e riparatoria -, la convergenza di soggetti così diversi, promotori dell’iniziativa di Napoli, rende concreta la possibilità di creare nuovi modelli di sviluppo territoriale, tanto più necessari in un territorio depauperato socialmente ancor prima che economicamente.
«Sono convinto – ha dichiarato Luciano Squillaci, consigliere delegato di CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato) – che il lavoro comune che ci attende debba volgere a un processo di ridefinizione e riposizionamento del Terzo Settore meridionale. Il percorso di formazione svolto può fornire, in questo senso, gli strumenti necessari per definire un piano di azione che renda il mondo del Volontariato e del Terzo Settore capace di muoversi come massa critica che vigili e denunci, ma che sia anche capace di porsi in modo propositivo rispetto alla risoluzione delle diverse problematiche che caratterizzano la profonda crisi che stiamo vivendo».
«La sfida che ci aspetta – ha affermato poi Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD – è quella di costruire un welfare diverso, quel welfare comunitario che metta in comunicazione il pubblico, il privato – a partire dalle fondazioni – e il terzo settore, nella logica della sussidiarietà per dare risposte concrete ai cittadini. Questo significa infrastrutturazione sociale. Meno Stato, più società si dice: noi diciamo invece più società, diverso Stato».
«Il Terzo Settore – ha sottolineato dal canto suo Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – si candida anche oggi ad essere motore di cambiamento, assumendosi in prima persona il compito di organizzare e accompagnare i Cittadini in questa direzione. Accelerare quindi il processo di formazione per i futuri dirigenti significa arrivare a rendere più cogenti, più precise e più condivise le nostre proposte. L’impegno personale e la dedizione al bene comune sono parte fondamentale di questa sfida, che va assunta in una prospettiva sociale e comunitaria, affinché si sotanzi anche di quel valore politico che è necessario per il cambiamento del Paese».
«La ricetta per la rinascita del Sud – ha concluso Antonio Miglio, vicepresidente delle ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) – è far si che gli stessi Cittadini diventino protagonisti di questa rinascita. Creare le condizioni perché questo possa avvenire è il contributo che come Fondazioni di origine bancaria possiamo e vogliamo continuare a dare, attraverso e insieme alla Fondazione CON IL SUD, e grazie al Terzo Settore, quale soggetto portatore di interessi generali».
Sussidiarietà, rapporto con le Istituzioni, nuove prospettive di welfare, beni comuni, rappresentanza, etica pubblica: sono dunque queste le parole chiave emerse da questa tre giorni di lavoro del Terzo Settore, un percorso esemplare, in linea con quanto dichiarato nel corso della sua visita dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «La politica siamo tutti noi. È politica anche costruire qualcosa di fondamentale dal punto di vista sociale, per rendere possibile ciò che altrimenti non sarebbe possibile». (Ufficio Stampa Forum del Terzo Settore)