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Dalla crisi si deve uscire con un nuovo modello sociale

Il presidente nazionale della FISH Pietro Barbieri«Annichilire le politiche sociali in Italia, come sta facendo il Governo da tempo, non ci farà uscire dalla crisi, ma aggraverà la situazione della nostra economia»: è questo il giudizio espresso oggi da Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e per l’occasione rappresentante della Campagna “Idiritti alzano la voce” e da Giulio Marcon, portavoce della Campagna “Sbilanciamoci!”, nel corso della presentazione a Roma, presso il Senato, del Libro Nero sul Welfare italiano, iniziativa realizzata congiuntamente dalle due Campagne [se ne legga la presentazione nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.].
Il documento – un vero e proprio dossier, ricco di dati e informazioni dettagliate – porta il sottotitolo Come il Governo Italiano – con le manovre economico-finanziarie e la legge delega fiscale e assistenziale – sta distruggendo le politiche sociali e azzerando la spesa per i diritti. Il testo, infatti, analizza nel dettaglio i tagli al sociale e alla sanità previsti nella cosiddetta “Legge di stabilità” e nelle manovre correttive del 2011, valuta gli impatti dei tagli stessi sugli Enti Locali e sui servizi ai Cittadini, esaminando infine la Legge Delega n. 4566 per la riforma fiscale e dell’assistenza, attualmente in discussione alla Camera.

Il giudizio espresso sull’operato dell’Esecutivo è del tutto negativo. «I provvedimenti adottati – notano infatti le organizzazioni promotrici dell’iniziativa – sono stati socialmente iniqui, colpendo le classi a basso e medio reddito e non toccando i privilegi e le ricchezze, puramente di facciata per quanto riguarda il rilancio dell’economia e pesantissimi nel campo delle politiche sociali, lasciando così il Paese ancora più indifeso ed esposto alla crisi».
Il prospetto dei tagli alle politiche sociali è realmente impressionante: tra il 2007 e il 2013 si prevede infatti una riduzione degli stanziamenti a favore dei fondi nazionali da 1.594 a 144 milioni di euro e il fondo più importante – quello per le Politiche Sociali – passerebbe da 1 miliardo a 45 milioni di euro, mentre il Fondo per le Politiche della Famiglia andrebbe da 220 a 31 milioni.
Azzerati, poi, il Fondo per la Non Autosufficienza e quello per l’Inclusione degli Immigrati, mentre il Fondo per le Politiche Giovanili verrebbe ridotto dai 130 milioni del 2007 agli 11 previsti per il 2013 e quello per le Pari Opportunità da 50 a 17 milioni. Anche il Fondo per l’Infanzia e l’Adolescenza, infine, perderebbe qualcosa, passando da 44 a 40 milioni.

Dinanzi a una situazione drammatica – per il Paese come per il welfare italiano – I diritti alzano la voce e Sbilanciamoci! hanno avanzato una serie di proposte, corredate da un prospetto delle entrate e delle uscite.
Innanzitutto appare ineludibile la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali, che determinano i diritti esigibili e dunque i servizi che vanno garantiti su tutto il territorio nazionale.
Va poi aumentata la dotazione dei Fondi Nazionali per le Politiche Sociali, introdotto il Reddito Minimo di Inserimento (2 miliardi di euro), stanziato un miliardo di euro per l’avvio di almeno tremila asili nido nel 2012, istituito un fondo di 800 milioni di euro per garantire un’indennità di disoccupazione ai lavoratori precari, previsto uno stanziamento di 200 milioni per il sostegno sociale all’affitto per i meno abbienti e di 300 milioni aggiuntivi per il canone agevolato, alzando infine dai 113 milioni di euro del 2011 (erano 266 nel 2008) a 300 milioni lo stanziamento per il Servizio Civile, permettendo così a cinquantamila giovani di poter fare questa esperienza di cittadinanza attiva.
Tutte queste proposte – e altre ancora – dovrebbero essere finanziate attraverso una tassa patrimoniale, una revisione della tassazione sulle rendite finanziarie, il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan, la rinuncia al programma di produzione di 131 cacciabombardieri F35, la chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione (113 milioni da destinare all’integrazione dei migranti), la revisione delle convenzioni con le strutture sanitarie private.

«Il Governo ha fallito – è stata la conclusione di Barbieri e di Marcon – e oggi siamo convinti che questa crisi possa essere un’occasione straordinaria per rivedere i nostri modelli economici e culturali e per modificare gli stili di vita, mettendo finalmente da parte le teorie che hanno causato il disastro in cui siamo oggi. Chiediamo dunque alle forze sociali ed economiche di unirsi in questa azione di cambiamento, fondata sulla riconversione ecologica dell’economia, su beni comuni materiali e immateriali, su pratiche innovative di rigenerazione urbana, che rilancerebbe l’economia e produrrebbe più benessere per tutti». (Giusy Colmo)

Il Libro Nero sul Welfare italiano di cui si parla nel presente testo è disponibile cliccando qui.
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa: Mariano Bottaccio (responsabile Ufficio Stampa del CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), ufficio.stampa@cnca.it; Giusy Colmo (responsabile Ufficio Stampa dell’Auser), ufficiostampa@auser.it; Aurora Avenoso (Ufficio Stampa di Cittadinanzattiva), a.avenoso@cittadinanzattiva.it.
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