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Finalmente riconosciuto quel «diritto alla riserva»!

Segno di vittoriaCe ne siamo occupati a lungo, in questi mesi, della cosiddetta questione del “diritto alla riserva”, ovvero del problema di quei docenti che – pur in possesso del titolo di riserva, in quanto appartenenti alle “categorie protette”, come da Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) – risultavano impossibilitati a dichiararlo, negli anni intermedi tra un aggiornamento di graduatoria e il successivo. In particolare, abbiamo seguito il costante lavoro di pressione svolto dal Comitato Spontaneo Diritto alla Riserva (dirittoallariserva@gmail.com) ed è sempre da quest’ultimo gruppo che ora accogliamo finalmente la notizia più attesa.
Proprio il 14 febbraio, infatti, è stato approvato al Senato l’emendamento 14.12 al cosiddetto “Decreto Milleproroghe” (se ne legga il testo cliccando qui), che risolve finalmente la questione.

«Per quello che riguarda il personale della scuola – ha dichiarato la senatrice Maria Bastico, durante il suo intervento in Assemblea – è stata inserita una norma che non apre le graduatorie ad esaurimento, ma consente finalmente – di poter far valere la riserva per coloro che portano delle gravi disabilità, ovvero sono portatori di patologie oncologiche secondo le previsioni della legge. La riserva può essere fruita e riconosciuta annualmente e non soltanto in modo triennale quando sono rifatte le graduatorie degli insegnanti per tutti».
«D’ora in poi  – commentano in una nota congiunta le deputate Alessandra Sirgausa, Amalia Schirru e Manuela Ghizzoni, battutesi a lungo per ottenere questo risultato – i docenti precari invalidi o malati oncologici  potranno richiedere annualmente il riconoscimento della riserva nelle graduatorie, così come previsto dalla legge in altri ambiti lavorativi. Si tratta di un risultato importante che pone rimedio all’assurda situazione per cui finora i docenti che ottenevano il riconoscimento dell’invalidità o di malattia oncologica dopo l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, non potevano godere dei diritti che pure la legge attribuisce loro, se non aspettando tre anni». (S.B.)

Ricordiamo ancora che il testo dell’emendamento di cui si parla è disponibile cliccando qui.
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