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Moda e disabilità sì, ma non «in salsa mediatica»!

Particolare di volto di donna, con espressione pensierosaL’impressione è che sempre più spesso – purtroppo – la disabilità venga “usata”, “sfruttata”, “manipolata” per scopi lucrativi e pubblicitari e che gli esperti dei settori marketing – ben consapevoli che il “diverso” può attirare l’attenzione della massa – utilizzino in modo crescente figure problematiche.
Le trovate pubblicitarie e la strumentalizzazione spaziano però anche nelle iniziative solidali, dove sembra sottinteso che qualsiasi mezzo sia lecito, se le finalità sono benefiche. Si rimane infatti sconcertati e si fatica a trovare interessante un evento solidale, se questo viene pubblicizzato come si farebbe per un qualsiasi prodotto e servizio, come se si stesse vendendo un gel doccia o un nuovo modello di automobile.

Orribile da vedere, ad esempio, è che il concorso Modelle & Rotelle [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.] sia stato sponsorizzato su Facebook con parole tutt’altro che umili. Si tratta di un progetto nato lo scorso anno come occasione per la raccolta di fondi da destinare alla ricerca sulla paralisi, che si è trasformato in un concorso per ragazze con disabilità (in carrozzina e non), sbandierato “in salsa molto mediatica”.
Se si apre infatti il sito dedicato all’evento (cliccare qui), si ha subito l’impressione di essere nello spazio di un’agenzia di moda e non certo in quello di un evento solidale. Poche le informazioni che spiegano il perché di questo concorso, molta visibilità, invece, ai partner e agli organzizzatori. Poco chiaro, inoltre, è perché venga “sparata” la frase – sia nel sito che in Facebook – La sfida unica al mondo, dimenticando forse che nel mondo altre competizioni di questo tipo sono state fatte e ne vengono fatte (per citarne solo due, Beauties in motion o Miss Deaf World).
Poca chiarezza, dunque, poca solidarietà e la sensazione che si voglia dare un “contentino” a chi decide di partecipare, accompagnano il pensiero di chi in questi eventi crede poco e ne prende le distanze. A tal proposito, per far intendere meglio il perché parliamo di “contentino”, è significativo anche citare una frase estrapolata dal video Modelle & rotelle – La disabilità va in passerella, pronunciata da una delle persone interpellate («Specialmente per loro, farle sentire importanti è bello»).

Nasce a questo punto l’esigenza di capire se nell’era moderna questi eventi siano davvero utili a chi ha un handicap o se siano solo modi per strumentalizzare il più “debole” per altri scopi. In altre parole, “ghettizzare” per l’ennesima volta la persona con disabilità è un possibile modo per aiutarlo? E creare “concorsi riservati” a determinate categorie di disabilità non è forse un terribile modo per dire a quelle persone che non possono essere ammesse e non possono tentare di partecipare ai tradizionali concorsi di bellezza?
Evidenziare la differenza non sembra allora essere il giusto modo per integrare chi di differenze ne vede e ne vive già abbastanza. La competizione è sana, ma non in situazioni come queste.
Ovviamente ogni persona ha il diritto di sentirsi partecipe di queste iniziative ed è libera di sceglierle, ma non sono certo queste che cambieranno il pensiero di una massa, anzi forse sono proprio queste a far credere che ci sia sempre bisogno di “concorsi riservati”, per dare man forte a chi vuole avere la possibilità di entrare – in questo caso specifico – nel mondo della moda.

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