Diversi anni fa, infatti, le mamme di tre adulti con disabilità fisica e intellettiva grave mi espressero il loro desiderio – fino a quel momento inesaudito – di fare impartire ai rispettivi figli il Sacramento della Cresima.
I sacerdoti erano contrari, per il fatto che la Cresima (o Confermazione) è sostanzialmente la presa di coscienza del Sacramento del Battesimo ricevuto dal bambino. Cioè, il ragazzino – adeguatamente preparato dal catechista – prende coscienza del Sacramento che sta ricevendo, cosa che non potrebbe fare chi è affetto da disabilità intellettiva grave.
Non essendo personalmente d’accordo su questo, parlai direttamente con il Vescovo della mia Diocesi, esponendo il caso in questione. Gli feci notare, tra l’altro, che come per il Battesimo sono i genitori che si assumono davanti a Dio il compito di farlo impartire al figlio senza il suo consenso, così dev’essere per i ragazzini o adulti con disabilità intellettiva grave per il Sacramento della Cresima.
Il Vescovo mi ascoltò con attenzione e alla fine si offri – spontaneamente – di impartire il Sacramento della Cresima ai tre giovani di due Comuni diversi, direttamente nella sede della nostra Associazione.
Preparammo così, con tutti i genitori, una bella festa e la funzione religiosa – alla quale il sacerdote di uno dei Comuni coinvolti non partecipò (forse vergognandosi della sua chiusura mentale?) – concelebrata dal Vescovo con diversi sacerdoti, fu davvero toccante.
Per l’occasione scrissi anche una riflessione letta dal Vescovo durante l’omelia, tra la commozione di tutti i presenti ed io – persona con disabilità in sedia a rotelle – potei gioire per la contentezza di quelle mamme che non avevavno visto discriminati i propri figli per la loro disabilità intellettiva.
Così, a parer mio, si può contribuire ad abbattere le barriere mentali, anche nel campo ecclesiastico, perché i sacerdoti hanno bisogno anche loro di essere “educati” da noi cristiani alla vera accoglienza, senza discriminazione alcuna.
*Presidente della Sezione di Giarre (Catania) dell’ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Civili e Sociali degli Handicappati).