Il vecchio amatissimo Mago Mandrake della mia infanzia non sarebbe stato capace di un’opera di magia simile a quella che l’incauto autore di questa nota si arroga spudoratamente di aver portato a termine: il reperimento dei fondi per il sociale, necessari a salvare letteralmente la vita alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi.
Armato dunque della bacchetta di Mago Merlino e pronunciate le formule di rito, vorrei svelare l’arcano segreto del prodigioso ritrovamento finanziario: i contributi elettorali non correttamente utilizzati dai partiti.
«La solita antipolitica da quattro soldi», sosterrebbero i nostri onorevolissimi rappresentanti, se avessero la sfortuna di leggere queste righe. No, credo si tratti di semplice buon senso. Sono convinto infatti – lo si creda o no – che la politica debba servire a qualcosa di positivo. Qualcosa come esprimere la pluralità delle idee e governare, con un minimo di competenza e serietà, la cosa pubblica. Ma sono altrettanto convinto che non si debba pervertire la volontà referendaria chiaramente espressa un po’ di anni fa dalla stragrande maggioranza dei votanti, circa il non gradimento del finanziamento pubblico.
Ebbene, con il solito italico trucco del cambiamento di nome si è passati dai finanziamenti ai rimborsi, utilizzando un moltiplicatore del 1000 per 100. Quindi – trucco nel trucco – si è passati a rimborsare spese mai fatte e mai documentate. Non basterebbero questi fondi al nostro nobile scopo?
Potremmo poi aggiungervi un pizzico dello stipendio degli altissimi burocrati, una spruzzatina della diciottesima mensilità dei lacché dei massimi organi di rappresentanza, una piccola parte del costo delle operazione demagogiche contro i “falsi invalidi” e un sessantacinquesimo dell’IMU, la “nuova ICI”, che le Fondazioni Bancarie non pagheranno sui loro sterminati patrimoni immobiliari. Basterebbero?!
Ecco i fondi per il sociale!
«Ai contributi elettorali non correttamente utilizzati dai partiti – scrive Giorgio Genta – si potrebbe infatti aggiungere un pizzico dello stipendio degli altissimi burocrati, una spruzzatina della diciottesima mensilità dei lacché dei massimi organi di rappresentanza, una piccola parte del costo delle operazione demagogiche contro i “falsi invalidi” e un sessantacinquesimo dell’IMU, la “nuova ICI”, che le Fondazioni Bancarie non pagheranno sui loro sterminati patrimoni immobiliari. Basterebbero?!»