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I trasporti pubblici di Roma: inaccessibili e ora anche con ridotte agevolazioni

Persona in carrozzina davantio a un autobus«Due giorni fa – ci scrive Fabrizio da Roma, nostro Lettore affetto da sclerosi multipla e con un’invalidità riconosciuta del 100% – ho trovato nella buca delle lettere una missiva dell’ATAC [l’Azienda del Trasporto Autoferrotramviario del Comune di Roma, N.d.R.]. All’inizio credevo fosse pubblicità, ma poi, andando ad aprirla, mi sono reso conto che si trattava di tutt’altro».
Già, era proprio tutt’altro. Finora, infatti, Fabrizio aveva diritto a una riduzione sul trasporto pubblico romano, pagando l’abbonamento mensile con il sistema cosiddetto “a contribuzione” (4 euro al mese). La lettera da lui trovata in cassetta lo ha avvisato invece che le cose non sarebbero più state come prima. Lui stesso ne spiega il contenuto.
«La Delibera n. 53 del 29 febbraio scorso di Roma Capitale ha deciso in sostanza che le agevolazioni per i disabili debbano d’ora in poi essere rilasciate a seconda del reddito, attraverso il modello ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] e modificandosi da mensile ad annuale».
Fin qui non molto da dire e lo stesso nostro Lettore concorda sulla correttezza dell’intervento. Ciò che però proprio non va è il tetto fissato per usufruire delle agevolazioni, vale a dire 20.000 euro annui lordi (non netti), cifra tutt’altro che “da pascià”. «Per capirci – commenta amareggiato Fabrizio – se hai un’invalidità e guadagni uno stipendio normalissimo, non hai diritto a nulla, come se l’invalidità non ce l’avessi proprio, come se fossi guarito “per magia”».
E gli “aventi diritto”, quelli cioè con un reddito inferiore ai 20.000 euro annui lordi? «Insieme agli evasori fiscali – annota causticamente il Lettore – per loro la vita sarà più “facile”: basterà infatti recarsi con tutti gli incartamenti a fare “semplicemente” la fila presso il Municipio di riferimento, presentandosi improrogabilmente nell’arco di soli cinque giorni, all’insegna della semplificazione amministrativa!». Nella peggiore delle ipotesi, poi, ci sarebbe sempre un numero da chiamare per avere informazioni (06 46951), con il quale, però, sembra sia praticamente impossibile parlare.

«A fronte del futuro aumento del prezzo dei biglietti – conclude Fabrizio, sperando, ma non troppo, in un rapido dietrofront dell’Amministrazione Comunale – e a fronte dei soliti “portoghesi” che viaggiano di continuo sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto, c’era proprio bisogno di dare questo “pugno in faccia” alle persone con disabilità? È normale che una persona sana e spensierata abbia lo stesso trattamento di chi lotta con difficoltà oggettivamente detestabili? E i problemi di bilancio comunali possono essere risolti con questi provvedimenti? Bel modo, questo, di avvicinare i disabili al servizio pubblico e di agevolare la loro vita…».
«Avvicinare i disabili al servizio pubblico», scrive Fabrizio… E a questo punto non può non tornare alla mente ciò che con soddisfazione avevamo segnalato un mese e mezzo fa, ovvero quell’importante Sentenza prodotta dalla Seconda Sezione Civile del Tribunale di Roma, che aveva condannato proprio il Comune della Capitale in base alla Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), per la sostanziale inaccessibilità dei trasporti pubblici (se ne legga cliccando qui). Una Sentenza assai chiara, con tanto di condanna a pagare 5.000 euro di risarcimento per danni non patrimoniali a chi aveva avviato l’azione, oltre alla richiesta di mettere a norma una serie di fermate dei mezzi pubblici.

Insomma, trasporti non accessibili e agevolazioni sempre più ridotte: davvero un bel percorso, quello dell’Amministrazione Comunale Capitolina, nei confronti delle persone con disabilità! (S.B.)

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