La via dei diritti umani per uscire dalla crisi

È quella rivendicata con forza dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, in un’ampia Risoluzione prodotta alla fine di maggio – di cui proponiamo ai Lettori la traduzione italiana – a un mese dal prossimo vertice dell’Unione Europea, incentrato sulla crescita, per far sì che in tale sede vengano sviluppate efficaci politiche inclusive per gli 80 milioni di Cittadini europei con disabilità

Assemblea Generale dell'EDF, Copenaghen, maggio 2012

Un'immagine dell'Assemblea di Copenaghen dell'EDF. In primo piano Giampiero Griffo, uno dei Delegati italiani

Si è svolta a Copenhagen, in Danimarca, il 27 maggio scorso, la quindicesima Assemblea Generale dell’EDF (European Disability Forum). Focus della riunione è stata, tra le altre cose, l’adozione della Risoluzione denominata Resolution on a human rights way out of the crisis (“La via dei diritti umani per uscire dalla crisi”), documento in cui si ribadisce con forza la necessità di evitare che le misure di austerità adottate nella zona euro degradino maggiormente la già precaria situazione delle persone con disabilità e dei loro familiari, gruppi di Cittadini maggiormente esposti degli altri al rischio di povertà.
L’adozione della Risoluzione si è avuta esattamente cinque settimane prima del vertice dell’Unione Europea incentrato sulla crescita (Bruxelles, 28-29 giugno), per un motivo ben preciso: chiedere ai decisori continentali di sviluppare efficaci politiche inclusive per gli 80 milioni di persone con disabilità. Diversamente, una vera crescita dell’Europa non potrà essere raggiunta. «Le misure che saranno adottate in occasione del vertice UE – ha sottolineato in tal senso Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF – devono essere veramente ambiziose e inclusive».
Gettare le basi di un nuovo accordo per l’Europa; promuovere la crescita sostenibile per tutti; usare l’accessibilità come “chiave” per l’innovazione nella progettazione di dispositivi e servizi che si rifanno alle nuove tecnologie, anche allo scopo di dare piena attuazione dell’Agenda Digitale per l’Europa; sviluppare e modernizzare le infrastrutture accessibili: sono questi i principali punti inclusi nella Risoluzione, della quale qui di seguito presentiamo la traduzione italiana integrale, curata da Luisella Bosisio Fazzi, presidente del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e revisionata da Donata Vivanti, vicepresidente dell’EDF. (FIADDA)


Risoluzione Resolution on a human rights way out of the crisis (EDF, 27 maggio 2012)

Ricordando che nell’Unione Europea le persone con disabilità sono 80 milioni (16% della popolazione) e che un cittadino europeo su quattro ha un familiare con disabilità.
Sottolineando che – prima della crisi finanziaria e a causa della mancanza di misure a garanzia della parità di accesso all’occupazione e all’istruzione – le persone con disabilità presentavano un tasso di disoccupazione da due a tre volte maggiore rispetto alle persone non disabili e che la partecipazione alla forza lavoro risultava tanto minore quanto più grave era il livello di disabilità (solo il 20% delle persone con gravi disabilità aveva un lavoro, rispetto al 68% delle persone senza disabilità. Le persone con disabilità  avevano, rispetto alle persone non disabili, il 50% in meno di probabilità di raggiungere il terzo livello di istruzione. In tutta Europa solo il 38% delle persone con disabilità nella fascia di età 16-34 aveva un reddito da lavoro rispetto al 64% delle persone non disabili e tali redditi da lavoro erano drammaticamente inferiori al reddito delle persone non disabili).
Ricordando che le persone con disabilità non sono responsabili della crisi e che devono essere messi in atto meccanismi, a livello comunitario e internazionale, per prevenire ulteriori danni causati da speculatori o da una gestione finanziaria irresponsabile da parte delle banche e dei governi.
Ricordando che, secondo i dati dell’Unione Europea [d’ora in poi quasi sempre UE, N.d.R.], 80 milioni di persone nel continente sono esposta al rischio di povertà e più di 5 milioni di persone hanno perso il lavoro, con un aumento del 10% dei tassi di disoccupazione in alcuni Paesi UE.
Considerando che le persone con disabilità e le loro famiglie sono state colpite duramente dalla crisi in maniera sproporzionata.
Deplorando il fatto che il Patto di Stabilità abbia trascurato l’impatto delle misure di austerità sui diritti delle persone con disabilità.
Deplorando la mancanza di vedute lungimiranti sugli effetti a lungo termine delle riforme nazionali incentrate sul recupero fiscale immediato, che colpiscono principalmente i redditi bassi e medi, così come i servizi destinati alla popolazione svantaggiata e che minano il consolidamento di un modello sociale europeo basato sull’inclusione sociale.
Riconoscendo che le misure di recupero hanno trascurato l’importante contributo per la crescita e l’occupazione derivante dalle persone con disabilità e dai servizi che ricevono.
Denunciando le attuali politiche economiche e sociali adottate dagli Stati Membri e dalla UE, che hanno portato a un aumento del numero di persone che vivono l’esclusione sociale in Europa.
Segnalando la drastica riduzione dei sussidi all’istruzione e al lavoro per le persone con disabilità, l’aumento della disoccupazione e dell’abbandono scolastico, la riduzione delle sovvenzioni ai trasporti e ai servizi alle persone – compresi i servizi sanitari – che ostacolano la partecipazione alla vita sociale e l’esercizio del diritto delle persone con disabilità a vivere in modo indipendente.
Allarmati dal peggioramento degli standard di vita delle persone con disabilità, che sperimentano una minaccia reale ai loro diritti sociali, anche attraverso i tagli delle prestazioni e dei servizi a loro destinati.
Riconoscendo la necessità di monitorare e dare risposta alle ragioni che stanno dietro al drammatico aumento di atti disperati come il suicidio e che vedono le persone con disabilità psicosociali sovraesposte a tale pericolo.
Allarmati dall’aumento di atti discriminatori contro le persone appartenenti a minoranze etniche e a immigrati, che colpiscono con maggior forza le persone con disabilità appartenenti a questi gruppi.
Riconoscendo che l’Europa è ben lungi dal raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 [è la Strategia Europe 2020 per la crescita, N.d.R.] e che sarà impossibile realizzarli senza il contributo dei Cittadini europei con disabilità che rappresentano il 16% della popolazione.
Allarmati dalla riduzione della capacità delle organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità, a partecipare al processo democratico, minando così la qualità delle democrazie europee.
Sottolineando la mancanza di fiducia dei Cittadini europei nei confronti dei loro governi nazionali e delle istituzioni europee.
Ricordando che con la Ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’UE e i suoi Stati Membri si impegnano ad astenersi dall’intraprendere ogni atto o pratica che sia in contrasto con la Convenzione stessa e ad assicurare che le autorità pubbliche e le istituzioni agiscano in conformità con essa.
Ricordando che nei Trattati l’uguaglianza è un diritto fondamentale, ma che ora dev’essere attuata concretamente, inserendola in tutte le decisioni rilevanti assunte a livello europeo tra cui le misure pubbliche finanziarie e di sviluppo.
Ricordando che ai sensi dell’articolo 3.3 del Trattato sull’Unione Europea, l’Unione si adopererà per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata, sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione, al progresso sociale e a un elevato livello di protezione, nonché di  miglioramento della qualità dell’ambiente.
Deplorando che le istituzioni dell’UE non abbiano intrapreso azioni e misure concrete per proteggere le persone con disabilità dalle ripercussioni della crisi e denunciando il comportamento e la pratica degli Stati Membri che non hanno escluso le persone con disabilità e le loro famiglie dalle misure di austerità.
Prendendo atto delle discussioni durante la cena informale dei Capi di Stato e di Governo il 23 maggio a Bruxelles, e in vista del prossimo Vertice Europeo di giugno [Bruxelles, 28-29 giugno, N.d.R.],

Yannis Vardakastanis

Il presidente dell'EDF Yannis Vardakastanis

il Forum Europeo della Disabilità richiama:
– il Consiglio Europeo,
– il Consiglio dell’Unione Europea,
– la Commissione Europea,
– il Parlamento Europeo,
– la Banca Centrale Europea,
– il Fondo Monetario Internazionale,
– la Banca Mondiale,
– e tutti i Governi d’Europa,

° a mettere in atto da subito una regolamentazione molto più rigida, per evitare il ripetersi di tali speculazioni;
° a gettare le basi di un nuovo accordo per l’Unione europea, che promuova una crescita  sostenibile per tutti e che ripristini i diritti fondamentali, investendo sul valore dei suoi Cittadini, a partire da quelli più esposti alle conseguenze della crisi;
° a riconoscere che l’uguaglianza è il prerequisito per la prosperità futura, ovvero per la crescita, come perseguita dall’UE e dai suoi Stati Membri;
° ad essere i custodi del bene comune, nonché dell’attuazione degli obblighi relativi ai diritti umani;
° a riconoscere il contributo dei Cittadini con disabilità al benessere e alla crescita della società, in qualità di forza-lavoro, consumatori e titolari dei diritti;
° a proteggere i valori e i diritti fondamentali delle persone, così come sono sanciti nella Carta Europea dei Diritti Fondamentali e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, attraverso la creazione di nuove opportunità di dialogo, scambio e innovazione;
° a ratificare, per chi non l’ha ancora fatto, e ad attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e il suo Protocollo Opzionale, garantendo uno standard di vita adeguato alle persone con disabilità;
° ad attuare la Strategia dell’Unione Europea Europa 2020, in particolare il terzo pilastro, Inclusione sociale, per portare l’Europa fuori dalla crisi;
° a sviluppare misure volte a garantire l’accesso delle persone con disabilità al mercato del lavoro generale, anche attraverso servizi di sostegno individualizzato;
° a presentare una varietà di sistemi di welfare basati sull’obiettivo già sottolineato di protezione e di abilitazione alla cittadinanza delle persone con disabilità;
° a favorire l’occupazione attraverso lo sviluppo di servizi sostenibili che promuovano la Vita Indipendente e nella comunità per tutte le persone con disabilità, anche attraverso il sostegno all’istruzione e all’educazione;
° a sostenere le persone con disabilità e le loro famiglie come un mezzo per garantire la loro partecipazione alla società;
° a impegnarsi in un dialogo aperto e costruttivo con le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità a tutti i livelli (europeo, nazionale, locale);
° a promuovere da subito lo sviluppo e la modernizzazione dell’accessibilità delle infrastrutture, dei trasporti, dei beni e dei servizi, per aumentare l’istruzione, l’occupazione e l’accesso alla cultura, nonché la partecipazione delle persone con disabilità nella società;
° a utilizzare l’accessibilità come un “volano” per l’innovazione nella progettazione di dispositivi e servizi ICT [Information and Communications Technology, N.d.R.], per la piena attuazione dell’Agenda Digitale per l’Europa e per l’Industria Europea e per guidare la ricerca sull’accessibilità digitale e dei mercati in tutto il mondo;
° a utilizzare le normative, le politiche e i programmi di finanziamento comunitari, al fine di garantire un modello sociale di uscita dalla crisi, a partire da investimenti nella crescita sociale, innovativa e sostenibile;
° a utilizzare i Fondi Strutturali Europei per sostenere i diritti fondamentali delle persone con disabilità in tutta la UE. Ad approvare in tal senso i prerequisiti generali relativi alla non discriminazione, alla parità di genere e alla disabilità per l’assegnazione degli stessi Fondi Strutturali Europei, come previsto nell’allegato IV della proposta della Commissione per il Regolamento sulle Disposizioni Comuni.
° a porre fine all’impoverimento delle persone con disabilità e delle loro famiglie, a seguito dell’attuazione delle misure di austerità negli Stati Membri e a intraprendere tutte le iniziative necessarie, per mettere in atto le politiche e le azioni utili a proteggere le persone con disabilità e le loro famiglie da nuove forme di esclusione, povertà e discriminazione che la crisi porta con sé.

L’EDF e i suoi membri seguiranno da vicino gli ulteriori sviluppi e le azioni intraprese dai Governi e si mobiliteranno contro le misure di austerità, utilizzando tutti gli strumenti democratici e legali possibili, per far sentire la voce degli 80 milioni di Cittadini europei con disabilità.

Ricordiamo che nel sito dell’EDF è naturalmente disponibile la versione originale in inglese del documento qui da noi proposto in italiano.

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